In partenza la grande estate dei live
Trotta: «Da noi nessuna paura»

Il promoter Claudio Trotta con Bruce Springsteen
Il promoter Claudio Trotta con Bruce Springsteen
di Andrea Maccarone
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Venerdì 26 Maggio 2017, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 19:13
L’estate dei grandi live è alle porte. Ma dopo i fatti di Manchester s’insidia la paura. In alcuni casi le prevendite vanno a rilento. Nelle Marche arriveranno Mannarino, Niccolò Fabi, Baustelle, Lumineers, Daniele Silvestri, Ermal Meta e molti altri. Ma c’è di che preoccuparsi? O ci saranno misure di sicurezza extra? «Inutile fare retorica. Non c’è possibilità di evitare che stragi come quella di Manchester possano accadere di nuovo». È quanto sostiene Claudio Trotta, patron di Barley Arts: uno dei maggiori promoter e organizzatori di concerti in Italia.

Quindi dobbiamo arrenderci all’inevitabile?
«Cosa vuole che le dica? Potremmo allargare l’area perimetrabile, ma ci sarà comunque un “fuori perimetro”. Per ciò che può accadere fuori da una cosiddetta “red-zone” c’è poco da fare».

A Manchester il kamikaze si è fatto saltare in aria nel foyer dell’Arena, quindi dentro la struttura. Anche questo non può essere evitato?
«Si può prevedere lo stesso controllo che viene fatto all’ingresso, anche durante l’uscita. Ma potrebbero volerci 4 o 5 ore per far sì che tutti escano. E se un terrorista si posiziona poco distante, durante il lento deflusso dei presenti? Siamo daccapo».

Quali sono le attuali misure di sicurezza per grandi spettacoli?
«Utilizziamo biglietti nominali, perquisizioni e controlli con le palette metal detector».

L’Italia è al passo con i controlli che si eseguono nel resto d’Europa?
«Direi che siamo tra i migliori d’Europa, e assolutamente al pari di tutti gli altri servizi di sicurezza del mondo. Prima di ogni evento costituiamo un tavolo di concertazione con le forze dell’ordine della città che ospita lo spettacolo. Tutto viene rispettato al millesimo. Ma avvenimenti come quello di Manchester, ripeto, sono imprevedibili ed impossibili da evitare».

E allora?
«E allora andiamo avanti, perché non dobbiamo fermarci. Faremo controlli più approfonditi, va bene. Ma mai fermarsi. Un concerto è identico ad una partita di calcio. Se si ferma lo spettacolo, per lo stesso principio si dovrebbe fermare lo sport. Dovremmo vivere sotto scacco. Mi pare assurdo».

Lei crede che il settore dei concerti possa subire un crollo?
«Non credo. Spero di no. Sicuramente c’è chi adesso avrà paura, e magari rinuncerà ad andare ai concerti più grossi, dove si prevede un numero enorme di partecipanti. Ma non penso che assisteremo ad un crollo delle vendite dei biglietti».

Ariana Grande ha annullato tutto il tour.
Pensa che anche altri artisti possano decidere di fermarsi per un po’?

«La paura è un sentimento rispettabile ed estremamente soggettivo. E’ comprensibile che Ariana Grande abbia annullato il tour, sarà ancora sotto choc. Ma non credo che questo innesti una reazione a catena. La sera successiva all’attentato, sempre a Manchester, hanno suonato i Simple Minds. Condivido la loro scelta».
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