Focus spalla: tra gioie e dolori
L'ortopedico Albanelli spiega tutto

Focus spalla: tra gioie e dolori L'ortopedico Albanelli spiega tutto
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Martedì 24 Ottobre 2017, 17:56
Con il dottor Stefano Albanelli parliamo delle principali patologie alla spalla, della diagnostica, dei trattamenti e della tecnica chirurgica artroscopica che è mininvasiva, consente la certezza della diagnosi e una precisione millimetrica.

Una delle articolazioni più complesse, potremmo definirla un autentico capolavoro di “ingegneria biologica” ma al contempo meccanismo assai delicato. E quando qualcosa non va, occorre intervenire nei modi più opportuni. Infiammazioni di muscoli e tendini, borsiti o, nei casi peggiori, lesioni, sono patologie molto dolorose, a volte invalidanti e da affrontare ovviamente con la consulenza di uno specialista preparato e attraverso i trattamenti migliori, più efficaci e innovativi. «Dal punto di vista del trattamento chirurgico, ad esempio – dice l’ortopedico Stefano Albanelli - oramai la tecnica di intervento in artroscopia è quella che va per la maggiore perché è una metodica mini-invasiva praticata da più di venti anni, che permette di fare una diagnosi di certezza del tipo di lesione grazie a telecamere ad alta definizione e poi di riparare la lesione con una precisione millimetrica». 

In Regione uno dei centri di eccellenza in ortopedia e nella chirurgia artroscopica è la casa di cura Villa dei Pini di Civitanova Marche, dove opera appunto Albanelli: «Eseguiamo più di 300 interventi l’anno in artroscopia, una tecnica che permette di riparare le varie lesioni a livello della cuffia dei rotatori in maniera mininvasiva, basti pensare che vengono praticati solamente tre fori molto molto piccoli, e al contempo con grande precisione nell’intervento e assoluta accuratezza nella riparazione. Fino a 10-15 anni fa questi interventi venivano effettuati a cielo aperto, quindi con il taglio e inevitabilmente, con una minore precisione chirurgica che comportavano spesso dolore post operatorio per il paziente o recupero più lento». 

Nei casi di disturbi o dolori della spalla, dopo la prima visita con lo specialista, è fondamentale un passaggio diagnostico. La diagnosi del tipo di patologia della cuffia dei rotatori va posta dopo un attento esame clinico e con gli opportuni esami strumentali, in particolar modo la radiografia e la risonanza magnetica, solo in alcuni casi selezionati risulta utile l’ecografia. «Anche in questo campo ci sono delle innovazioni e un’evoluzione rispetto alle conoscenze del passato quando la diagnosi si faceva con l’ecografia. Oggi è riconosciuto che la diagnosi migliore si può realizzare con la risonanza magnetica». Dopo la diagnosi, si possono prendere due strade: se la lesione non è grave ed è di dimensioni ridotte, allora si può gestire conservativamente (trattamento conservativo riabilitativo, in alcuni casi infiltrativo) e procedere con la fisioterapia o altre cure. Quando la lesione è più importante o, peggio ancora, il tendine è rotto, allora si procede chirurgicamente. E qui, ripeto, la tecnica migliore non è più, come anni fa, quella a cielo aperto ma decisamente quella artroscopica». Infine, attraverso la tecnica artroscopica, supportata da una buona diagnostica e seguita dagli opportuni percorsi riabilitativi, l’età è ormai considerabile un parametro relativo perché anche nel paziente anziano, oltre i 70-75 anni, se l’intervento viene ben eseguito nella maggioranza dei casi è possibile ritornare alle condizioni precedenti e recuperare la funzionalità dell’arto e la qualità della vita. 

«Nel 95% dei pazienti se la patologia viene bene inquadrata, trattata bene chirurgicamente e con un buon percorso riabilitativo, il recupero è molto buono con l’eliminazione del dolore, il recupero della buona funzionalità e, per i pazienti attivi, il ritorno a fare sport o alla mansione lavorativa precedente. La patologia può avere un’origine degenerativa da usura nel tempo, più frequente, o traumatica. Il dato epidemiologico più rappresentativo è che in pazienti con età superiore ai 60 anni l’incidenza di lesioni parziali della cuffia dei rotatori risulta essere del 28.7% e quelle totali del 30.3%. Questa è, infatti, la fascia di popolazione più soggetta e colpita da patologia alla spalla.
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