Gabriele "Uomo Gatto" Sbattella:
«Sono pronto a stuprivi ancora»

Gabriele "Uomo Gatto" Sbattella: «Sono pronto a stuprivi ancora»
di Daniele Bartocci
4 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Settembre 2017, 12:47
Grinta, carica ed entusiasmo. Un’estate super per l’Uomo Gatto, al secolo Gabriele Sbattella, uno dei personaggi più amati della televisione italiana. Davvero un Catman a tutto campo quello che si è concesso ad una lunga intervista. Un autentico fiume in piena, ricco di emozioni ed aspettative e con tante cartucce ancora da sparare.Ecco l’intervista integrale.

Il 2002 per lei rappresenta l’anno della svolta… Gabriele Sbattella diventa ufficialmente l’Uomo Gatto. Cosa ricorda di quell’annata?
«Quando sono riuscito a sconfiggere Max il Campione Mascherato mi sono sentito il Rocky Balboa della situazione, anche se a dir la verità non mi sono goduto al massimo la vittoria. Infatti temevo che la gente avrebbe reagito male. Max era stimato e amato, io non ero nessuno. Fortunatamente poi non è andata come pensavo e ancora oggi tanta gente mi ama».

Quasi 80 puntate consecutive con Enrico Papi, poi è arrivato Tiramisù che ti ha mandato a casa… Che sensazioni hai provato nell’uscire di scena?
«Era normale che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno capace di sconfiggermi… In ogni modo, da lì in avanti sono arrivate per me tante chiamate da giornali, studi televisivi, locali e club del centro-nord. Addirittura qualche fan mi mandava regali a casa…

Sinceramente si sarebbe mai aspettato tutto questo successo griffato Catman?
«No, nella maniera più assoluta. All’inizio, appena entrò Tiramisù al mio posto, pensavo di tornare in qualche villaggio turistico da animatore, poi il calore del pubblico mi ha fatto cambiare idea… A tal proposito ricordo con piacere la mia presenza negli studi Rai di Via Teulada a Roma e negli studi di Quelli che il Calcio in via Mecenate a Milano con Simona Ventura… In tanti mi bloccarono all’ingresso chiedendo foto, autografi, c’era perfino chi intendeva stamparmi baci sulla guancia… Nel ricordare quelle scene di isteria collettiva, mi sembra di vivere ancora un sogno»

Cosa rispondi a coloro che sostengono che l’Uomo Gatto è ormai una figura morta e sepolta?
«Che sono ancora vivo ed estremamente carico… Gabriele Sbattella si diverte e riceve tante chiamate e inviti in locali, eventi, manifestazioni e studi tv… E il recente successo a Caduta Libera non rappresenta per me un punto di arrivo perché ho ancora numerose cose da proporvi».

Sei stato uno dei protagonisti dell’ultimo Sarabanda… Hai vissuto questa esperienza con l’entusiasmo di 15 anni fa, lo si è visto bene… Come è nata l’idea di tornare da Enrico Papi?
«A dir la verità inizialmente non volevo andare al programma Sarabanda del Ventennale. Ma non perché non ero allenato a livello musicale... Io, la mia famiglia e la mia ex ragazza abbiamo subito negli ultimi tempi numerosi attacchi mediatici. Mi hanno perfino accusato di essere stata la causa principale della rovina di Sarabanda… Ma a febbraio ho seguito il Festival di Sanremo insieme ad una troupe di Sky, la gente che mi vedeva in giro in Liguria mi ha riempito d’affetto, e così ho cambiato idea».

Come ha vissuto lo scorso dicembre le puntate in Caduta Libera, trasmissione Mediaset con Gerry Scotti, e il viaggio vinto a Dubai?
«Io adoro Gerry, condividiamo la stessa passione per la musica. D’altronde la mia famiglia è cresciuta a pane e Deejay Television. A Caduta Libera sono riuscito a portare a casa 11mila euro. Il viaggio a Dubai me lo sono invece guadagnato rispondendo ad una domanda che riguardava proprio una città degli Emirati. Una città, Dubai, che considero il luna park dei grandi, con vie di shopping e skyline di grattacieli impressionanti».

Non dimentichiamo nemmeno il tormentone estivo Mooseca con Enrico Papi…
«Che grandi risate. Enrico è un amico, ci siamo conosciuti per la prima volta al mio casting nel 2002. Se fossimo giocatori di calcio saremmo due punte. Siamo due tipi molto comici, uno la spalla dell’altro. Con Enrico mi piacerebbe un giorno realizzare una trasmissione televisiva del tipo “Viaggio Milano-Roma”.

Cosa rappresenta per te la musica?
«Per me rappresenta la linfa vitale. Ascolto musica da quando avevo due anni. All’inizio era un passatempo poi è diventata una grande passione. La mattina apro gli occhi ed ascolto musica. Durante i viaggi mi fa una compagnia immensa, mi piace ascoltare numerosi artisti degli anni 60-70 e ho anche delle compilation che amo creare ad hoc».

L’abbiamo vista anche nei panni di cantante, in occasione della presentazione il 31 maggio scorso del tuo nuovo singolo Samba…
«Mi è sempre piaciuto cantare, ma non voglio diventare un cantante professionista. Voglio solo divertirmi e divertirvi. Samba è un brano carnevalesco, è una canzone con ritmo latino-americano che se da un lato possiede una vena malinconica dall’altro trasmette allegria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA