Wunderkarmmer Orchestra e Marzocchi:
musica da brividi al teatro Sperimentale

Wunderkarmmer Orchestra e Marzocchi: musica da brividi al teatro Sperimentale
di Fabio Brisighelli
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Venerdì 27 Aprile 2018, 13:28
Il complesso strumentale ospite degli Amici della Musica “Guido Michelli” di Ancona (questa sera allo Sperimentale, ore 21), nel concerto che chiude la stagione in corso 2017-2018, è la Wunderkammer Orchestra, guidata da suo direttore musicale Carlo Tenan (nato a Lendinara, Rovigo, nel 1969), con la presenza in veste di pianista di Paolo Marzocchi, pesarese di nascita (1971). Entrambi sono anche compositori.

L’ensemble da camera
L’Orchestra, che già molto promette nella sua stessa denominazione (“wunder” uguale a prodigio o meraviglia), nasce come ensemble da camera dietro l’esigenza di portare la musica sinfonica e il teatro musicale dove normalmente un’orchestra non può arrivare, per ragioni logistiche, di budget o, semplicemente, per la minore consuetudine di alcune platee con questa forma di espressione artistica. Come indicato nella nota acclusa al concerto, si è in presenza di un progetto culturale nato a Pesaro nell’aprile 2017 che ha esordito simbolicamente a Lampedusa con una versione del “Terzo Concerto” di Beethoven realizzata per l’occasione.

“Un pianoforte per Lampedusa”
Sull’isola, infatti, da qualche anno Paolo Marzocchi e il direttore artistico degli Amici della Musica Guido Barbieri hanno portato avanti progetti atti a dare impulso all’attività musicale, culminati con la campagna di crowdfunding (finanziamento collettivo, ndr) “Un pianoforte per Lampedusa”, che ha permesso di far arrivare sull’isola il primo pianoforte da concerto. Lo strumento è stato inaugurato in quella sede giusto un anno fa, appunto, dalla stessa orchestra, da Marzocchi e da Tenan, e con lo stesso programma del concerto anconetano, che ha in più solo la commissione d’opera a Comitini (di cui ora diremo): con ciò innalzando un ponte ideale nel nome dell’emozione musicale con quell’isola-simbolo di eventi eclatanti.

La performance artistica
Quali dunque i contenuti di questa attesa performance artistica? Si comincia con un’elaborazione per 13 strumenti, ad opera di Carlo Tenan, dell’ultima delle sei “Sonate a quattro” composte da un Gioachino Rossini dodicenne, durante le vacanze estive nel 1804 vicino a Ravenna. Nel titolo essa recita “Sonata a quattro per tre, più uno”, in virtù di una scomposizione matematica dei cangianti colori strumentali. Segue in programma la commissione della Wko al compositore trentenne Danilo Comitini, dal titolo emblematico “So find him”: sorta di sfida in volo metaforicamente alla ricerca di un paesaggio di suoni. Ancora, di seguito, “I quattro elementi” di Paolo Marzocchi, ovvero quattro movimenti per orchestra di una lettura “tridimensionale” e trasfigurata dei quattro duetti Bww 802-805 di Bach. Per concludere, la versione non “titanica” ma “wunderkammeristica” del Concerto in do minore n.3 op.37 di Beethoven, che Paolo Marzocchi suonerà su di un pianoforte “sperimentale”, “fortepianizzato” da Roberto Valli: un suono che potrebbe essere quindi più vicino a quello del tempo di Beethoven.

Il Maestro Paolo Marzocchi
Perché è così “wunder” questa orchestra da camera? Lo abbiamo chiesto a Marzocchi, impegnato ieri mattina in un incontro con gli studenti del Liceo Rinaldini-. «Per due motivi, ci ha risposto: innanzitutto perché l’ensemble è composto da una compagine musicale agile e flessibile, in grado di esprimere tutti i “colori timbrici” di un’orchestra tradizionale pur senza esserlo (i suoi elementi vanno da un minimo di 7 a un massimo di 15 musicisti); poi perché la Wunderkammer è una metafora della camera di un giovane, di un bambino, data la nostra attenzione agli aspetti educativi nei confronti dei ragazzi. È emozionante, per lei e per i colleghi orchestrali, stare a contatto con i giovani? «Assolutamente sì, è una delle nostre prerogative. Il concerto di questa sera ad Ancona è in qualche misura un prolungamento ideale, appunto, di quello di Lampedusa. In quella sede abbiamo dato ai bambini del posto la possibilità di esprimersi a loro modo in musica, attraverso Bach e la rielaborazione che ne abbiamo fatto».
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