Cinque parchi in cinque giorni
nel canyon regno delle antilopi

Cinque parchi in cinque giorni nel canyon regno delle antilopi
di Stefano Rispoli
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 13:14
Cinque parchi in cinque giorni. Si può? Certo, basta armarsi di buona volontà. Si passeggia di giorno e si guida di notte: un tour on the road da 850 miglia tra California, Arizona, Utah e Nevada, partendo dal Grand Canyon. Le sue maestose rocce, levigate in milioni di anni dal fiume Colorado, sono pagine di un libro di storia. Con 24 ore a disposizione si pone una scelta: North o South Rim? Meglio il versante sud, più comodo. Ogni punto d’osservazione ha il suo fascino: prendete il pullman che costeggia il canyon e scendete e salite a piacimento.



Le escursioni
Se avete tempo, ci sono escursioni a piedi, in bici, in elicottero, perfino su un mulo e potete arrivare allo Skywalk, piattaforma sospesa nel vuoto. Un consiglio: non date da mangiare agli scoiattoli, non sono così teneri come sembrano. Solo “on the road” si possono conoscere gli States fino in fondo: lunghi viaggi in lande deserte, dove imbattersi in un coyote è più facile che trovare un’area di servizio. Potete far tappa in una delle tante ghost town, ex cittadine di minatori: le più celebri sono Calico e Sedona, ma ne troverete altre lungo il percorso per la Monument Valley, nella riserva degli indiani Navajo. La highway 163 (percorretela al tramonto, offre scorci spettacolari) vi condurrà ai monoliti che si stagliano all’orizzonte, un tempo venerati dagli indigeni (l’elefante, l’orso...), esaltati dai film western di John Ford. Soggiornate al Goulding’s Lodge e svegliatevi all’alba per essere investiti dall’esplosione rossa delle meravigliose rocce sabbiose, come su Marte. Il parco si gira in due ore d’auto (esistono anche tour organizzati in jeep e a cavallo), ma occhio alle buche. I must: costruire la vostra pila di sassi nel deserto, acquistare un acchiappasogni o una bambola “kachina” e assaggiare un taco Navajo con pane fritto e fagioli, pesante ma delizioso. Con la 98 arriverete in due ore a Page, famosa per le viste mozzafiato sul Lake Powell (tra cui l’Horseshoe Bend, scenografico meandro del Colorado a ferro di cavallo) e per l’Antelope Canyon, un tempo rifugio delle antilopi: un gioiello inimitabile, arancione intenso, un miracolo di forme sinuose disegnate dall’acqua e dal vento. La visita all’Upper Antelope è più costosa e va prenotata con largo anticipo: quella al Lower, a cui si accede tramite ripide scalette in acciaio, permette di entrare nel cuore del canyon di arenaria, unico nel suo genere. Come unico è il Bryce Canyon: come fanno quei pinnacoli rossi (“hoodoos”) a restare in piedi da milioni di anni, sfidando le leggi della fisica?

I mostriciattoli
Per gli indiani erano mostriciattoli che il dio Coyote trasformò in sassi. In effetti hanno un che di mistico quelle guglie sospese nel vuoto, da ammirare all’alba al Bryce Point, senza rinunciare a una passeggiata lungo il Navajo Loop per ammirare gli archi naturali disegnati dai ghiacci nelle rocce. Non indugiate troppo, però: vi aspetta una lunga traversata per la Death Valley, che molti diluiscono con una sosta a Las Vegas (è di strada). La Valle della Morte, tra California e Nevada, detiene due record: i 56 gradi registrati nel 1913 e il punto più basso d’America, 86 metri sotto il livello del mare a Badwater, ex lago preistorico che ha lasciato distese di sale e un paesaggio lunare. Dalla depressione “aliena” alle montagne, passando per la spuma rocciosa di Zabriskie Point (che ispirò il film di Michelangelo Antonioni), la Artist’s Palette, dove le colline colorate di viola, verde e rosso sembrano la tavolozza di un pittore impressionista, fino alle dune di sabbia di Mesquite Flat. Doppio rammarico: lo Scotty’s Castle (villa spagnola degli anni ’20 vicino al cratere di Ubehebe) resterà chiuso fino al 2019, mentre per arrivare alle famigerate rocce che si muovono da sole (alla Racetrack Playa), con le incredibili scie rettilinee tracciate sul terreno, dovrete affittare in loco una 4x4. Ne vale la pena, magari non a Ferragosto...



Sulle orme dei dinosauri
Tuba City, la più grande comunità Navajo, è sulla route 160 che collega il Grand Canyon alla Monument Valley: fatevi guidare da un cicerone che in cambio di una mancia vi porterà alle Dinosaur Tracks sulle orme di dinosauri sedimentate nelle rocce: finzione o realtà, è comunque sbalorditivo.
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