Da Cupra a Sant'Agata riscoprendo
l'Italia che non conosce ritmi stressanti

Da Cupra a Sant'Agata riscoprendo l'Italia che non conosce ritmi stressanti
di Saverio Spadavecchia
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Venerdì 25 Maggio 2018, 13:08
Dal mare Adriatico ai monti del sub-appennino dauno. Un viaggio alla scoperta di luoghi magari poco noti al grande turismo ma ricchi di fascino, preziosa occasione per ascoltare la voce di un’Italia che ancora si muove lenta e senza l’ossessione della modernità a tutti i costi.
 


1 Il via da Cupra Marittima
Di notevole interesse Marano, borgo fortificato e nucleo medievale di Cupra Marittima. Si dette degli statuti comunali fin dal 1076 e, in tarda età medievale, fu coinvolta nelle lotte fra ascolani e fermani per il controllo del territorio. Nel XVI secolo fu saccheggiata dai Turchi e nel 1861 fu annesso al nascente Regno d’Italia. Altra tappa obbligatoria il museo malacologico. Il museo nasce nel 1977 a Cupra Marittima dalla necessità di esporre al pubblico la consistente collezione di conchiglie di Tiziano e Vincenzo Cossignani. 146 km ora, per arrivare in provincia di Chieti, a Lama dei Peligni.
 
2 Tappa a Lama dei Peligni
La cittadina si lega saldamente alla natura, parte del parco nazionale della Majella e prima area faunistica del camoscio d’Abruzzo della Majella. Una natura che però va a braccetto con luoghi di culto rupestri come la grotta di Sant’Angelo. Un piccolo eremo nascosto in una grotta, a 1.200 metri circa sul livello del mare, la cui parte frontale era interamente chiusa, con un unico accesso al centro, mentre l’interno era costituito da due ambienti di diversa grandezza. Il primo, che conserva ancora i resti di un piccolo altare sormontato da un’edicola lignea, costituiva la zona presbiteriale del complesso, come testimonia anche la presenza di un’acquasantiera scavata nella roccia della parete d’ingresso; il secondo ambiente, di dimensioni più piccole, era il nucleo abitativo dell’eremo. Da ammirare, tornando in città, la piazza Umberto I e la chiesa di Gesù Bambino che rende unica la visione del centro storico del centro in provincia di Chieti. Tappa breve ora, si rimane in provincia di Chieti perché in soli 20 km si arriva a Roccascalegna.
 
3 Nel borgo di Roccascalegna
Il borgo medievale di Roccascalegna presenta molte attrattive storico- culturali. Partire dal Castello è scelta obbligata, munito di ben quattro torri e cinto di mura. C’è l’Abbazia di San Pancrazio che mostra le tracce di un passato glorioso e di un antico splendore. Senza dimenticare che all’interno del complesso del castello stesso si trova la chiesa di San Pietro. Alcune fonti della chiesa risalgono 1568, ma analizzando lo stile architettonico, la chiesa risulta antecedente, dato che l’abside risulta leggermente ruotato rispetto all’asse centrale della chiesa struttura riconducibile alla reclinatio capitis tipica del medioevo e su di un arco del presbiterio è incisa la data del 1461 e fino al ‘600 vi potrebbe essere collocato una seconda serie di lavori di costruzione. Sul campanile è scolpita la data 1805 che potrebbe ricondurre alla data di costruzione del medesimo o ad una data di restauro epoca in cui la chiesa finì di essere utilizzata come luogo di sepoltura (poi venne costruito un cimitero ove vennero tumulate le salme all’interno della chiesa). Verso Mattinata ora, 217 km circa prima di arrivare nella città del Gargano in provincia di Foggia.


 
4 Sul golfo di Manfredonia
Mattinata­si affaccia sul golfo di Manfredonia ed è mare, storia ed arte. C’è il monte Saraceno, noto per le tombe di origine etrusca custodite dall’omonimo parco archeologico, e la rupe del Monte Sacro, con gli affascinanti ruderi dell’Abbazia della Trinità. Necessario anche un tuffo nel mare del Gargano. La baia delle zagara sarà a pochi possi dal centro cittadino per accogliere la vostra voglia d’estate. Baia famosa anche per i faraglioni diventati uno dei più importanti simboli delle bellezze naturalistiche di tutta la Puglia e del Parco Nazionale del Gargano in particolare. Dal mare del Gargano ai monti Dauni: 113 km in direzione Sant’Agata di Puglia. Tappa finale del viaggio.
 
5 Arrivo Sant’Agata di Puglia
A Sant’Agata di Puglia è d’obbligo la visita al castello imperiale simbolo cittadino che fu roccaforte di controllo militare sulla valle del Calaggio in epoca bizantina e longobarda. Solo dopo l’XI secolo passò in mano longobarda. Nel tempo, la rocca perse le sue caratteristiche difensive trasformandosi in una residenza abitativa e tale rimase fino alla metà dell’Ottocento, finché non fu abbandonata ed acquistata dal Comune nel 2000. Ecco che dal castello si scende verso il borgo medievale. La prima cinta murata, longobardo-normanna, poi restaurata dagli Svevi e dagli Angioini, è stata eretta a protezione del Castello. Molte le botteghe di prodotti tradizionali agroalimentari (tra i quali spicca l’olio extravergine di oliva Dop Dauno) e di artigianato autentico.
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