I Modena City Ramblers a Civitanova
«I tour e la gente sono la nostra vita»

I Modena City Ramblers
I Modena City Ramblers
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Aprile 2017, 11:17
CIVITANOVA - Dopo il concerto dello scorso marzo al Mamamia di Senigallia, i Modena City Ramblers tornano nelle Marche per un spettacolo che si terrà domani a Civitanova Marche (Largo Caradonna, Lido Cluana, inizio alle ore 21). Grandi classici e le canzoni del nuovissimo album “Mani come rami, ai piedi radici”, saranno i protagonisti di uno show sicuramente intenso così come la band ha sempre fatto. In questa nuova avventura in studio c’è una collaborazione di grande prestigio: la band americana Calexico, che impreziosisce di sapori desertici l’ammaliante ballata “My Ghost Town“, cantata in inglese e punto di approdo tra orizzonti morriconiani, celtici e tzigani.
Davide “Dudu” Morandi, 26 anni di storia ed un nuovo album da portare in giro per l’Italia. Cosa vi spinge ancora ?
«Ci spingono proprio questi anni passati facendo i musicisti, diventando i Modena City Ramblers. La nostra è da sempre una band sulla strada. Possiamo dire anche un nuovo disco è solo una “scusa” per andare in tour ed incontrare la gente ma per fortuna abbiamo ancora tanti stimoli per fare nuova musica. Ora poi che il mercato musicale è cambiato, e di dischi se ne vendono molti di meno ecco che l’attività live ritorna centrale per tanti, ma non per noi perché è quello che ci ha sempre contraddistinto».
Il disco sembra un vero e proprio giro del mondo, con influenze diverse e con una certa voglia di ritornare a “scrivere solo canzoni”. Cosa c’è di vero?
«E’ tutto vero, perché abbiamo spaziato molto includendo tutte quelle influenze che abbiamo messo in valigia in questi 26 anni di attività. Irlanda, Italia, Sud America, Balcani e medio Oriente. C’è molto della musica balcanica ed avevamo tanto materiale da utilizzare. A livello dei testi molte della canzoni sono nate in inglese per poi essere tradotte in italiano ed in dialetto modenese».
“Gaucho io e te” sembra la giusta via di mezzo tra Ramones, Bad Religion ed un certo punk californiano mischiato con l’irish folk, cosa ne pensa?
«Ottima analisi. Una canzone nata da queste influenze ed è in certo senso la canzone “nostalgica” del disco perché racconta della giovinezza che tutti abbiamo vissuto. Mi ci ritrovo io, ma sono sicuro che ci si può ritrovare anche un ragazzo del 2017».
Nel nuovo album c’è un brano suonato insieme ai Calexico: come è nata la collaborazione con la band americana?
«Tutto è nato in maniera molto semplice, li abbiamo incontrati dopo un loro concerto a Bologna e l’idea è nata con assoluta naturalezza. “My Ghost Town” era una canzone che già avevamo pronta e loro con molta disponibilità hanno deciso di collaborare. La loro parte l’hanno registrata a Tucson, mentre noi ovviamente in Italia ed i contatti sono stati poi tenuti via email. Siamo molto fieri di questa canzone. Speriamo di farla insieme dal vivo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA