Ancona, abusi in classe su una bambina: maestro condannato a sei anni. Riconosciuta al docente la semi infermità mentale

Abusi in classe su una bambina: maestro condannato a sei anni. Riconosciuta al docente la semi infermità mentale
Abusi in classe su una bambina: maestro condannato a sei anni. Riconosciuta al docente la semi infermità mentale
di Federica Serfilippi
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Sabato 7 Ottobre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 08:27

ANCONA Sarebbe andato ben oltre il suo compito di docente, guadagnando la fiducia di un’alunna e passando con lei dei momenti proibiti. È stato condannato a sei anni di reclusione il maestro jesino travolto nel settembre del 2020 dall’inchiesta portata avanti dalla Squadra Mobile di Ancona e iniziata dopo la denuncia sporta in questura dai genitori della bimba. La piccola, all’epoca dei fatti, aveva 7 anni. All’imputato, 33enne, il collegio penale ha riconosciuto un parziale vizio di mente. Doveva rispondere di violenza sessuale su minore.

 
I fatti


È da tre anni che il maestro è lontano dai banchi di scuola.

Lui stesso aveva comunicato al Ministero dell’Istruzione, dopo l’esplosione dell’indagine, la volontà di autosospendersi. Poi, era arrivato anche il provvedimento del gip Sonia Piermartini, in cui si vietava al 30enne di avvicinarsi ai plessi scolastici, pubblici o privati. I fatti contestati dal pm Irene Bilotta risalgono all’ottobre del 2019. Sarebbe stata la stessa bimba, all’epoca frequentante la prima elementare di un istituto comprensivo di Ancona, a confidare ai genitori di quelle carezze intime ricevute dal maestro supplente.

Non semplici abbracci, dice la procura, ma atti sessuali nei confronti della piccola alunna avvenuti in un momento in cui lei e il maestro si erano ritrovati lontani dal resto della classe. Le dichiarazioni della vittima, successivamente, erano state cristallizzate nell’ambito di un incidente probatorio davanti al gip. Ciò ha consentito alla bimba di non rivivere nel corso del dibattimento il trauma denunciato: sono bastate le parole dette in aula in forma protetta. 


L’inchiesta


All’inizio dell’indagine, all’imputato era stata sequestrata un’agenda, poi aveva consegnato spontaneamente altri scritti, tra quadernoni e diari. Pagine a cui, nel tempo, avrebbe affidato i suoi pensieri, raccontando gli attimi trascorsi con i bambini, citando i nomi di quelli incontrati durante la giornata. Da quegli scritti, però, non sono emerse prove per imputare al docente altri episodi scabrosi. Piuttosto è venuta fuori la sua personalità, caratterizzata da tratti infantili e dall’assenza di relazioni con i suoi coetanei. 


Già all’epoca dell’indagine, il 33enne aveva iniziato un percorso di sostegno con degli specialisti per trattare i disagi interiori, per cui – un tempo – era stato anche seguito. Il collegio gli ha riconosciuto un parziale vizio di mente: dei sei anni inclusi nella condanna, due dovrà trascorrerli in una struttura con degli specialisti per continuare ad avere supporto psicologico. I genitori della piccola si erano costituiti parte civile: hanno ottenuto un risarcimento di 70mila euro. Ne avevano chiesti, nel corso dell’udienza preliminare, 800mila. L’imputato era difeso dall’avvocato Stefano Migliorelli. 

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