Mini, over e kimono: il cappotto è
un must che non passa mai di moda

Mini, over e kimono: il cappotto è un must che non passa mai di moda
di Massimiliano Viti
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Giovedì 30 Novembre 2017, 15:44
Non solo quando fa freddo. Da tre o quattro anni il cappotto sta pian piano sostituendo i piumini, riappropriandosi del ruolo storico di capospalla elegante e must have del guardaroba. In passato, infatti, il cappotto veniva considerato un bene prezioso, la cui scelta rappresentava un evento unico da condividere con tutta la famiglia. Il cappotto negli anni ‘50/’60 diventa icona dell’eleganza per eccellenza: tutti i protagonisti degli entusiasmanti anni della “Dolce vita”, del cinema e del rock and roll, da Mastroianni a Jean-Paul Belmondo, da Paul Newman a Marlon Brando, da Steve McQueen a Robert De Niro, da Mick Jagger a John Lennon, ne indossavano uno nei momenti topici delle loro carriere.


 
Lana e neoprene
Questo capo è diventato anche uno strumento per valorizzare la figura maschile e femminile, un simbolo distintivo di eleganza ed esclusività. Oggi si rinnova con tessuti e materiali contemporanei, preziosi, lavorati con effetti straordinari che donano a lane pregiate o a tessuti sintetici un allure di raffinatezza. E’ il caso di Esemplare che accoppia la lana con il neoprene, cavalry di poliestere, panno misto cashmere e panno stampato camouflage rendendono isolante e antivento il tessuto. E’ il caso del Teddy Bear Icon Coat di Max Mara, un cappottone oversize, modello a uovo, realizzato in seta color cammello lavorata come una pelliccia. A dimostrazione che il cappotto è un capo senza età, Max Mara ha lanciato la campagna Mothers & Daughters l’Icon Coat, nella quale madre e figlia indossano lo stesso cappotto icona del brand, il modello 101801, nato nel 1981. I segreti del suo successo sono una linea perfetta, una vestibilità over, maniche a kimono e elegante chiusura doppiopetto. È realizzato in lana e cachemire, fodera interna personalizzata e rifinito con cintura abbinata. Paltò, che si propone come la Fabbrica del Cappotto made in Italy, si è ispirato da subito ai miti del cinema italiano ed internazionale. La prima dedica è a Marcello Mastroianni. Si chiama “Marcello” il cappotto a manica raglan, in volumi ampi e vestibilità loose.
 


Il classico
Nelle collezioni autunno/inverno 2017-2018 il protagonista è il cappotto doppiopetto. Michael Kors Collection lo propone in versione over e cammello, Calvin Klein minimal e super maschile, Bottega Veneta sceglie per lei un double breasted in raso noir da fermare in vita con una alta cintura in cuoio, Chanel punta ad un total white con lunghezze ridotte e maniche a contrasto, Fendi ha polsi in pelliccia e ampi revers, Saint Laurent sceglie silhouette di ispirazione militare. Il doppiopetto è un vero passepartout, da indossare in qualsiasi occasione. Se in passato veniva scelto per le occasioni più importanti, e aveva anche la funzione di inviare un segnale evocativo di autorevolezza e potere, oggi si adatta ad ogni utilizzo.Un capo classico ma intramontabile, dalle molteplici personalità grazie a forme rivisitate, dettagli come martingala e bottoni e soprattutto per i tipi di tessuti utilizzati. Chi preferisce un cappotto sportivo può optare per un check, come quello oversize di Coach 1941 a quadretti con macro tasche in pelle. Può essere tranquillamente indossato sopra a jeans e sneakers. L’uomo d’affari preferirà il motivo Principe di Galles. Meglio sulle tonalità del blu (Massimo Dutti) o del marrone (Brunello Cucinelli).Da indossare con un abito formale e una classica stringata in stile british. Non passerà mai di moda il cappotto classico, rigorosamente in tinta unita. La linea è pulita. E’ il cappotto color cammello (Berluti) o blu (Allegri) che sono i colori per eccellenza.
Lo indosseremo sopra dolcevita in cashmere e un pantalone dritto se desideriamo presentarci con uno stile minimale e rigoroso. Con sciarpe e cappelli dai colori forti gli diamo una spruzzata di gioventù e se vogliamo la perfezione anche uno zaino in spalla.
 


Made in Marche
Per le occasioni più formali si può scegliere lo stile militare, le origini del doppiopetto. Il dettaglio distintivo? Sono i bottoni. Le Marche fanno scuola perché Lardini li propone grandi e dorati mentre Siviglia li preferisce bombati effetto anticato nel cappotto doppiopetto in lana diagonale con revers classico e chiusura interna con zip. L’imbottitura in eco piuma. Li indosseremo con anfibi e pantaloni di velluto. Restando nelle Marche, Paoloni ha in collezione un cappotto effetto mélange nelle cromie del blu e panna perfetto per il tempo libero, per il week end ma anche per un improvviso impegno formale. Si può indissare sopra al jeans, un pantalone chino o in fustagno, l’importante è che sia in tinta unita.
Per lui Lardini ha interpretato il cappotto con una lunghezza maggiore del solito che arriva al ginocchio o sotto al ginocchio. Dondup ha invece presentato un cappotto in panno di lana stampa check. Bellissimi e particolari i cappotti dello stilista pesarese Andrea Pompilio: quelli in doppiopetto sono in stile militare con bottoni dorati o con revers lancia oppure in tartan con revers lancia.


 
Maniche ampie
Per lei Malloni propone un cappotto foderato in mix di cotone e lane con maniche a mantella e chiusura centrale con due bottoni. Tasche a patta. Oppure un cappotto sfoderato in mix di lana e viscosa con revers e abbottonatura centrale a doppiopetto. Tasche a filo sul davanti e profondo spacco nel centro dietro. Un gioco di impunture realizzate in colore a contrasto corre lungo la parte esterna del braccio e viene ripresa nel centro del revers. Sempre per lei il brand Fay ha in collezione diversi cappotti tra cui uno stile romantico e bon-ton in lana bouclé con motivo check, collo alto, iconico gancio Fay in metallo all’altezza del collo, chiusura con bottoni, tasche diagonali a filo e tasche in vita con patta. Con queste proposte difficile sbagliare. Soprattutto il colore:osate e scegliete quello che più vi aggrada. La moda quest’inverno è così.
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