«Sono appena stato a Betlemme. E' una cittadina fantasma. Fa impressione. Non c'è nessuno per strada, la piazza della Mangiatoia è vuota, i negozi di souvenir tutti chiusi, le serrande abbassate ovunque, i ristoranti fermi, gli alberghi idem. Una desolazione totale che fa capire che Natale sarà. Mi sono venute le lacrime agli occhi». Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, a 42 giorni dallo scoppio della guerra tra Hamas e Israele, non nasconde il grande sgomento davanti alle conseguenze che già si ripercuotono sulla piccola minoranza cristiana.
Il 2 dicembre è alle porte, l'inizio dell'Avvento che dà il via al periodo natalizio ma le feste non ci saranno, tutto è purtroppo già segnato: il Natale sarà triste e pieno di incognite.
Betlemme senza cristiani, «Chi poteva è emigrato»
La descrizione che fa di quello che il francescano e il nunzio hanno trovato a Betlemme è impressionante. «Se teniamo conto che da quando è iniziata la guerra tutto si è bloccato, con la conseguente chiusura delle attività turistiche, si può facilmente intuire che i lavoratori (quasi tutti cristiani) sono rimasti senza stipendio, senza lavoro, in attesa che accada qualcosa. Le famiglie si troveranno presto sul lastrico e non sanno cosa fare». La Custodia di Terra Santa, racconta ancora padre Ibrahim al Messaggero, si sta organizzando per cercare di aiutare come può chi ha più bisogno e si appella alla generosità. «La mancanza di turisti e pellegrini si farà sentire. Ci stavamo riprendendo dopo due anni di Covid e ora questa guerra. Sono molto preoccupato»”.
«Confesso che quando siamo scesi dalla macchina e mi sono guardato attorno, con la piazza della Mangiatoia sempre piena di comitive di pellegrini, mi è venuto un groppo alla gola e ho trattenuto le lacrime. Nemmeno ai tempi della pandemia c'era tanta desolazione. Abbiamo passato il quarantesimo giorno di guerra, e ogni giorno aumenta la catena che causa ulteriore sofferenza a famiglie cristiane, palestinesi, che non sanno cosa fare. Siamo sconvolti. Abbiamo visto in un mese quello che non avremmo mai immaginato e che purtroppo continua, nonostante il mondo sia sconvolto da tanta violenza. Ogni singola vita umana ha un valore alto e dovrebbe essere difesa con tutte le forze. Assistiamo a tanta disumanità senza poterla fermare, ascoltiamo parole che non impediscono la morte di tante persone, guardiamo case e costruzioni colpite senza poter fare nulla».
BAMBINI
Il futuro per i cristiani resta fosco, cupo, impregnato di incertezze varie. «Abbiamo negato ai bambini ogni possibilità di crescere in serenità. A tutti i bambini, non solo israeliani e palestinesi, stiamo consegnando un mondo pieno di esempi di odio e di violenza. Abbiamo negato a tutti loro il diritto di sognare, di sperare, di aver fiducia nel prossimo, di vivere in Pace. Abbiamo negato a tutti loro il diritto a non avere paura! I bambini pregano e chiedono Pace. Chi li ascolta? Traggono forza dalla preghiera e confidano solo in Dio Onnipotente. Sarebbe una Grazia se questa guerra finisse dopo 40 giorni di morte, di sofferenza, di isolamento e si potesse tornare a vivere nella luce della Pace!”.