Al Teatro della Fortuna la "Bohéme"
firmata Muscato: «Giovani scioccati»

Al Teatro della Fortuna la "Bohéme" firmata Muscato: «Giovani scioccati»
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 1 Dicembre 2017, 15:59
Al Teatro della Fortuna di Fano, questa sera e domenica alle ore 20, in scena la Bohème con la regia di Leo Muscato, dopo il successo ottenuto al Macerata Opera Festival, in una rivisitazione per lo spazio al chiuso.

La Parigi sessantottina
La sua è una Bohéme ambientata nella Parigi sessantottina, nel fermento culturale, sociale e politico che vedeva giovani in piazza e tensioni contrapposte, grazie ad una intuizione durante la lettura dell’Opera, come ci racconta lui stesso: «Questa visione nasce nel momento in cui l’attenzione si è fermata sulla prima didascalia del testo “Parigi 1830”: non ci avevo mai fatto caso, ma Puccini ambienta l’opera decenni prima e così mi sono incuriosito e sono andato a vedere cosa accadeva in quel periodo a Parigi. Era il periodo delle grandi ribellioni giovanili con il rivoluzionario desiderio di cambiare i costumi sociali, sessuali, politici, con movimenti artistici molto importanti. E lo stesso Puccini, 40 anni prima della stesura di quest’opera, aveva fatto pare del movimento degli scapigliati. Quindi, l’idea che mi sono fatto è che in realtà avesse voluto giocare su un sentimento di nostalgia, perché in platea avrebbero potuto esserci delle persone che come lui avevano fatto parte di questo movimento. Di conseguenza, per cercare di rimanere fedele allo spirito che lo animava, ho optato per una trasposizione vicina a noi che avesse gli stessi valori di ribellione, il ’68. Una nuova operazione nostalgia sia per chi in quegli anni c’era che per chi, come me, non c’era e ne ha un ricordo mitizzato».

Un’opera teatrale
Un approccio totalmente nuovo, come quello di un regista teatrale all’opera: «Ogni volta cerco di avere la stessa qualità di lavoro sia con gli attori che con i cantanti d’opera. In questo caso ho fatto un’analisi del testo identica a quella che faccio nella prosa. Finalmente il mondo dell’Opera si rende conto che per le regie ci si deve rivolgere al mondo della prosa». Una rilettura attuale, cruda e travolgente, senza finti romanticismi: «Non vi è nessun romanticismo nella morte di una giovane, così come nella Traviata. Mimì muore a 20 anni, sola e nel quarto atto la tragedia esplode totalmente. I giovani sono scioccati positivamente da questa Bohème come chiunque desideri lasciarsi stupire». Info: 0721 800750.
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