Teresa Mannino a Fermo e Camerino
«Dentro l'armadio al riparo da rumori»

Teresa Mannino a Fermo e Camerino «Dentro l'armadio al riparo da rumori»
di Valentina Berdozzi
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 13:33
Chiudi le ante dell’armadio, chiudi le palpebre degli occhi e dopo un imprecisato lasso di tempo, riapri entrambi sul mondo. Se dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fior - come cantava De André - che cosa può derivare da un periodo, più o meno lungo, passato al riparo del rumore del globo, dentro un armadio che è nido e protezione? Se l’è chiesto Teresa Mannino - attrice, cabarettista e conduttrice comica siciliana di nascita e milanese di adozione - e la risposta è stata “Sento la terra girare”, spettacolo in cartellone stasera al teatro dell’Aquila a Fermo e, domani, all’auditorium Benedetto XIII di Camerino, per due ore di risata consapevole e di una comicità raffinata, graffiante, al ritmo sostenuto dei cambiamenti cui si deve suo malgrado adattare la protagonista dopo il risveglio dall’imprecisato letargo.

Un monologo complesso
«Vivo chiusa in un armadio per mesi, forse anni. Un giorno decido di venire fuori, apro le ante e un piccolo raggio di luce artificiale mi acceca. Esco e provo ad aprire gli occhi. Quando riesco finalmente a spalancarli, leggo che il principe Harry si sta sposando e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto sulla notizia meno glamour: com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Insomma, finché sparisce la primavera, finché cambiano le stagioni, va bene; ma che addirittura si sposti l’asse della Terra, non va bene affatto», spiega la Mannino, che del testo è interprete unica e co-autrice. Prende così avvio un monologo complesso, ricco di humour e voglia di svegliare le coscienze, dietro al quale, garantisce la Mannino, c’è una genesi lunga, complessa, e l’astioso confronto con un mondo in rapidissima evoluzione.

Un duro faccia a faccia
Un faccia a faccia duro da metabolizzare, “perché quello che si trova davanti la protagonista al nuovo contatto col mondo è un universo davvero capovolto: è una Terra in cui gli animali si estinguono a un ritmo allarmante; in cui i pesci nuotano in mari di plastica e, sulle spiagge, ci sono più tamarri che paguri. Un mondo in cui mancano acqua da bere e aria da respirare e dove, per di più, hanno inventato il filo interdentale per cani. Vedendo la pubblicità di questo nuovo prodotto, capisco che è davvero troppo: durante il mio sonno, la macchina dei cambiamenti ha davvero messo l’acceleratore, nella direzione di un cosmo in cui tutto ha perso la sua definizione, il motivo vero per cui è stata creato”.
La sensazione di spaesamento, allora, è forte e invadendo ogni cellula, produce quel cortocircuito che è la scarica di elettro-shock in grado di destare le anime. “Quello che porto in scena è uno spettacolo che vuole far ridere ma, anche, riflettere. E’ una presa di coscienza col sorriso sulle labbra perché - come ho scritto nella mia tesi di laurea in filosofia dedicata a Socrate - l’uomo può raggiungere la saggezza e definirsi davvero filosofo solo accettando la sua natura umana e la lontananza dall’olimpo degli dei e della perfezione”.

Il rumore di fuori
Un’accettazione lenta, graduale e consapevole, che la Mannino realizza all’interno dell’armadio in cui, a fine spettacolo, decide di rientrare. Accolta da quelle stesse ante tra cui, però, l’isolamento e l’indifferenza - una volta messo piede fuori e viste le cose - non sono più concesse. E dove la Terra continua a girare con lo stesso, assordante, rumore di fuori - e nessuna protezione.
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