Nel laboratorio di Claudio Orciani:
«Le nostre borse sono pezzi unici»

Nel laboratorio di Claudio Orciani: «Le nostre borse sono pezzi unici»
di Massimiliano Viti
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Giovedì 6 Luglio 2017, 15:01
FANO - Dalle cinture alle borse. Da un piccolo laboratorio ad un brand che sta scalando le posizioni nella classifica del segmento premium della pelletteria. È una straordinaria evoluzione quella compiuta dal marchio Orciani di Fano che ha chiuso il 2016 a quota 12 milioni di euro di fatturato (+20% rispetto al 2015), una crescita che il fondatore Claudio Orciani e le due figlie Claudia e Federica prevedono possa riptersi anche quest’anno.

Allora, Claudio ci racconti come è iniziato tutto...
«Era il 1978, avevo 23 anni e cercavo disperatamente una cintura adatta ad un ragazzo della mia età, così decisi di fabbricarne una con un pezzo di pelle presa da un calzolaio. La cintura piacque moltissimo ad un’amica che aveva una boutique, tanto che mi spronò a fabbricarne altre. Guardai il calendario e non mi dimenticai più quella data, era il 15 gennaio 1979».

Come ricorda i primi anni?
«Non conoscendo fornitori, concerie e senza aver ricevuto know how in eredità, ho fatto di necessità virtù e ho puntato tutto sulla creatività, realizzando per esempio una cintura molto bombata senza cucitura oppure una cintura in pelle elasticizzata».

Poi è arrivata la cintura Nobuckle e​ ha fatto centro...
«Era il 2013. Nobuckle (un cintura senza fibbia per non avere problemi nei check in degli aeroporti) è stata concepita per sostituire la tradizionale cintura. È rivoluzionaria ed è alla base del progetto Aeroporti nel Mondo, con il format della maxi valigia dei suoi pop up store negli aeroporti internazionali. Il primo è stato aperto a Milano Malpensa nel dicembre 2013».

Ora siete conosciuti soprattutto per le borse.
«Negli ultimi due anni sono state proprio le borse da donna a trainare i ricavi. Così, nel marzo scorso, abbiamo aperto a Milano la prima boutique italiana in via Spiga 1».

Qual è il segreto del successo di oggi?
«Il consumatore sta prendendo la consapevolezza che può acquistare una borsa della stessa qualità di una griffe spendendo molto meno. Così la clientela sta cominciando a prestare attenzione anche a marchi minori e questo ci favorisce, anche sul mercato italiano dove stiamo crescendo».

È vero che i clienti, soprattutto gli stranieri, rimangono sorpresi quando vedono il prezzo dei prodotti Orciani perchè se lo aspettano più alto?
«Sì. Quando i clienti prendono in mano una nostra borsa e chiedono il prezzo se lo aspettano più alto di quello che in realtà è perché sono abituati ai prezzi dei prodotti dei brand del lusso. Questo perchè spesso, un po’ tutti noi siamo abituati a pensare che se un prodotto o un servizio costa meno di quanto ci aspettiamo vuol dire che non è di qualità. Siamo fatti così...».

E invece?
«Fino a due anni fa producevo anche per le griffe per cui conosco benissimo la qualità dei loro prodotti e posso assicurarle che la nostra è uguale e a volte anche superiore».

Che collezione Orciani vedremo per la stagione invernale?
«Una collezione camaleontica. Trasformare, adattare e mescolare: colori, materiali, lavorazioni, dettagli, charms. L’imperativo è “mai perdere di vista la figura femminile”. La Sveva è la nostra it-bag che presenteremo anche nella versione intermedia».

E per l’uomo?
«Di forte tendenza è lo zaino. Il nostro è chiamato Pack ed è realizzato in un materiale di ispirazione hi-tech: Termicol. È una rivisitazione del sacco-zaino, decisamente sporty ma altrettanto decisamente urban. Del resto, il mood “street” permea tutta la nostra collezione, sia nelle forme che nella scelta dei materiali.Per la prossima estate invece l’uomo porterà una capiente shopper tipicamente femminile. Una tendenza che già è in atto in Giappone e che arriverà presto anche in Europa». 
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