Peroli: «Il ginnasta agonista è super
stressato e va gestito al meglio»

Peroli: «Il ginnasta agonista è super stressato e va gestito al meglio»
di Alessandra Cicalini
2 Minuti di Lettura
Martedì 28 Novembre 2017, 15:54
Un ginnasta agonista è una macchina super-stressata, da gestire adeguatamente. Da un’osservazione del genere è partito Luigi Peroli, insegnante di ginnastica al Liceo Scientifico sportivo di Porto Sant’Elpidio, oltre che allenatore di diverse generazioni di atleti fermani (come il campione Carlo Macchini, con lui nella foto) per la Federazione ginnastica d’Italia (Fgi) delle Marche. «Mi ero stufato di vedere i miei ragazzi affetti da mal di schiena e spalle, così ho studiato».

Che cosa ha studiato?
«Dopo il master in Posturologia alla Sapienza di Roma, ho deciso di approfondire il Metodo Mézières insegnato al Cermag, sempre nella capitale, da Jacky Renault: è stato lui a mettere per iscritto i principi di Francoise Mézières».

In che cosa consistono?
«Si basano sulla scoperta delle catene muscolari, all’origine di un metodo di cura che guarda alla globalità del corpo piuttosto che al singolo muscolo infiammato».

Quante e quali sono le catene interessate?
«Sono quattro, ossia la catena posteriore, che parte dal tallone per arrivare alla parte posteriore del cranio, l’anteriore, che va dalla punta del piede al cranio anteriore; poi c’è la catena crociata (dal tallone sinistro alla spalla destra e viceversa) e la catena profonda anteriore o viscerale, che parte dall’addome e arriva al pericardio. Quest’ultima è molto importante per le donne».

Perché?
«Pensi ai dolori ai lombi o alla testa che si provano durante il ciclo mestruale, ossia da tutt’altra parte rispetto all’utero».

Come si differenziano le fisioterapie mezieriste da quelle tradizionali?
«Sono diversi i presupposti, un po’ come l’omeopatia rispetto alla farmacia molecolare: per noi il dolore nasce da un eccesso di forza, non da una carenza, per cui ci concentriamo sull’allungamento del muscoli accorciati proprio perché troppo potenti. La ginnastica correttiva tradizionale punta invece a rinforzare il muscolo giudicato troppo debole».

Mi scusi, ma allora la ginnastica fa male?
«No, ma è importante affidarsi a personale qualificato: troppo spesso le mamme portano i loro figli in una certa palestra solo perché ci vanno gli amichetti senza prendere ulteriori informazioni. Le scoliosi dell’infanzia, per fare un esempio, possono portare complicanze difficili da togliere in futuro. In ogni caso, noi ci occupiamo del patologico: una volta risolto, si potrà tornare a far tutto».

Sono molti i mezieristi nella nostra regione?
«Non saprei: al mio corso nel 2005 io ero l’unico marchigiano. In generale in Italia non siamo moltissimi soprattutto di un livello più elevato. Nel resto d’Europa, invece, i mezieristi hanno un seguito notevole».
© RIPRODUZIONE RISERVATA