Influenza, solo il 43% degli italiani
over 50 sa che può anche uccidere

Influenza, solo il 43% degli italiani over 50 sa che può anche uccidere
3 Minuti di Lettura
Martedì 17 Ottobre 2017, 19:50
li italiani non hanno paura dell’influenza è spesso non sanno che questa malattia può avere complicazioni gravi e persino uccidere. È quanto emerge da una ricerca del Censis sulle conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti dei connazionali over 50 sull’influenza e sulla propensione alla vaccinazione antinfluenzale.

L’influenza è una della patologie più conosciute - rileva l’indagine - ma tra gli italiani ultra 50enni non c’è ancora una piena consapevolezza sulle sue possibili conseguenze. Il 48,9% pensa che può essere una malattia anche molto grave, ma solo il 43% sa che sono possibili complicanze anche letali. Il 96,8% conosce la vaccinazione antinfluenzale e il 93% ritiene che sia consigliabile per persone con patologie dell’apparato respiratorio. Ma solo il 59,1% pensa che sia indicata per tutte le persone che non vogliono ammalarsi. 

Il 90,9% degli italiani over 50 - risulta dai dati Censis - sa che l’influenza è causata da virus che ogni anno subiscono una mutazione, dando vita a diverse forme stagionali. L’87,7% pensa che la malattia è molto contagiosa perché si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie (tosse, starnuti). Il 71,7% sa che si trasmette anche attraverso il contatto con oggetti contaminati. Ma solo il 45,7% sa che può rimanere contagiosa per diverso tempo sin dal periodo di incubazione. La percezione della gravità dell’influenza appare diffusa: soltanto il 14,7% tende a minimizzarne i rischi, mentre il 48,9% è consapevole che a certe condizioni, come per i malati cronici e le persone anziane, può essere molto grave. All’infezione possono essere associate diverse complicanze, di cui gli italiani ultra 50enni sono a conoscenza in diversa misura: bronchite (lo sa l’89,6%), compromissione di alcune funzionalità respiratorie (85,6%), polmonite (78,7%), lunghezza dei tempi di recupero (74,4%), sinusiti e otiti (70,7%). L’influenza può anche aggravare le malattie preesistenti: il 57,7%, per esempio, sa che può dar luogo a complicanze cardio-circolatorie. Il 43% pensa che la malattia può avere complicanze che possono portare alla morte (il dato sale al 48,5% tra i più istruiti), tuttavia appena il 3,4% ammette di avere molta paura dell’influenza.

Quando si accorge di aver preso l’influenza, solo il 16% contatta immediatamente il medico: il 45,8% si rivolge al dottore solo se i sintomi non migliorano, il 24,4% si cura autonomamente con farmaci da banco e il 13,8% lascia che l’influenza faccia il suo corso senza prendere farmaci. E il vaccino? Il 96,8% degli italiani over 50 sa che è possibile vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Il 93% riconosce che la vaccinazione è consigliabile per chi soffre di patologie dell’apparato respiratorio, l’88% per le persone che vivono in ambienti dove è più facile il contagio, l’86% per il personale sanitario, l’85,4% per le persone con più di 65 anni, l’81,2% per i pazienti con patologie dell’apparato cardio-circolatorio o malattie croniche (80%). Il 59,1% considera la vaccinazione consigliabile a tutte le persone che vogliono evitare di ammalarsi. Il 52,3% fa riferimento ai soggetti affetti da diabete, il 49,3% ai bambini e il 36,2% alle donne in gravidanza. Intanto però si riduce la copertura vaccinale tra gli anziani. Tra gli over 65, per i quali la vaccinazione è offerta gratuitamente e somministrata dal medico di famiglia, ha raggiunto un picco massimo nella stagione 2005-2006 (68,3%), ma poi si è progressivamente ridotta fino a 16 punti percentuali in meno: nella scorsa stagione 2016-2017 ha raggiunto solo il 52%. Il calo della tendenza a vaccinarsi può essere dipesa dal grado di fiducia. Il 32,9% degli italiani over 50 afferma di fidarsi «molto» delle vaccinazioni (la fiducia aumenta al 41,3% tra gli ultra 70enni e al 40,7% tra i laureati). Il 51,2% si fida «abbastanza», «poco» o «per nulla» il 15,9%. Tra questi ultimi ci sono soprattutto abitanti del Sud (19%) e persone meno istruite (26,6%). 
© RIPRODUZIONE RISERVATA