Vespe, api e calabroni: l'allergia è
un rischio per tutti, bambini compresi

Vespe, api e calabroni: l'allergia è un rischio per tutti, bambini compresi
di Piero Lai
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Martedì 25 Luglio 2017, 13:40
Estate tempo di imenotteri. Ma con l’arrivo di api, vespe e calabroni anche le punture sono dietro l’angolo. Dunque in vacanza, che sia al mare, in montagna o in campagna, è importante essere informati sulle reazioni allergiche da pizzichi di insetti e su come trattarle. Ecco allora alcuni consigli dagli esperti allergologi della campagna d’informazione “Punto nel vivo”, patrocinata da FederAsma e Allergie onlus-Federazione italiana pazienti, utili alle mamme per proteggere in particolare i bambini.

Le punture
Generalmente per i bambini le punture di api e affini non sono pericolose anche se molto dolorose - spiegano gli esperti - L’incidenza dei soggetti in età pediatrica che possono manifestare reazioni sistemiche dopo una puntura di imenotteri è più ridotta (2%) rispetto agli adulti. Come per gli adulti però, quando il bimbo è allergico al veleno, si possono avere gravi reazioni anche con shock anafilattico. «Anche i bambini come gli adulti possono essere a rischio di reazioni allergiche a seguito della puntura di imenotteri - spiego Elio Novembre, direttore del dipartimento di Allergologia dell’Aou Meyer di Firenze - e come gli adulti possono essere adeguatamente trattati con l’immunoterapia specifica. Le reazioni allergiche sistemiche nei bambini possono essere trattate anche a partire dai 3 anni di età». Ma come riconoscere una reazione allergica?



Le quattro reazioni
Quando si viene punti da un imenottero possono verificarsi quattro differenti situazioni. La puntura semplice: in caso di puntura senza reazione allergica, sulla superficie della pelle si manifesta un piccolo pomfo di circa un centimetro di diametro. Importantissimo, in caso di puntura di ape, rimuovere subito il pungiglione con un oggetto dal bordo sottile, evitando che esploda il sacco velenifero in esso presente. Lavare subito con acqua e sapone e refrigerare la parte interessata dalla puntura.
C’è poi la reazione allergica modesta: il pomfo generato a seguito della puntura può raggiungere i due o tre centimetri di diametro e avere una durata prolungata. In questo caso si può ricorrere, oltre ad acqua, sapone e ghiaccio, ad una crema cortisonica.
Inoltre c’è la reazione estesa: il pomfo supera le dimensioni di 10 centimetri di diametro e ha una durata prolungata oltre le 24 ore. In questo caso, se si manifestano anche sintomi pruriginosi, oltre alle precedenti misure si può usare anche un antistaminico per via orale. Può essere utile recarsi al pronto soccorso ed è comunque indicata una visita da un allergologo.
Infine, ci può essere la reazione generalizzata: si ha una reazione generalizzata quando subito dopo la puntura subentrano sintomi respiratori e cardiocircolatori (orticaria, difficoltà a respirare, edema della glottide, shock anafilattico). In questo caso è importante recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino oppure, se il bambino è già un soggetto allergico, procedere con la somministrazione di adrenalina.
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