Nuove norme europee e linee guida:
medicina estetica senza più rischi

Nuove norme europee e linee guida: medicina estetica senza più rischi
di Federica Buroni
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Martedì 12 Dicembre 2017, 15:41
Pratiche sicure e consuete per la medicina estetica? Non sempre il web conforta tant’è che il 30 per cento è insoddisfatto del trattamento. E se il marketing digitale offre mille e passa opportunità a chirurghi e specialisti, è pur vero che spesso Internet cela molte insidie. Ed ecco allora un primo supporto a queste truffe on line: le nuove linee guida europee e i nuovi titoli formativi per la tutela del paziente. Se ne è parlato all’ultimo congresso Icamp, a Milano, da dove prende il via un nuovo accordo, molto speciale, con l’ateneo di Camerino.
Un’intesa in base alla quale si prevede che Icamp possa ospitare, presso la propria sede, attività di formazione in medicina estetica dell’università marchigiana. A proposito di estetica, un capitolo a parte riguarda i tatuaggi: che servono per coprire cicatrici ma che spesso si rimuovono anche se uno su 5 non va via.



L’accordo con Camerino
Uno step importante, lanciato direttamente dal secondo congresso internazionale Icamp 2017 che si è svolto ad Assago, in provincia di Milano, nelle scorse settimane. Spiega Maria Albini, coordinatrice del congresso: «È stato siglato un accordo con l’università di Camerino che prevede che Icamp possa ospitare, presso la propria sede, le attività formative in medicina estetica dell’ateneo». Un passo avanti importante considerando che Icamp è la scuola di medicina estetica che unisce le migliori professionalità del settore per formazione e aggiornamento di medici e odontoiatri, Un altro suscceso, dunque, per l’ateneo locale. Dichiara infatti Francesco Amenta, responsabile della formazione di Camerino: «Le università hanno un centro primario della ricerca scientifica ed hanno il compito di elaborare e trasmettere criticamente le conoscenze scientifiche anche promuovendo forme di collaborazione con istituzioni extra universitarie. In questo ambito, nasce la collaborazione con Icamp, scelta per le caratteristiche di rigore e serietà nell’insegnamento non accademico della medicina estetica, come sede per la realizzazione di stages pratici di iscritti ai Master delle università di Camerino e Torino».
La collaborazione, chiarisce il docente, «è iniziata da poco ma non escluso che, dalle sinergie tra accademia e un’autorevole scuola di medicina estetica privata, possano nascere interazioni pubblico-privato a vantaggio della formazione di figure professionali in campo medico estetico, in funzione del beneficio dei pazienti».

Il congresso Icamp
Formazione tout court. È su questo filo comune che si consuma la novella intesa tra Camerino e Icamp. Già, perché ritocchi low cost, trattamenti acquistabili su Internet, personale non qualificato sono ormai all’ordine del giorno: dietro queste tre categorie si nascondono tutte le principali insidie della medicina estetica. Le possibilità di essere raggirati o di andare incontro a problemi post intervento, anche irreversibili, sono altissime: secondo gli ultimi studi Icamp, il 30% degli italiani è insoddisfatto del trattamento sul web. Ed ecco perché è importante avere a che fare con personale qualificato. Per quanto riguarda le nuove linee a tutela dei pazienti, alcuni Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri hanno istituito elenchi speciali per consentire la pratica della medicina estetica subordinando l’iscrizione a questi elenchi al conseguimento di un master universitario biennale in medicina estetica o all’aver seguito corsi biennali o quadriennali realizzati da scuole private autorizzate dal Ministero della Salute. Si cominciano, dunque, a intravedere spiragli in un settore dove esistono ancora poche regole. Sono, appunto, gli Standard europei per la medicina estetica e le pratiche non chirurgiche per l’estetica, pubblicati dal Comitato europeo di formazione (Cen). Chiarisce il professor Amenta: «Questi standard indicati dalla sigla En 16844 testimoniano lo sforzo del normatore europeo ad emanare suggerimenti e linee di indirizzo.
 
In 500 a congresso sulle ultime novità
Tante le novità emerse dal secondo congresso Icamp, a Milano, a fine novembre. Sono stati circa 500 gli specialisti che si sono ritrovati per discutere delle ultime novità in fatto di medicina estetica. Un appuntamento realizzato anche in collegamento con le parti live dai laboratori del Centro Humanitas University di Rozzano (Mi). La novità di questa edizione è stata rappresentata dall’accordo con l’università di Camerino che ha collaborato alla preparazione del programma della due giorni di lavoro. A coordinare i lavori e la presentazione sono stati i professori Francesco Amenta e Michele Carruba e la dottoressa Maria Albini. Tra le questioni più dibattute, le truffe, specie quelle on line. Secondo gli esperti, l’incertezza delle regole sulla formazione non aiuta ad avere idee chiare: esistessero diplomi di specializzazione, la scelta potrebbe essere più facile. «Riconoscere i truffatori che operano millantando credito non è facile – dice Amenta -, anche perché iniziative di Ordine professionali rischiano di essere vanificate dalla mancanza di un quadro normativo”.
Tali linee, anche se non vincolanti dal momento che la tutela della salute rientra tra le competenze degli stati nazionali,danno, comunque, indicazioni che dovranno essere tenute in conto, soprattutto dagli Stati che, in effetti, non hanno regolato al materia».

I tatuaggi nella medicina estetica
Uno su cinque non va via: solo il 38 per cento dei casi la rimozione è totale. Il 6 per cento degli italiani che si rivolge ai centri specializzati vuole cancellare il tatuaggio. Quelli più complessi da cancellare sono i multicolore e quelli agli arti inferiori. «Il costo è variabile – spiega Vincenzo Varlaro, docente di Medicina estetica – e dipende dall’estensione, dalla profondità, dal tipo e dalla zona dove è stato fatto». La percentuale di successo nella rimozione, grazie ai laser di ultima generazione e alla combinazione delle tecniche, è salita fino al 75-80 per cento. Tuttavia, solo il 38 per cento dei casi non mostra alcuna traccia del pigmento mentre il 62 per cento presenta, comunque, alterazioni della tessitura della pelle, zone ipocromiche e residui di pigmento. La rimozione viene richiesta non tanto per la forma ma per altre ragioni e cioè per la qualità del tatuaggio, per ragioni sentimentali, di pudore, per ragioni sociali. Non tutti i pigmenti che costituiscono il tatuaggio possono essere rimossi con il laser perché esistono pigmenti che contengono frazioni di biossido di titanio e che non sono aggredibili con nessuna lunghezza d’onda. Le tecniche di asportazione possono essere singole o combinate, Le singole si realizzano con il laser Q-Switched o laser di ultima generazione.Le tecniche combinate usano più laser e atre pratiche come la carbossiterapia.
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