Il grande ruolo nei sensi dell'amore:
il partner è spesso scelto a naso

Il grande ruolo nei sensi dell'amore: il partner è spesso scelto a naso
di Piero Lai
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Martedì 20 Febbraio 2018, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 16:37
Udito, vista, tatto ma soprattutto olfatto. «I sistemi sensoriali lavorano per la scelta delle preferenze sessuali, ma udito e tatto sono penalizzati. La vista permette di cogliere le caratteristiche attrattive più immediate, ma poi entra in gioco l’olfatto. Insomma, il partner si sceglie a naso». Ad esaminare il ruolo dei sensi nell’amore e nel sesso è Andrea Mazzatenta, della sezione di Fisiologia e fisiopatologia del Dipartimento di neuroscienze dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara. «Partiamo dalla vista e dal potere della diversità. Ce lo mostrano bene i moscerini della frutta: la Drosofila melanogaster in genere è marrone, se ne metti una bianca nell’ambiente, tutte saranno attratte da quest’ultima. È l’effetto mosca bianca, che nell’Italia mediterranea calamita gli sguardi su un esemplare svedese o dalla pelle molto scura, e in Svezia fa le fortune dei mediterranei o delle persone di colore. Siamo attirati dai tratti fenotipici lontani da noi, perché la natura li preferisce: così aumenta la variabilità genetica», assicura il ricercatore.

La vista non dà garanzie
«La vista però non offre garanzie. Per questo a livello percettivo subentra l’olfatto che, come abbiamo visto in alcuni esperimenti, comanda sulla vista stessa». Il team di Mazzatenta ha realizzato un test mostrando a gruppi di studenti immagini di persone reali e non, di varie età. I volontari dovevano dare un punteggio in base a caratteristiche come piacevolezza, familiarità e attrazione a ciascun soggetto. Ma attenzione: in alcuni momenti i ricercatori erogavano di nascosto un profumo nella stanza: si trattava di aromi commerciali e ben definiti, profumi da donna o da uomo. Ebbene, «abbiamo viso che il profumo provocava un’alterazione delle risposte e che in effetti l’olfatto comanda la vista. Se infatti nell’aria c’era un profumo maschile, le donne eterosessuali giudicavano più piacevoli e attraenti i soggetti maschi che stavano valutando. E lo stesso è accaduto per gli studenti etero alle prese con volti (e profumi) femminili», spiega il ricercatore.

Una guerra biochimica virtuale
Ecco perché non si dovrebbe mai sottovalutare il potere di un profumo. «Ma in gioco non c’è solo il profumo, anzi. La chiave sta nei feromoni, che viaggiano attraverso il sistema accessorio e regolano, ad esempio, il ciclo mestruale. È il meccanismo attraverso il quale, in un gruppo di donne, il ciclo si sincronizza sulla dominante, che non è la più bella o la più simpatica. Ma la vincitrice di una guerra biochimica virtuale».Proprio i feromoni, molecole inodori, sono protagonisti di una serie di esperimenti condotti da Mazzatenta. «Se diamo feromoni maschili a donne eterosessuali si attiva una zona chiave del sistema libico, il cosiddetto cervello rettiliano, una parte molto antica del nostro cervello. Questo non accade nei maschi etero, ma si verifica in quelli gay. Resta da capire se le donne (e i gay) hanno questa preferenza sessuale perché il loro cervelletto risponde così, oppure il cervelletto si è modificato in base alle preferenze sessuali», dice l’esperto. Curioso anche il risultato di un esperimento condotto dal team con la termocamera, per vedere quali zone del corpo delle studentesse si riscaldassero dopo una stimolazione con feromoni o con un placebo. «Se la volontaria era in fase ovulatoria con i feromoni si verificava una vasodilatazione e la donna si riscaldava, mentre in una fase non fertile “congelava”, con un brusco calo della temperatura. Ecco spiegati i mal di testa femminili: in alcuni momenti le donne non sono pronte e a livello fisico trovano respingente» l’odore di maschio. Non solo. «Nel nostro ultimo lavoro abbiamo visto che i feromoni maschili rigonfiano nelle donne eterosessuali i turbinati del naso», con una specie di erezione. Insomma, alla fin fine scegliamo a naso il nostro partner.

L’aspirina funziona come la pillola blu
L’aspirina come la pillola blu? Secondo uno studio condotto da ricercatori turchi, il medicinale sarebbe efficace contro la disfunzione erettile. Una pillola da 100 mg al giorno per 6 settimane ha ridotto il problema negli uomini trattati, secondo il team di Zeki Bayraktar dell’Istanbul Medipol University. All’inizio dello studio il 70% dei 184 uomini coinvolti (età media 48 anni) non raggiungeva l’erezione. Entro la fine dello studio i ricercatori hanno registrato un passaggio del “punteggio di funzione erettile” da 14,3 su 30 (meno del 50%) a 21,3 (più del 75%) in base all’Index of Erectile Function. Il lavoro, si legge sul Daily Mail, è il primo a indagare sull’effetto del medicinale antiaggregante sulla disfunzione erettile.Lo studio ha monitorato 120 uomini sotto aspirina e 64 sotto placebo. Nel corso delle 6 settimane di trattamento il numero e la quantità di rapporti dei soggetti sono stati monitorati dai ricercatori. Alla fine dello studio c’era una notevole differenza nelle risposte tra quanti avevano assunto aspirina e il gruppo sotto placebo.
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