Da Moresco a Opi, tra storia e viste
mozzafiato sulle cime degli Appennini

Da Moresco a Opi, tra storia e viste mozzafiato sulle cime degli Appennini
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 1 Dicembre 2017, 15:59
La natura al centro di tutto. Alla scoperta della grandezza dell’ambiente che ci circonda. Per comprendere le nostre radici e per guardare verso il nostro futuro.


 
1 -Partenza da Moresco
Moresco vanta una sala consiliare al suo interno è custodita la grande pala d’altare di Vincenzo Pagani, autore anche dell’affresco sotto il portico della piazza che era la navata sinistra della chiesa di Santa Maria in Castro, demolita e sostituita dalla parrocchiale di San Lorenzo. Fuori le mura sono da visitare il santuario della Madonna della Salute e la chiesa di Santa Maria dell’Olmo, ampliata nel 1521 inglobando un’edicola gotica. Secondo la leggenda il toponimo deriva dalle scorrerie dei Mori, anche se è molto più probabile che derivi da una nobile famiglia di nome Mori o dalla parola dialettale “morrecine” che indica il mucchio di pietre su cui poggia il castello. Prossima tappa Città Sant’Angelo. 97 km.
 
2 - Città Sant’Angelo
La Maiella ed il Gran Sasso ad impreziosire una vista mozzafiato. Subito da vedere la bella chiesa intitolata a San Michele Arcangelo. Chiesa che oggi sorge su una precedente costruzione del IX secolo. Ricostruita nel XIV secolo, assunse il titolo di collegiata nel 1353. La chiesa venne ampliata nel Rinascimento. Il campanile, caratterizzata da una base quadrata e sormontata da un tamburo poligonale dotato di una cuspide, fu restaurato dopo il terremoto del 1702. L’interno è a due navate, dedicate a San Michele e San Giovanni. La navata di San Michele ha un soffitto a cassettoni lignei realizzato nel 1911. Curiosità: Luigi Pirandello, Premio Nobel per la letteratura nel 1934, fu presidente della Commissione nella sessione d’esame 1905-1906 nell’Istituto Magistrale “Bertrando Spaventa”. Della sua presenza a Città Sant’Angelo resta una traccia indelebile nella novella “Notte”, compresa nel I volume di “Novelle per un anno”. Prossima tappa San Valentino, 50 km.
 
3- San Valentino in A. Citeriore
È il comune italiano dal nome più lungo, essendo composto da 30 caratteri (esclusi i nomi ufficiali dei comuni bilingui e trilingui) ma non è solo questa la sua caratteristica. Di importante rilievo storico che ne accertano gli insediamenti protostorici sono le grotte terrazzo, grotta riparo e grotta del buco maledetto mentre la presenza di abitanti nel periodo italico è confermata dal ritrovamento di una necropoli nella contrada Sant’Angelo. È presente inoltre il museo dei fossili e delle ambre con la sala paleontologica e quella delle ambre. Inaugurato nel 2004 in un palazzo settecentesco della villa Olivieri, alle porte del paese, conserva vari fossili del territorio abruzzese, risalenti anche a 500 milioni di anni fa. Molto del materiale proviene anche da varie collezioni private Santoni Tanfi e Coccato Antonucci. Ed ora la tappa più breve: 12 km verso Caramanico Terme
 


4- Il gioiello Caramanico
Caramanico Terme Gioiello nel cuore dell’Abruzzo, Caramanico Terme è una di quelle località che sorprendono per la loro bellezza e per il loro patrimonio artistico e storico. Tra questi ecco la chiesa di San Tommaso Becket, meravigliosa chiesa in stile romanico iniziata nel 1202. Nonostante rifacimenti e terremoti, la chiesa conserva tesori artistici, come lo splendido altorilievo del Cristo benedicente con i dodici Apostoli sul portale centrale e gli affreschi duecenteschi nell’interno a tre navate. Nella cripta, invece, un pozzo di acqua sorgiva rimanda ad antichi culti precristiani e alle virtù taumaturgiche delle acque della Maiella. Le attività del paese si sono sviluppate intorno alle strutture termali. Accanto al turismo termale un motivo di attrazione si va imponendo: è il turismo naturalistico legato ai valori ambientali dell’area che rappresenta uno degli scrigni del Parco Nazionale della Majella. Ultima tappa: 90 km verso Opi.
 
5 - In altura c’è Opi
Piccolo tesoro in altura, Opi è un attivo centro turistico, situato a 7 chilometri dalle piste del centro di sci di fondo di Macchiarvana e a circa 3 dalla val Fondillo. Proprio all’interno della sede comunale ecco il museo dello una piccola esposizione di attrezzi sciistici usati nel secolo scorso, con corredo fotografico. Spazio anche per il patrimonio artistico e religioso con la chiesa di Santa Maria Assunta, situata a metà strada tra il nuovo centro e il nucleo storico, danneggiata più volte dai terremoti e ricostruita nella forma attuale nel XVII secolo, anche se tradisce la struttura romanica originaria della chiesa, sorta nel XII secolo. Il secondo edificio è la cappella di San Giovanni Battista, collocata nei pressi della piazza principale, edificata in epoca barocca (inizio XVII secolo) da Vincenzo Rossi, nobile del luogo. Recenti restauri hanno portato alla luce decorazioni lignee, stucchi e marmi policromi.
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