Una casa sicura per i più piccoli:
il Bambin Gesù lancia il decalogo

Una casa sicura per i più piccoli: il Bambin Gesù lancia il decalogo
di Giorgio Fabri
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Martedì 12 Settembre 2017, 13:45
Nel nuovo numero del magazine digitale “A scuola di salute” a cura dell’Istituto Bambino Gesù per la Salute del bambino e dell’adolescente, diretto da Alberto Ugazio, i consigli degli esperti dell’ospedale pediatrico romano su come rendere la casa più sicura non solo per i più grandi. Ecco quali misure di sicurezza adottare, rivolte soprattutto all’indirizzo dei più piccoli, per prevenire eventuali incidenti domestici.

La nanna
Quando lo mettiamo a letto, per scongiurare il rischio di soffocamento, ad esempio, non riempire la culla di giocattoli, laccetti del ciuccio o di altri giochi. Sconsigliate anche catenine o ciondoli. Il bambino va fatto addormentare sul dorso e non sul ventre, in modo da consentirgli una respirazione corretta e il cuscino non deve essere troppo grande e neppure soffice. Il lettino in cui dorme deve avere sponde alte almeno 75-80 cm, mentre le sbarre devono essere distanti tra loro non più di 8 cm per evitare che ci possa infilare la testa. Un’altra indicazione è quella di installare zanzariere alle finestre o quelle di protezione sulla culla e divieto di fumare in casa, ma soprattutto nella stanza in cui dormono i bambini.

I giochi e il bagnetto
Giochiamo sul sicuro. I giochi devono essere realizzati con materiali atossici e non infiammabili, rispettare le norme di sicurezza ed avere ottenuto l’omologazione europea. Attenzione ai palloncini gonfiabili in lattice: possono rompersi all’improvviso in piccoli pezzi ed essere inalati se in prossimità della bocca del bambino. Il momento del bagnetto. Qui i rischi maggiori sono legati alle ustioni, il 75% delle quali provocate da acqua bollente o vapore, o da annegamento. Per prevenire bruciature si può verificare con un termometro o con il proprio gomito che la temperatura dell’acqua calda sia sempre sotto i 48 gradi. Si possono prevenire rischi di annegamento evitando di lasciare soli i bambini in vasca. I più piccoli possono trovarsi in pericolo anche senza lanciare alcun segnale di allarme, all’improvviso e in uno spazio di appena 5 cm d’acqua. Si consiglia di utilizzare tappetini antisdrucciolo a terra e protezioni antiurto sulle rubinetterie.

Il soggiorno e la cucina
Il soggiorno è lo spazio in cui di solito avviene maggiore condivisione tra genitori e figli, ma anche il posto in cui urtare uno spigolo oppure infrangere una cristalleria pregiata. Paracolpi e paraspigoli, in tal senso, consentiranno ai bambini di muoversi quasi come fossero in cameretta. Il momento dei cartoni animati è forse quello più atteso dai bambini. Quando si guarda la tv ricordarsi sempre di farlo alla giusta distanza, pari a 5 volte la diagonale dello schermo. Fuoco, detersivi e oggetti appuntiti in cucina sono pericoli che non consentono di lasciare il bambino da solo in questo ambiente. Soprattutto quando forno e fornelli sono accesi o nel momento della pappa. In quest’ultimo caso controllare la temperatura del latte o degli altri cibi a tavola e sorvegliare il bambino mentre mangia: potrebbe tirare via la tovaglia rovesciandosi addosso liquidi o alimenti caldi e corpi taglienti come ad esempio coltelli. Riporre tutto in armadietti chiusi.

Gli altri pericoli
Mai lasciare alla portata dei bambini piccoli oggetti come monete, batterie e penne. Inoltre non lasciare incustodite sostanze tossiche, alcooliche o comunque nocive. Evitare di travasarle in contenitori non originali e che contengono sostanze di uso alimentare, ma anche in bottiglie o bottigliette anonime. Infine, balconi, terrazzi e giardini sono luoghi per divertirsi, ma anche teatri di cadute o traumi fisici vari.



I rischi dell’abuso di smartphone
Tavolate silenziose di giovanissimi in pizzeria con gli amici del mare, lo sguardo chino sullo smartphone. Un fenomeno che preoccupa molti adulti. «Bambini e adolescenti nativi digitali hanno un legame molto stretto con questi dispositivi, ma si tratta di un fenomeno evolutivo e non di una patologia. Semplicemente è cambiato il modo di comunicare, di concentrarsi e di memorizzare. E non è sempre il caso di allarmarsi». Parola di Federico Tonioni, responsabile dell’Area delle dipendenze da sostanze e delle dipendenze comportamentali del Policlinico Gemelli di Roma ed esperto in Internet-dipendenza, che mette in luce invece i segnali d’allarme: «L’abuso del gaming e soprattutto il ritiro sociale. Ragazzini che smettono di uscire di casa e si chiudono per ore con i giochi sparatutto». «Si tratta di un modo per sfogare una enorme rabbia repressa, che deve detonare e si sfoga proprio con i giochi; tanto che poi, se privi questi ragazzi dei videogiochi e del computer, non di rado alzano le mani sui genitori. Una barriera alle emozioni, contro il dialogo e la condivisione», aggiunge l’esperto che parla di psicopatologia web-mediata e punta il dito contro le nuove forme di assenza genitoriale. Il rimedio? Istituire una serata senza smartphone come scelta condivisa può aiutare il dialogo tra genitori e nativi digitali che diventano grandi.
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