MONTE URANO Per Secondo Agostini e per tutti i suoi ex colleghi operai calzaturieri (una ventina in tutto) chiamati dall’Inps a restituire parte della pensione, e a subire una decurtazione di quella percepita attualmente, c’è una speranza. Del caso ci siamo occupati nei giorni scorsi, addirittura Agostini sarebbe costretto a effettuare un maxi rimborso da 30mila euro.
La segnalazione
Ora l’avvocato di Fermo Alessandro Bargoni segnala un caso analogo che l’ha visto protagonista in cui, accertato che l’errore sul ricalcolo della pensione è stato commesso dall’Inps, la Corte dei Conti ha deciso che le somme richieste dall’Istituto nazionale di previdenza sociale non sono dovute.
Le prospettive
La decisione del Tribunale di Fermo sarà una sorta di apripista per gli altri pensionati ed ex colleghi di lavoro incappati in questa vicenda che fa tremare una ventina di famiglie. Vicenda generata da un errore di calcolo risalente al 2007, e smascherato 17 anni dopo, relativo ai conteggi dei contributi per la cassa integrazione. Sulla base del ricalcolo effettuato dall’Inps, Secondo Agostini è stato appunto chiamato a restituire 30mila euro.
Gli anni
L’operaio calzaturiero era andato in pensione il primo aprile 2012. Per cui da questa data fino a tutto il 2013 l’Inps non ha chiesto la restituzione dei soldi. In particolare il conteggio dei 30mila euro parte dal 2014 e termina al 30 aprile 2024. Altri suoi ex colleghi hanno ricevuto la stessa lettera in cui vengono chiamati a restituire diverse somme di denaro per un ammontare complessivo di svariate decina di migliaia di euro.