Infezioni, un incubo per le mani:
sono il mezzo da cui passano i contagi

Infezioni, un incubo per le mani: sono il mezzo da cui passano i contagi
di Piero Lai
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Martedì 8 Maggio 2018, 12:42
Il contrasto alle infezioni ospedaliere passa anche attraverso semplici gesti, come il lavarsi puntualmente le mani. Proprio le mani, infatti, sono il veicolo attraverso il quale passa gran parte di contagi. Lo ricorda l’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), che in occasione della Giornata mondiale per la campagna per l’igiene delle mani ribadisce l’importanza di far crescere la sensibilità su questo semplice atto di igiene personale, i cui effetti ricadono a cascata sull’ambiente e sulle persone che frequentano gli ambienti di cura.

Polmoniti al primo posto
Le infezioni ospedaliere, o infezioni delle organizzazioni sanitarie, in Europa causano più morti degli incidenti stradali: 29.000 infezioni contro 26.000 incidenti rilevati nel 2014. Uno studio del 2013, condotto dagli European Centre for Control of Diseases (Ecdc) ha stimato 3.200.000 pazienti contagiati in un anno negli ospedali europei. Le più frequenti forme di infezioni sono polmoniti nel 23%, infezioni sito chirurgico nel 19%, infezioni vie urinarie 19% e batteriemie da catetere venoso centrale 11%. In Italia si stimano 2600 morti causate direttamente dalle infezioni ospedaliere.

Un problema crescente
«Si tratta di un problema crescente - osservano i microbiologi - poiché aumentano i pazienti in età avanzata e/o con malattie croniche o in cura con farmaci che diminuiscono le attività del sistema immunitario. Inoltre gli interventi medico-chirurgici sono sempre più invasivi e in condizioni di aumentato rischio».

Batteri multi resistenti
Una delle cause di questo fenomeno è certamente la diffusione di batteri multi resistenti agli antibiotici, causa di oltre il 25% delle infezioni nosocomiali. «Questi batteri - precisano gli esperti Amcli - sono selezionati dal consumo di antibiotici spesso usati in modo non corretto sia per trattare l’uomo sia e utilizzati negli allevamenti degli animali. L’Italia è fra i paesi dove i batteri multi resistenti sono più diffusi poiché non sono state attivate azioni di sorveglianza, prevenzione e controllo come in altri paesi». «Per affrontare questa calamità - sostengono i microbiologi - è necessario diffondere un cambiamento culturale che ci porti a adottare i sistemi che hanno ridotto la diffusione dei batteri multi resistenti in quasi tutti i paesi europei». È necessario che si crei una cultura condivisa di lotta al fenomeno.
«In questo scenario anche la diffusione di una maggiore cultura sulla pulizia ed igiene delle mani può contribuire in modo rilevante - spiega Pierangelo Clerici, presidente Amcli e direttore dell’unità operativa Microbiologia Asst Ovest Milanese - L’auspicio e il nostro impegno come associazione di microbiologi clinici è di istituire corsi di formazione sul controllo delle infezioni ospedaliere e delle muti-resistenze a tutti i livelli dell’organizzazione sanitaria, spostando l’attenzione anche nel mondo della scuola, ove più facile è iniziare una profonda campagna educativa i cui effetti - conclude - si vedranno nella società e nei luoghi di cura ed assistenza».
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