Simone Cristicchi a Maiolati Spontini
promette: «Vi toccherò fino al cuore»

Simone Cristicchi a Maiolati Spontini promette: «Vi toccherò fino al cuore»
di Stefano Fabrizi
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 13:19
Maiolati Spontini apre oggi la sua stagione teatrale con uno spettacolo di grande impatto emotivo “Il secondo figlio di Dio” con Simone Cristicchi. Così da “Vorrei cantare come Biagio” del 2005 a “ Ti regalerò una rosa” che vinse il Sanremo del 2007 si consolida la fama dell’artista romano. Una notorietà che gli ha permesso di spaziare in altri campi come la letteratura e il teatro. Ed è proprio in questa veste, che racchiude comunque anche le altre due, che stasera si presenta sul palco del Teatro Spontini alle 21. 

Come è nato questo spettacolo?
«Da tempo frequento le zone del Monte Amiata e in più di un’occasione mi sono imbattuto nella storia di un singolare personaggio che è vissuto da quelle parti, David Lazzaretti. Una figura molto amata e poco conosciuta fuori dai confini locali. Mi sono appassionato alla sua storia ed è nato questo spettacolo: l’unico musical con un unico interprete, io».

Ma chi era Lazzaretti?
«In cima a una montagna, davanti a una folla adorante di 4 mila persone, un uomo si proclama reincarnazione di Gesù Cristo: è David Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata”. È il luglio del 1878. Ed è così che il figlio di un carrettaio diventa un predicatore che auspica una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza. Un proto-socialismo che sposa i principi del Vangelo delle origini, citato e studiato anche da Gramsci, Tolstoj e Padre Balducci. Una predicazione che gli è valsa la scomunica come eretico. Una storia che mi ha affascinato soprattutto per il messaggio universale di pace che ora più che mai è necessario».

E la realizzazione dello spettacolo? 
«Tra canzoni inedite e narrazione, ricostruisco la parabola di Lazzaretti vissuto in un piccolo lembo di Toscana. Sulla scena solo un barroccio che si trasforma seguendo il racconto. Il tutto sembra semplice, ma in realtà ha una grande complessità di esecuzione. E in questo voglio citare i miei compagni di viaggio. La storia è stata scritta in collaborazione con Manfredi Rutelli, mentre per le musiche ha avuto il supporto di Valter Sivilotti. Costumi e scenografie sono di Domenico Franchi, mentre la produzione è del Ctb di Brescia. La regia è di Antonio Calenda con il quale avevo già fatto “Magazzino 18”». 

Come viene accolto lo spettacolo?
«Benissimo. Siamo già arrivati a 100 repliche in poco più di un anno e tutte le date sono state sold out. È uno spettacolo che tocca il cuore. Questa di Maiolati è la prima data marchigiana dopo l’anteprima presentata dal palco dello Sferisterio per Musicultura 2016». 

Ci sono stati riflessi nel campo religioso?
«Sì, ma tutti positivi. Credo che abbia aiutato anche il nuovo corso imposto da Papa Francesco. A Brescia è venuto anche l’arcivescovo ed ha avuto parole di lode. Una bella soddisfazione».

E adesso cosa bolle in pentola? 
«Dal prossimo anno sarò il direttore artistico dello Stabile di Abruzzo. Un bell’impegno che mi galvanizza»

Ricordi marchigiani?
«Tanti. A partire da mia madre che è originaria di Fabriano. E poi la frequentazione con Musicultura. Il patron Cesanelli ha creduto subito in me e mi ha sempre spronato ad andare avanti. Senza contare i molti amici che ho e alcuni dei quali mi seguono anche in altre regioni per i miei spettacoli».

Uno spot per richiamare gente questa sera allo Spontini?
«Chi manca non sa quello che si perde, compreso il colpo di scena finale».
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