Rimuginare può diventare malattia
ma l'immaginazione riesce a guarirla

Rimuginare può diventare malattia ma l'immaginazione riesce a guarirla
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Martedì 1 Agosto 2017, 16:18
In inglese è l’overthinking, in italiano troppi pensieri: la ruminazione mentale è tipica dell’essere umano, in particolare delle donne, ed è provocata dalla ricerca spasmodica, persistente ed invasiva della causa di tante difficoltà. «La mente ha la caratteristica di ritornare continuamente sulle preoccupazioni irrisolte», spiega il brain trainer, Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana. «Il rimuginio - prosegue - nasce dalla percezione di una minaccia da parte dell’individuo che ritiene di avere un problema da risolvere, il quale spesso non riguarda il passato o il presente, ma il futuro. La conseguenza è che queste apprensioni costanti non ci permettono di concentrarci su ciò che stiamo facendo».



La soluzione
Impiantare un chiodo fisso nella testa, non porta immancabilmente alla soluzione dei problemi, anzi, a lungo andare la mente superaffollata da pensieri negativi può diventare affetta da dubbio patologico e scatenare insonnia, depressione e stress. Ma c’è di più, come spiega il neuropsicologo: «Una preoccupazione eccessiva e costante è caratteristica del disturbo d’ansia generalizzato, che compromette anche la sfera sociale e lavorativa. L’ansia comporta una riduzione nel controllo dell’attenzione e compromette la capacità della memoria di lavoro (quella a breve termine che consente di ricordare un’informazione per il tempo necessario ad eseguire un compito)».

Gli effetti
Gli effetti dell’apprensione costante sono stati indagati da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Behaviour Research and Therapy, riferito da Iannoccari: «Eleanor Leigh e Colette R. Hirsch hanno rilevato che il rimuginio compromette la memoria di lavoro, attraverso il modo in cui viene espressa la preoccupazione: verbale, tramite il linguaggio mentale; visivo, con la creazione di immagini mentali. L’overthinking si esprime quasi esclusivamente attraverso il pensiero verbale, cioè il racconto, mentre sono meno attivi i pensieri per immagini mentali. Il rimuginio verbale in persone con alti livelli di inquietudine esaurisce rapidamente le risorse attentive e della memoria di lavoro, rendendo così difficile anche allontanare pensieri negativi e intrusivi». In sostanza, un atteggiamento di chiusura penalizza anche il tentativo di reazione, e quello che può essere un semplice disturbo, rischia di portare invece a vere e proprie patologie, che possono arrecare grave pregiudizio alle persone coinvolte.

Il rimedio
Visto il processo complesso e difficile da arrestare, sembra impossibile gestire la ruminazione mentale, ma il brain trainer indica il rimedio: «Il pensiero verbale è astratto, meno concreto e specifico rispetto a quello per immagini. Questa sua caratteristica impedisce di “vedere” il problema e quindi boicotta la soluzione e l’elaborazione emotiva. Essendo la memoria di lavoro necessaria per mettere in atto le strategie per difendersi dai pensieri negativi, introdurre il pensiero per immagini aiuta a bloccare il processo che innesca l’overthinking e il suo circolo vizioso. Allenare l’immaginazione, stimolando la capacità di pensare per immagini, serve a difendersi dal rimuginio».



Chi e dove?
L’allenatore delle performance intellettuali è un professionista neuropsicologo, appositamente formato, che conosce in modo approfondito il funzionamento del cervello e le sue espressioni cognitive, tanto da poter intervenire con efficacia e attivare le risorse di ogni singolo soggetto. Gli incontri con gli esperti della mente si possono svolgere ovunque, negli ambulatori professionali, al domicilio dell’utente, nelle palestre.

Perché?
La ricerca scientifica mondiale ci informa che le abilità cognitive sono soggette al logorio del tempo. Dopo i 30 anni qualunque individuo perde inesorabilmente circa l’1% di funzionalità della mente all’anno, tuttavia questo declino può essere rallentato se si mantiene un’attività intellettiva vivace e incentivata. Inoltre, oggi più che mai, le abilità mentali sono considerate specifici strumenti per affrontare le incombenze quotidiane.
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