Il meteo, piovoso all'improvviso, resta fuori dal nobile portone della chiesa del Gesù, ad Ancona. È scacciato dai colori e dai sorrisi della collettiva “CircolArte”, la mostra di 70 opere, di cui sono autori una trentina di soci del Circolo Culturale Carlo Antognini.
Gli artisti
Questi i nomi, in ordine rigorosamente alfabetico: Elisabetta Aquilanti, Maurizio Azzoguidi, Claudio Buffarini, Doriana Carbonetti, Maria Luisa D'Amico, Grazia De Angelis, Cristina De Felice, Daniela Dobrilla, Fausto Duca, Livia Galeazzi, Gabriella Giuliodori, Mauro Graziani, Mimosa Hametaj, Marica Kulik, Luigi Manarini, Umberto Mancinelli, Rosetta Del Prete Migliarini, Valeriano Mobili, Susanna Nisi, Anna Letizia Novelli, Giorgio Occhipinti, Nunzia Palumbo, Giorgio Pepa, Margherita Petetti, Maria Margherita Ricci, Augusto Salati, Alga Sparabombe, Claudio Tarsetti, Enrica Vichi.
L’omaggio a Mannucci
Senza interferire con l'armonia architettonica della chiesa, ma traendone sfondo ideale, l'esposizione è concentrata su una “isola” di pannelli reticolari, che si aprono a forbice davanti all'ingresso, per convergere verso l'abside, in fondo alla navata. Ai lati, ad accoglierci, due grandi paesaggi del Cònero di Umberto Mancinelli. Nel mezzo, un basamento allungato ospita le fantasie “spaziali” di metallo di Augusto Salati, un omaggio a Mannucci, e, più avanti, le fronde e le onde che Rosetta Del Prete scolpisce nel cemento. Ma è la pittura a farla da padrona in questa collettiva, in cui ritroviamo i teneri acquerelli di Gabriella Giuliodori, Fausto Duca, Maria Luisa D'Amico, e gli uccellini di Nunzia Palumbo.
Le composizioni di Pepa
Basterà ricordare che oltre a dipinti e sculture, in mostra figurano anche le composizioni di Giorgio Pepa, che imitano le vetrate gotiche, e tre disegni a sanguigna di Mancinelli, che raffigurano il Cristo. E poi, la fotografia, interpretata, tra gli altri, da Elisabetta Aquilanti e da Maurizio Azzoguidi: le vedute del centro di Ancona sembrano quadri iperrealisti. Con loro, Claudio Buffarini, che ci fa ritrovare, con emozione, l'antica amica Elsa Volpini, e i notturni di Maria Margherita Ricci. La mostra merita una visita calma, riflessiva, per non perdere, come può succedere nelle collettive, i particolari, all'apparenza irrilevanti, che costituiscono il sigillo inconfondibile di ciascuno.