In sostanza Saviano e la casa editrice di Segrate, che dovranno anche pagare le spese processuali, come si evince dall'ordinanza, nonostante la precedente condanna hanno ritenuto di continuare a ristampare la stessa edizione, dal 28 novembre 2013, data della sentenza di primo grado, al gennaio 2016, senza depurarla delle espressioni diffamatorie.
Per il giudice le riedizioni del best seller, con il passaggio 'incriminatò, sono da ritenere un «nuovo illecito diffamatorio» con «caratteristiche del tutto analoghe a quelle già accertate in sede civile» non essendo stato «tempestivamente provveduto all'adozione delle necessarie precauzioni a tutela della reputazione del Boccolato»: Precauzioni che sono o eliminare le affermazioni ritenute «dannose» sotto il profilo patrimoniale e non patrimoniale per l'imprenditore o aggiungere una postilla per informare i lettori della sentenza di condanna di qualche anno fa.