Macerata, lo Sferisterio apre col botto
La Turandot inaugura la stagione

Macerata, lo Sferisterio apre col botto La Turandot inaugura la stagione
di Fabio Brisighelli
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Venerdì 21 Luglio 2017, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 13:24
MACERATA - Siamo finalmente questa sera (ore 21, con repliche il 29 e il 4 e 13 agosto) alla prima di stagione dello Sferisterio, con “Turandot” di Puccini, dopo l’interessante debutto di ieri sera al Lauro Rossi dell’opera da camera del compositore Carlo Boccadoro “Shi” (Si faccia), ispirata alla vita di Padre Matteo Ricci. Ma Puccini “incalza” anche domani sera, con la sua altrettanto celebre opera “Madama Butterfly”.



Due nuovi allestimenti
Si tratta di due nuovi allestimenti per Macerata, l’uno affidato alla coppia registica Ricci-Forte, l’altro al regista Nicola Berloffa, ed entrambi frutto di coproduzione, con il Teatro Nazionale Croato di Zagabria “Turandot”, con la Fondazione Teatro Massimo di Palermo “Butterfly”. Le succinte note esplicative di copertina parlano per la prima di una realizzazione che «coniuga scene di onirica ispirazione dominate dal ghiaccio e dalla Natura con una drammaturgia che ha al centro la protagonista, donna fredda e regale in lotta contro la paura di soffrire». Per la seconda evidenziano invece la postdatazione della vicenda al Giappone del secondo dopoguerra, con le implicazioni che derivano dallo scontro tra due mondi diversi e dalla condizione specifica della donna.

Lo sguardo verso l’Oriente
Lo sguardo all’“Oriente” (motivo conduttore di quest’anno) si completa domenica 30 con la messinscena di “Aida” di Verdi, con la regia di Francesco Micheli, già visionata con successo nel 2014 ( una coproduzione anch’essa, col Comunale di Bologna).

La prima opera di Puccini
“Turandot” è com’è noto l’ultima opera di Puccini, che il compositore non potè condurre a compimento per la sopraggiunta sua morte (1924). Il suo linguaggio musicale è affascinante e moderno, ricco com’è di evidenze impressionistiche e di colorismi scintillanti nello stile di Rimskij Korsakov, di evanescenze felpate alla Debussy, di aperture politonali (ad esempio nel coro degli spiriti) che ricordano Schoenberg; ma che riporta al melodista più autentico nelle arie seducenti di Calaf e di Liù: capaci di far prevalere le ragioni del cuore in una Pechino feudale caotica di violenze e di crudeltà. Con la direzione orchestrale di Pier Giorgio Morandi, alla guida della Form, sono impegnati nei ruoli principali il soprano svedese Iréne Theorin (Turandot), il tenore coreano Rudy Park (Calaf) e il soprano delle Canarie Davinia Rodriguez (Liù).

E poi Cio-Cio-San sul palco
La “Madama Butterfly” (domani sera, sempre alle 21, con repliche il 28 e il 6 e 12 agosto)) ha come protagonista allo Sferisterio il soprano Maria José Siri, l’applaudita Cio-Cio-San della Scala di Milano lo scorso 7 di dicembre; Pinkerton è il tenore Antonello Palombi, Sharpless il baritono Alberto Mastromarino e Suzuki il mezzosoprano Manuela Custer. Alla guida della Filarmonica Marchigiana c’è il maestro Massimo Zanetti. Il coro, come in “Turandot” e successivamente in “Aida”, è il Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”.
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