Camminare ma non solo, cardiologo
consiglia: «Chi balla non invecchia»

Camminare ma non solo, cardiologo consiglia: «Chi balla non invecchia»
di Alessandra Cicalini
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Martedì 7 Novembre 2017, 16:03
Per stare bene non c’è bisogno di strafare. Si appella a questa essenziale regola di buonsenso Giovanni Bellagamba, cardiologo, primario per ventotto anni al reparto Malattie cardiovascolari dell’Istituto nazionale ricovero e cura anziani (Inrca) di Fermo.
Bolognese di nascita, una formazione internazionale conquistata tra Roma, il Sud Africa e gli Stati Uniti, il medico si è specializzato in clinica medica, geriatria-gerontologia e in patologie cardio-cerebrali, il che gli ha consentito di conoscere nella sua lunga vita professionale persone di tutti i tipi, compresi sportivi navigati e ragazzini al debutto nel mondo dello sport.

Maggioranza in buona salute
«Comincerei col dire innanzitutto che la folla sta bene», esordisce Bellagamba, il che deve essere motivo di rassicurazione per chi voglia darsi all’attività fisica dopo uno stop prolungato nel tempo o per chi parta completamente da zero.
«Un medico deve come prima cosa raccogliere la storia di chi ha davanti, quindi capire se si hanno problemi di pressione, di glicemia o di altra natura», prosegue. Importante è anche la valutazione visiva dell’aspirante sportivo: «Un sovrappeso, poniamo, di tre chili non dice niente, ma di trenta sì, così come se si fuma o meno: nel primo caso, sarà essenziale ridurre drasticamente se non proprio eliminare le sigarette», precisa ancora.



Sì alle camminate
Una volta stabilito il grado di partenza, insomma, la ricetta è la più semplice del mondo: camminare. Per quanto tempo e quale frequenza? «Lo dicono i principali studi internazionali: mezz’ora-quarantacinque minuti di passeggiata a passo svelto al giorno sono la migliore protezione possibile», rimarca. Come se ne giova l’organismo? Da tutti i punti di vista. Bellagamba parla infatti di miglioramento delle «funzioni cardiovascolari» e della perfusione cerebrale, ossia dell’afflusso del sangue al cervello. Il benessere si propaga anche al respiro, oltre che, naturalmente, al fisico tout court: «Una buona camminata - dice - toglie la ruggine dai muscoli e dalle articolazioni».

Occhio a pesi e sforzi eccessivi
Schiena, anche e ginocchia in particolare, peraltro, saranno grate di non essere state sottoposte a sforzi eccessivi, come purtroppo succede in alcuni casi, soprattutto tra gli sportivi non più giovani. «Tutto si ripara, certo, ma un bodybuilder 45enne deve sapere di rischiare vene varicose ed emorroidi se continua a caricare pesi troppo gravosi», osserva Bellagamba. In generale, l’uso di attrezzi può andare, «ma è bene non esagerare, tenendo conto che esiste anche l’ipertensione da sforzo fisico eccessivo». In questo senso, può essere utile affidarsi ad istruttori qualificati, evitando allenamenti fai-da-te altrettanto sconsigliabili ai neofiti del movimento.

I rischi della corsa
Il cardiologo, peraltro, non nasconde di aver incontrato grandi maratoneti non più in età verde con «sistemi coronarici non perfettamente in ordine». Eppure la corsa appassiona sempre più persone, proprio oltre gli anta: «Non dico che sia sbagliato - precisa ancora il dottore - però ai meno giovani suggerisco di sottoporsi ad elettrocardiogramma sotto sforzo, tenendo conto che, comunque, quando si fa dell’agonismo quest’ultimo è obbligatorio».

Elettrocardiogramma da sforzo
In che cosa consiste l’esame da sforzo? «Di norma si deve correre su un tappeto rotante per un certo numero di minuti», spiega il medico. Logico sentirsi un po’ affannati, ma «se la pressione scende anziché salire, bisogna fermarsi immediatamente». Occhio anche alla fase di recupero, anche se, già dal tracciato, normale o sotto sforzo, il medico può capire se vi siano sofferenze o anomalie.

Il certificato medico
Il certificato medico per attività non agonistica: cosa dice la legge E’ proprio questa la ragione che ha spinto lo Stato a dotarsi di una normativa più stringente in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica, rilasciati dal proprio medico di base.
«È quest’ultimo a inviare i pazienti dal cardiologo», aggiunge Bellagamba, che si sofferma sui bambini, tra i quali è frequente «osservare soffi innocenti che andranno a scomparire con la crescita e che quindi non devono allarmare». Occhio, invece, agli «aspetti elettrocardiografici nei ragazzi, che sottintendono a volte aritmie a rischio». In ogni caso, ripete il dottore, «a 18-20 anni ormai già si sa se si è affetti da patologie congenite, forti anche del buon supporto offerto alla diagnostica dalle eco-cardiografie».

Muoversi fa bene
Rischi inevitabili a parte, insomma, il medico non può che ribadire ancora una volta l’importanza dell’attività fisica per tutti, persino sui malati di Alzheimer: «Certo, bisognerà agire con buonsenso e gradualità, ma oggi che sappiamo che le cellule cerebrali si rigenerano, a maggior ragione è bene muoversi anche per frenare il declino cognitivo», ribadisce. In qualche caso, aggiunge, «si può addirittura fare un po’ di marcia indietro», ossia regalare giorni e mesi alle persone che vedono evaporare la propria memoria, a patto che le si spinga pure a rispolverare gli altri interessi che avevano prima di ammalarsi. «Vanno bene pure il tennis e la bicicletta», aggiunge ancora, purché si sappia che non c’è alcun «primo premio» da vincere, se non quello prodotto dall’aver migliorato anche «la qualità del riposo e della digestione».

Tutti pazzi per il ballo
L’ultima spiaggia per i più refrattari al movimento è infine offerta da una disciplina antica come l’uomo, ossia il ballo. «Ballare fa bene davvero a tutte le età», rimarca il cardiologo, soprattutto alla maniera in uso nelle balere. «Dal liscio al walzer ai balli di gruppo vanno bene tutti», conclude Bellagamba, che tenta a tutti i costi di nascondere (senza riuscirci) la sua passione assoluta per il tango argentino, il ballo empatico per eccellenza, dai grandi effetti benefici per fisico ed emotività.
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