Eleonora Giorgi ospite alla Controra
«Scelsi l'amore, mi emarginarono»

Eleonora Giorgi a Macerata
Eleonora Giorgi a Macerata
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Martedì 20 Giugno 2017, 11:15
MACERATA - «Sogna ragazzo sogna, non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu». Inaugurata ieri l’ultima settimana di Musicultura a Macerata con le parole prese a prestito da Vecchioni che, dalla pagina Fb ufficiale del festival, suonano come un “In bocca al lupo” per gli otto vincitori in gara. Sono poi arrivati puntuali i primi appuntamenti firmati “La Controra” con i grandi ospiti protagonisti: Michele Bovi, Eleonora Giorgi, Marco Buratti e Daniele Sepe e i compagni d’avventura della Zattera di Capitan Capitone. Ricco, partecipato, pieno di spunti: così è scivolato via il primo giorno della rassegna che è iniziato con l’incontro-presentazione di “Note segrete. Eroi spie e banditi della musica italiana”, l’ultimo libro di Michele Bovi. L’autore ha raccontato come la vita degli artisti si sia spesso intrecciata a quella della malavita e dei servizi segreti”. 

E poi l’amatissima Eleonora Giorgi che, durante lo spazio “Le parole che non ti ho detto” ha indirizzato i suoi pensieri, mai detti a voce ma raccolti in una missiva immaginaria, ai tanti compagni di vita e di lavoro, tra cui Mariangela Melato, Massimo Ciavarro, Adriano Celentano, Massimo Ranieri, Renato Pozzetto e Nino Manfredi. Ne è emerso il ritratto umile e coraggioso allo stesso tempo di Mariangela Melato, l’ammirazione per il fascino senza tempo di Celentano, l’ammirazione per un talentuoso quanto schivo Massimo Ranieri e, soprattutto, il rimpianto per una relazione, quella con Massimo Ciavarro, che a distanza di quarant’anni ancora fa sentire il suo peso. «Sul set – ha detto la Giorgi - sembrava di sottrarre tempo alla famiglia, e in famiglia avevo una nostalgia terribile del set».

«Ai tempi di film come “Mia moglie è una strega” e “Borotalco” - ha aggiunto - il cinema era diverso da oggi. Erano i tempi in cui c’erano ancora i grandi maestri come Antognoni e Visconti, io indossavo vestiti appositamente disegnati sui bozzetti degli abiti di Rita Haywort, la mia bellezza mi ha aiutato ma il personaggio va costruito. Prima di fare cinema sfilavo per un’azienda di pellicce con modelli per taglie forti: ai tempi l’idea di bellezza evidentemente era un po’ diversa. L’uomo della mia vita? Massimo Ciavarro: la relazione con lui mi ha dato un figlio e mi ha portato a fare scelte diverse. Perchè pensate che non faccio film da anni come protagonista? Feci scelte non gradite alla gente che allora contava nel mondo dello spettacolo e scelsi la quiete della campagna e della famiglia alla carriera».
 
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