Da Grottammare fino a Benevento
sulle tracce dei grandi pontefici

Da Grottammare fino a Benevento sulle tracce dei grandi pontefici
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 20 Aprile 2018, 13:37
Dalla città di Sisto V a quella di Paolo V, scendendo verso sud alla scoperta dei popoli che resero grande l’appennino. Sanniti, longobardi e naturalmente romani.


 
1 Il via da Grottammare
Tra collina e mare, una città da scoprire percorrendo i vicoli che rivelano monumenti preziosi come la chiesa di Sant’Agostino e la chiesa di Santa Lucia quest’ultima costruita sulla casa che diede i natali al Papa Sisto V. Ed è proprio Grottammare, la città di Felice Peretti, Sisto V. 226° successore di Pietro e pontefice dal 1585 fino alla morte nel 1590. Sempre legata alla storia sistina, ecco San Giovanni Battista, dov’è allestito il museo Sistino con gli oggetti donati dal Pontefice al suo paese d’origine. Da vedere anche il museo del “Tarpato”, dedicato a Giacomo Pomili, detto appunto il Tarpato, per una struttura che recupera e rinnova il palazzo dell’antico municipio. Ora direzione Guardiagrele, in provincia di Chieti. 115 km circa.
 
2 Tappa a Guardiagrele
Un centro storico ben conservato, con le antiche mura, oggi case fortificate delimitate ancora dalle torri medievali, come ad esempio il complesso di torre Adriana e torre Stella, che includono l’accesso mediante porta San Giovanni. Dell’antica città fortificata dei Longobardi rimane il torrione Orsini nei pressi di largo Garibaldi. Da vedere anche piazza duomo, con la bellissima cattedrale di Santa Maria Maggiore che la tradizione fa risalire al 430 d.C.. Poco distante ecco la necropoli di Comino, con oltre 54 tombe che spaziano in un periodo di tempo compreso tra il X secolo a.C. ed il II secolo a.C. Sono stati trovati, inoltre, vari corredi funebri tipo una spada italica con fodero, una punta di lancia, una fibula, un rasoio, un bracciale e dei vasi, mentre per i corredi femminili sono stati trovati gioielli tipo perle in pasta vitrea e qualche anello di bronzo. 100 km circa e si arriva ad Isernia, capoluogo di provincia del Molise.
 
3 Nella città Fraterna
Cuore pulsante di Isernia è il centro storico con il suo antico aspetto ancora a raccontare storie ed immagini che sembrano attraversare gli stretti vicoli di Isernia. Uno dei simboli della città da vedere è fontana Fraterna, una delle opere più significative e più importanti. È composta da blocchi di pietra locale provenienti da un numero imprecisato di edifici nella città e da costruzioni di epoca romana, è formata principalmente da una serie di archi a tutto sesto. Al centro della fontana c’è una lastra di marmo più grande delle altre, decorata con due delfini ed un fiore, proveniente da un edificio sepolcrale. C’è poi la cattedrale di San Pietro Apostolo che sorge su un antico tempio pagano italico del III secolo a.C. La dedica era a Giove, Giunone e Minerva. Ora solo 29 km prima di arrivare a Bojano, una delle culle sannitiche.
 


4 L’antica Bovianum
Aggrappata alla montagna, l’antica Bovianum in provincia di Campobasso descritta da Tito Livo, è un piccolo gioiello da scoprire con la sua cattedrale, il borgo antico restaurato ed il museo civico con la sezione archeologica e una di paleontologia. Sulla montagna, a 1.025 metri di altitudine, si trova l’eremo di Sant’Egidio (in cui la tradizione vuole abbia vissuto il santo che si alimentava del latte di una cerva) del IX secolo, la cui ricorrenza del primo settembre è vista come una vera e propria seconda festa patronale dai bojanesi e in cui migliaia di persone dalle zone circostanti si recano per la festa della montagna. A pochi chilometri c’è il borgo di Civita, dove vi sono ruderi dell’antico castello longobardo. É da segnalare la presenza dell’albero di castagno più antico d’Italia, che ha permesso di datare come probabile l’introduzione della pianta nella Penisola al periodo delle invasioni barbariche. Ultimi 57 km e si arriva a Benevento, Campania.
 
5 Arrivo a Benevento
Benevento non è solo sannita, ma è legata alla storia di Roma e l’arco di Traiano è il monumento simbolo della città. Fu eretto, tra il 114 ed il 117 all’inizio della nuova via Traiana. Alto 15,60 metri, con fornice di oltre 8 metri, ha un’ossatura costituita da massi di calcare ed un rivestimento di marmo. C’è poi il teatro romano, inaugurato nel 126 sotto l’imperatore Adriano, ed ingrandito da Caracalla tra il 200 e 210. La struttura ricorda il teatro di Marcello di Roma. Da ricordare anche palazzo Paolo V, con la costruzione iniziata verso la fine del XVI secolo, sotto il pontificato di Papa Borghese da cui prende il nome. Per la sua funzione, veniva anche chiamato palazzo di città; successivamente fu denominato palazzo magistrale dal nome dell’attuale Corso Garibaldi, via magistrale.
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