Da Monterubbiano a Guardia Perticara
perdersi tra arte, storia e cultura

Da Monterubbiano a Guardia Perticara perdersi tra arte, storia e cultura
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Venerdì 23 Febbraio 2018, 13:50
In viaggio tra arte, buona tavola e natura. Un percorso atipico per chi sceglie di andare verso sud. Attraversando Abruzzo e Molise fino a scoprire uno dei borghi più belli e misteriosi della Basilicata.
 


1 Il via da Monterubbiano
L’antico Castrum Montis Rubbiani dell’anno mille è diventato proprietà degli Sforza e poi del Papa. Resta poco di una vecchia cinta muraria, ma nonostante tutto l’impianto medioevale è salvo. Da vedere l’attrazione principale di Monterubbiano, il museo archeologico. Ornamenti bronzei del piceno, pettorali decorativi e molto altro ancora. Presenta anche una sezione numismatica. Da vedere anche la collegiata di S. Maria dei Letterati, con opere di Vincenzo Pagani, artista della prima metà del Cinquecento, nato a Monterubbiano, l’antica pieve dei SS. Stefano e Vincenzo, del XI sec. e la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, del 1238 con affreschi del XVIII sec. Ora 86 km verso Atri.
 
2 Tappa ad Atri
Da vedere anche il museo capitolare con la sua collezione che comprende opere dal XIII al XX secolo, tra cui un affresco staccato del XIII-XIV secolo, una Madonna attribuita a Silvestro dell’Aquila e datata tra XV e XVI secolo e una Madonna con Bambino del suo allievo, Carlo dell’Aquila. Da segnalare anche un trittico con sculture di Tolmezzini, degli inizi del XVI secolo, una Madonna e Santi di Antonio Solario, una Natività e una Flagellazione attribuite a Pedro de Aponte e i Santi Francesco e Leonardo di Ippolito Borghesi, tutti ancora del XVI secolo. Di particolare interesse la collezione di manoscritti, che comprende un messale, un antifonario e un lezionario abruzzese (XIII secolo), il “decreto di Graziano” della metà del XIV secolo, il “Messale degli Acquaviva” e una raccolta di formulari giuridici, del XV secolo. Nuova tappa: 92 km verso Fara San Martino.
 
3 La città della pasta
Per una visita a Fara San Martino, una delle capitali mondiali della pasta, partenza dal borgo di Terravecchia: parte più antica del centro storico, con il palazzo Di Cecco e la chiesa di Santa Maria Annunziata. Posto in posizione elevata, risale al XIII secolo, come si presenta oggi, ed è delimitato da un impianto circolare attorno uno sperone roccioso che volge verso la gola. L’accesso è inquadrato nella porta del sole. La porta ha una lunetta con raffigurazioni della Vergine tra Sant’Antonio e Sant’Emidio. Emergenze dell’impianto ortogonale sono archi e porte urbiche ancora conservate, oltre la porta del Sole. Le altre porte sono Porta da Piedi, Porta del Re, dall’accesso dal fiume. Da vedere anche i ruderi dell’ L’abbazia di San Martino in Valle era un’abbazia benedettina i resti della quale sono attualmente raggiungibili dopo aver attraversato le Gole di Fara San Martino a Fara San Martino in provincia di Chieti. Tappa breve ora: 63 km verso Agnone.
 


4 La città sannita
Agnone, città antica con un passato sannita, è sede del più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane (Pontificia fonderia di campane Marinelli), fondato intorno all’anno 1000 e tra i pochi che possano fregiarsi dell’onore di utilizzare per i propri prodotti lo stemma pontificio. Molto interessante, esplorando il centro storico la chiesa di San Francesco. Nonostante le piccole dimensioni, conserva opere pittoriche di vari artisti. Sulle pareti laterali si trovano due grosse tele, del sec. XVIII dell’agnonese Pelle: a sinistra è rappresentata “Elena che assiste al ritrovamento della Croce”, a destra vi è “L’Adorazione della Croce”. Sulla parete frontale del coro, dietro l’altare maggiore, datata 1761, una grossa tela di Paolo Gamba raffigura “I serpenti velenosi ed il serpente di bronzo”. Ultima tappa: la più impegnativa: 340 km fino a Guardia Perticara.
 
5 Arrivo a Guardia Perticara
Ultima tappa in Basilicata,a metà strada tra Matera e Potenza, in un centro noto anche come “il paese dalle case in pietra”. Guardia Perticara è un borgo legato alla cinematografia italiana, visto che proprio tra queste case sono state girate alcune scene di “Cristo si è fermato ad Eboli” di Francesco Rosi (scene della piazza, della casa del Podestà e della chiesa). Da vedere tra queste piccole vie di pietra la chiesa di Sant’Antonio. All’interno della chiesa vi sono: le tele dell’Annunciazione di Biagio Guarnacci del 1751 e dell’Immacolata del 1857 (anno di un terribile terremoto) di autore ignoto; due sculture lignee raffiguranti Sant’Antonio e l’Addolorata e due leoni erratici del XVI secolo. Nei dintorni sono da vedere le grotte basiliane, i ruderi dell’antica città di Turri e il bosco comunale Amendola, 500 ettari di macchia mediterranea.
 
 
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