Da Staffolo a Campodimele, viaggio
nella fantastica "Terra di mezzo"

Da Staffolo a Campodimele, viaggio nella fantastica "Terra di mezzo"
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Venerdì 2 Marzo 2018, 13:21
Dal vino alla scoperta della longevità nel Lazio. Dal vino bianco dei castelli di Jesi a Campodimele, nel cuore del parco regionale dei Monti Aurunci, nel territorio delle province di Latina e Frosinone.


 
1 Il via da Staffolo
Passeggiando lungo le vie e i vicoli di Staffolo si può assaporare un’atmosfera pittoresca e tranquilla. I primi luoghi da vedere sono l’enoteca e il museo dell’arte del vino. Il museo conserva alcuni strumenti tradizionali che si usavano nelle cantine di Staffolo per produrre i vini del territorio, in primis il Verdicchio. Interessante è il torchio per la spremitura delle uve, imponente nella dimensione, che si trova nell’enoteca. Da vedere anche la piccola chiesa di Santa Maria della Castellaretta, che si trova all’uscita del paese in direzione di San Paolo di Jesi. Conserva una iscrizione del 1270 e il nome del maestro Jacopo da Cingoli. Altra luogo degno di visita è la piccola chiesa di San Francesco al Musone. Secondo la tradizione la chiesa venne eretta lì dove San Francesco nella sua predicazione nelle Marche giunse con il compagno Egidio e fece sgorgare acqua miracolosa da una fonte. La chiesa conserva all’interno vari ex voto a testimoniare la fede popolare che circonda il Santo di Assisi. 106 km ora, direzione Foligno.
 
2 Al centro della Valle Umbra
Seguite il fiume Topino fino a raggiungere il cuore di Foligno: piazza della Repubblica. Lì potrete trovare uno straordinario insieme architettonico costituito da duomo, palazzo comunale e palazzo Trinci. Il duomo è dedicato a San Feliciano, patrono della città. Poco distante dal centro (6 km) ecco l’abbazia benedettina di Sassovivo che vanta un meraviglioso chiostro romanico opera del maestro Pietro de Maria: nel mezzo del chiostro la vera della sottostante cisterna, costruita nel 1340. Infine è possibile visitare la cripta di San Marone, un eremita siro-babilonese vissuto nel IV secolo presso la città di Tiro, le cui spoglie furono trafugate il 25 novembre del 2005. Tappa brevissima: 11 km verso Montefalco.
 
3 Tra vigneti e uliveti
Montefalco, circondato da vigneti e uliveti, è situato in cima a una collina che domina la pianura dei fiumi Topino e Clitunno. Per questa favorevole posizione panoramica, dal 1568 gli è stato attribuito l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”. Da qui, nelle giornate più limpide, è possibile ammirare, da vari punti belvedere, un panorama a 360° che spazia dall’intera vallata tra Perugia e Spoleto. Da vedere anche il museo civico di San Francesco, allestito dal 1895 nella ex chiesa intitolata al poverello di Assisi, si divide in tre sezioni: la pinacoteca con opere di artisti locali, la raccolta lapidaria e l’antica chiesa, nella cui abside centrale risplendono le scene della vita di San Francesco affrescate nel 1452 da Benozzo Gozzoli. La tappa più lunga ora, seguendo le orme del patrono d’Europa San Benedetto: 190 km circa e si arriva a Subiaco.



4 Nel segno di San Benedetto
Subiaco, la città dei monasteri fondati da San Benedetto. La visita può partire da Santa Scolastica, il più antico che si conservi al mondo dell’ordine benedettino. Santa Scolastica è uno dei 12 monasteri fondati a Subiaco da san Benedetto da Norcia, il più vicino a quello di San Clemente, dove dimorava lo stesso Benedetto, ed essendo stato fondato attorno all’anno 520 è il più antico d’Italia seguito da quello di Montecassino, e il più antico monastero benedettino al mondo. Fu probabilmente ricavato da edifici appartenenti alla vicina villa di Nerone. Da vedere anche all’interno del monastero di Santa Scolastica la biblioteca che custodisce 4 mila pergamene, 380 volumi manoscritti e 213 incunaboli. 105 km ora, verso Campodimele. Ultima tappa.
 
5 Arrivo a Campodimele
Campodimele è un piccolo borgo medievale che vanta il primato di essere il paese più longevo d’Italia, immerso in un contesto ambientale di grande interesse all’interno del Parco Regionale dei Monti Aurunci. Il centro storico, di fattura medievale, si visita facilmente a piedi, raccolto all’interno della cinta muraria, Restaurata negli anni 90 è composta da dodici torri cilindriche. Di notevole interesse la chiesa di San Michele Arcangelo dell’XI secolo, eretta su un precedente tempio pagano nel punto più elevato del paese. C’è poi il monastero di Sant’Onofrio (XI secolo) originariamente era composto dalla chiesa, a navata unica, con annessa una serie di camerette che fungevano da alloggi a servizio dell’eremo. Distrutto in parte durante la seconda guerra mondiale, è stato restaurato e ricostruito nella parte diroccata negli anni ottanta. Oggi è meta di pellegrini e comitive di visitatori.
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