Wine Spectator esalta Garofoli
Podium 2014 in compagnia dei grandi

Wine Spectator esalta Garofoli Podium 2014 in compagnia dei grandi
di Agnese Testadiferro
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Sabato 2 Dicembre 2017, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 15:56
Nato per vincere. Il Podium della Casa Vinicola Gioacchino Garofoli è tra i 100 migliori vini al mondo con l’annata 2014. Un riconoscimento arrivato senza preavviso, anche se a Castelfidardo è dal 1871 che la famiglia Garofoli ha piantato le radici del successo.
 
Il premio
È la prima volta che un Verdicchio entra nella top 100 dei migliori vini al mondo per Wine Spectator (92° posto). Considerata la “guida delle guide”, la rivista cult americana consacra il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2014 anche come secondo miglior bianco tra le 16 etichette italiane. La notizia arriva alla famiglia come un fulmine. «Erano le 19,45 di lunedì 20 novembre quando mi è arrivato un messaggio con scritto semplicemente “complimenti”. Era Alberto Mazzoni (direttore dell’Istituto marchigiano tutela vini, ndr). Non capivo. Lavoravo ancora in cantina e non ho potuto approfondire bene», racconta ancora incredula Caterina Garofoli, responsabile della comunicazione per l’azienda di famiglia. Poco dopo il suo telefono ha iniziato a riempirsi di messaggi e a squillare «come se fosse impazzito». Continuava a non capire così ha delegato la madre a chiamare Mazzoni ed avere spiegazioni. «Emozionante è ricevere l’affetto di tantissimi colleghi». Il Podium «è figlio di zio Carlo. A lui va il grazie più grande per averlo fatto diventare il vino che è. Ringrazio mio padre Gianfranco che ha sempre creduto nel mercato mondiale». Un premio inaspettato sì, ma prima o poi sarebbe arrivato. Già il nome è ambizioso, ed è noto quanto la sana ambizione contribuisca a non mollare per raggiungere l’eccellenza. «Il nome Podium è nato perché nei primi assaggi di questo nuovo vino, lo si pensò come un vino sempre da podio». In America Garofoli è ormai uno dei nomi di punta italiani. «Da 12 anni, da quando mollai un contratto di lavoro altrove per provare a lavorare qui in famiglia, faccio le valigie per l’America - racconta Caterina, quinta generazione - Non mi è mai interessato puntare ai soli ristoranti per avere le etichette Garofoli in carta vini: volevo farlo apprezzare, conoscere in modo più profondo. Volevo capire cosa fare per far conoscere bene agli americani il nostro lavoro».
 


Zio Carlo, la svolta
Lo zio Carlo, «è stato il punto di rottura dell’azienda. La generazione che ha travolto le carte in azienda e nel mondo del vino marchigiano, in fatto di Verdicchio e bollicine di Verdicchio. Un punto di riferimento, è inutile negarlo: tutti riconoscono che lui ha tracciato la storia di questa autoctono. Si laureò a Perugia in enologia e iniziò a lavorare per far capire che per il Verdicchio è più importante il contenuto piuttosto che il contenitore». Con le idee chiare, iniziarono a nascere gli avi del Podium. «Negli anni ’80 fu la volta del Macrina, che deve il nome dalla santa che è nell’edicola votiva vicino alla vigna, a seguire il Serra Fiorese in cui fece il suo ingresso la barrique. Poi, il Podium in cui l’affinamento è in acciaio». Un climax ascendente, verrebbe da dire. «A zio dobbiamo molto».
 
Il futuro
L’azienda crede molto nel vintage, nell’enoturismo, nell’arte. A gran voce Caterina afferma che «in Italia non esiste solo la Toscana per il turismo del vino, ci siamo noi marchigiani che dobbiamo credere di più in noi stessi. E per accogliere chi entra in cantina bisogna studiare, occorre parlare lo stesso linguaggio di chi ci sta di fronte, saper coinvolgere: non possiamo pretendere di far amare il nostro lavoro e far comprendere la logica e l’amore di ogni gesto che si nasconde dietro un’etichetta, se non capiamo l’importanza della comunicazione verbale e dell’accoglienza. Ho investito molto nella mia preparazione». Ecco perché, ad esempio, ogni due mesi ci sono mostre d’arte in cantina ed è nata la Garofoli Vintage Collection con perle del passato che stanno diventando sempre più rare ma che sono lì «a dimostrare che il tempo sa dare molte soddisfazioni preziose».
 
Tra numeri e passione
Soddisfazioni che sono racchiuse in un ventaglio di proposte. «Le etichette in gamma sono 26 e le bottiglie 1.600.000. Abbiamo il vanto di avere conferenti storici con persone fidate che seguono il prodotto dalla vigna. La nostra proprietà è di 50 ettari e sin dall’inizio la famiglia è radicata qui a Loreto». A 28 anni, quando Caterina entrò in azienda, aveva già un bagaglio importante. «Mio padre e mia madre decisero che nella cucina di casa la tv era bandita, e fu questa la nostra fortuna: il dialogo è sempre stato al centro di pranzi e cene. Così ho imparato a conoscere la cantina e il bellissimo lavoro che di generazione in generazione stava andando avanti. Ho scelto questo mondo senza forzatura alcuna». Il vino è un mondo «fantastico, è talmente bello da essere trascinante. Non conosce sesso, né età, né portafogli, e per questo sa unire le persone più diverse tra loro».
 


Un super Verdicchio in costante crescita
Il Podium 2014 è uno dei grandi vini delle Marche. Negli anni, da quel vigneto a corpo unico di Montecarotto, a 350 metri slm, i vini prodotti sono sempre stati un condensato di eleganza, finezza, varietalità in costante crescita qualitativa. Il Podium è un Verdicchio di spessore, con un colore lievemente dorato e cristallino, naso di sfaccetature diverse: ricordi di erbe aromatiche, accenni di pesca e agrumi. Di grande e piacevole beva, fantastica è la percezione gustativa: suadenza, tonicità, controllata potenza e morbidezza.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Sup. Podium 2014, alcol: 14%, temperatura di servizio: 12/14°, prezzo: 15 euro.
Casa Vinicola Gioacchino Garofoli, via Carlo Marx, Castelfidardo tel. 0717820162. www.garofolivini.it
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