Che sapore di mare a Vongolopolis
Porto San Giorgio, profumo di sirena

Che sapore di mare a Vongolopolis Porto San Giorgio, profumo di sirena
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 18:06
PORTO SAN GIORGIO - La salsedine penetra tra le vie da quel mare blu, che fa da sfondo a una scenografia longitudinale. Sviluppatasi parallela alla costa per quinte successive, le vie fitte di casette di pescatori e palazzine Liberty, la cittadina ha il cuore in piazza San Giorgio. Da qui si diparte la strada che conduce nell’entroterra, sorvegliata dalla Torre dell’Orologio, e dalla sirena che abita la Fontana della Democrazia e dell’Abbondanza. Ha in mano spighe e melograno, simboli propizi di una cittadina operosa, che ha fatto del mare la sua ragione di vita e la sua ricchezza.

Una flotta da record
Tutto sa di mare, a Porto San Giorgio. La marineria è rappresentata da una delle flotte più importanti dell’Adriatico. Conta una cinquantina di vongolare, e per questo da qualche anno, a luglio, si celebra Vongolopolis: per diffondere conoscenza scientifica, ma soprattutto per gustare le vongole dell’Adriatico, uniche al mondo. È una della tante iniziative che qui esaltano l’arte di saper cucinare il pesce: nella “guerra dei brodetti”, eterna competizione tra le città costiere marchigiane a chi detiene il primato per la ricetta più ortodossa, i sapori migliori, Porto San Giorgio si è accaparrato il titolo di De.Co. La comunità cittadina ha infatti varato la Denominazione Comunale d’Origine per il “vero brodetto alla Sangiorgese”. Minime, le varianti, in ogni famiglia, purché siano almeno tredici i tipi di pesce utilizzati, scelti tra sgombro, gattuccio e palombo, merluzzo, suro, scorfano, sanpietro, gronco, triglia, merlano, baraccola (o razza), rana pescatrice, tracina, gallinella di mare, pesce prete, moscardino, mazzancolla, cefalo e granchio. Sfidiamo chiunque a riconoscerli uno per uno, nel dorato intingolo profumato di mare.



A Villa Bonaparte
I più tradizionalisti lo pretenderanno persino al pranzo di nozze, purché il banchetto sia apparecchiato nel magnifico giardino di Villa Bonaparte, che fu buen retiro di un fratello minore di Napoleone, Girolamo. Ne affidò il progetto, nel 1826, a Ireneo Aleandri, e l’intitolò alla moglie Caterina. E oggi è location preferita dai wedding planner, col grandioso salone affrescato al piano nobile, dai soffitti alti otto metri, affacciato su un giardino secolare, orlato dalla nobile “orangerie”. Dalla parte opposta di Piazza San Giorgio, ben più severe mura, quelle della duecentesca Rocca Tiepolo, diventano di notte suggestivo sito per spettacoli sotto le stelle, accanto alla chiesa che dà il nome alla città, sul cui altare splende (purtroppo solo) la riproduzione di uno dei più bei Polittici che Carlo Crivelli ha dedicato a questa terra, che ora è disperso tra sei o sette musei del mondo.

Racconti di marineria
Ma la meta preferita dai turisti che approdano al porticciolo, uno dei primi e più grandi per le imbarcazioni da diporto delle Marche, è di certo il Museo del Mare. Non vorranno perdersi i reperti collezionati da Stefano Campussè, detto il Guardiano del Faro, che a Villa degli Oleandri sa affascinare i visitatori con i suoi racconti di marineria. Qui, tutti gli oggetti esposti si possono toccare. E alla fine ogni bambino può sentirsi capitano, sul ponte di comando di un simulatore che riproduce l’attrezzatura, oltre che il rollio e il beccheggio, di un’imbarcazione. Attenti al mal di mare!



Da undici anni l’organo è un affare internazionale
Da undici anni il Festival Organistico Internazionale, ideato da Mario Ciferri, docente di Organo al Conservatorio di Fermo, si svolge nella chiesa di San Giorgio Martire, sull’organo Zanin da duemila canne. Le date: il 28 luglio con Arno Hartmann; 4 agosto con l’organista napoletano Sergio Orabona; il 18 agosto con Gordon Mansell (ore 21,30).

Le spettacolari fritture nella Padella Gigante
A Ferragosto, la Festa del Mare culmina con le spettacolari fritture nella Padella Gigante dell’Adriatico, del diametro di sei metri sull’orlo. Capienza: ben mille litri di olio. Nata negli anni ‘60, la sagra ricorda lo sciopero del 7 aprile 1795, quando l’artigiano Tommaso Mostarda costruì la prima enorme padella per un pranzo comunitario di tutti i pescatori.
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