"Se faccio ricordo": così con la creta
si può battere anche l'Alzheimer

Al lavoro nei corsi promossi dall'Inrca
Al lavoro nei corsi promossi dall'Inrca
di Barbara Vichi
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Martedì 16 Maggio 2017, 15:49
ANCONA - L’arteterapia in aiuto dei malati di demenza. È l’argomento al centro del al corso organizzato al Centro Alzheimer dell’Inrca che si concluderà il 27 maggio, con l’obiettivo di formare educatori specializzati nelle attività ludico-terapeutiche con la creta rivolte a persone affette da disturbi del comportamento e della memoria. «L’arteterapia è un nuovo approccio alle demenze – spiega Giuseppe Pelliccioni, direttore dell’Unità di Neurologia Inrca – ed è particolarmente efficace se iniziata in una fase precoce della malattia. Nell’attività creativa la persona riceve un’infinità di sollecitazioni, che hanno un’azione diretta sulle aree encefaliche collegate agli istinti e ai sensi, con ricadute positive sulla sfera cognitiva e relazionale».

Un linguaggio di emozioni
All’Inrca i laboratori di lavorazione della creta sono attivi da quasi dieci anni. «Le mani sono il prolungamento della mente e la sua peculiarità - spiega Elena Grandi, operatrice del Centro e docente al corso - è quella di essere capace di assumere la forma e il significato di chi la lavora, un mezzo per comunicare sé stessi». La creta infatti funge da facilitatore. Permette di stimolare diverse aree tra cui la sfera cognitiva, che comprende memoria e attenzione, quella sensoriale e percettiva, come la vista e il tatto, oltre all’area motoria, attraverso la coordinazione e il controllo degli strumenti (mattarello, forbici), per finire alla sfera della personalità e della socializzazione, grazie all’attività di gruppo. La creatività che si esprime durante i laboratori supporta anche il processo del ricordo.

Organizzare gli spazi
«Le attività manuali inducono ad organizzare lo spazio ordinando il materiale all’interno del laboratorio e consentono di lasciare la propria impronta personale attraverso il manufatto e, successivamente, di memorizzare quanto creato in precedenza». I lavori che scaturiscono, come vasi, sculture floreali ottenute con piccoli stampi, o la semplice impronta della mano, vengono utilizzati per decorare le copertine degli album autobiografici dei pazienti. Tengono così conto della loro storia personale e delle singole capacità. «L’argilla inoltre è il materiale per eccellenza adatto a stimolare i muscoli di mani e braccia in tutte le loro funzioni, come incidere, afferrare e trasportare, migliorandone la funzionalità», spiega l’educatrice.

Il libro di esperienze
Le esperienze dei laboratori sono state raccolte da Elena Grandi nei libri “Costruire la storia di vita con la persona con demenza” e “Se faccio, ricordo” (Edizioni scientifiche Erickson). Il primo descrive come ricostruire la biografia dei pazienti attraverso la creazione di un album dei ricordi, avvalendosi di decorazioni in creta, fotografie e scatole di carta. Il secondo descrive le varie attività che si prestano ad essere realizzate sia nei centri diurni o nelle case di riposo, sia a domicilio, con il supporto del familiare. «Oltre alla creta - chiarisce l’autrice – l’arteterapia utilizza vari mediatori, quali disegno, pittura, fotografia. Può essere utile per molti tipi di pazienti ma proprio per le malattie neurodegenerative si sono riscontrati i benefici più inaspettati».
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