Non più soltanto grandi olii d'oliva
Ecco i super vini de "Il Conventino"

Non più soltanto grandi olii d'oliva Ecco i super vini de "Il Conventino"
di Elisabetta Marsigli
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Sabato 19 Agosto 2017, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 15:44
Le colline marchigiane sono la culla non solo di tradizioni e cultura, ma anche di eccellenze eno-gastronomiche. I vini prodotti nelle Marche sono tra i più premiati a livello nazionale e internazionale. È il caso della cantina Il Conventino di Monteciccardo che, benché giovane, sta ottenendo una serie di riconoscimenti per i propri vini e oli.

La storia
A Monteciccardo, i terreni del Conventino furono comprati poco più di dieci anni fa, con circa 6/700 piante di olivo di una cinquantina d’anni. Un terreno “nudo”, con qualche appezzamento a bosco. «Da subito ci accorgemmo che se volevamo un olio di qualità avremmo dovuto avere un frantoio di proprietà, per poter controllare il prodotto finale». Fu questa la prima mossa vincente perché da quel frantoio Egidio Marcantoni ottenne risultati inaspettati. Proprio per questi risultati, l’azienda decide di impiantare 5000 altre piante, rendendo così la tenuta una delle piantagioni di ulivi più estesa della provincia.

L’olio: il primo traguardo
Successivamente, grazie ad alcune modifiche sulle macchine di serie, sono stati i primi a sperimentare la lavorazione in atmosfera controllata, ovvero togliendo ossigeno nella fase della gramolatura, e questo ha incrementato il risultato qualitativo, sotto termini di freschezza e concentrazione di polifenoli. «Cavallo di battaglia dell’azienda è diventata l’ascolana tenera – prosegue Egidio - che, anche se di dominio del fermano, ottiene anche qui gli stessi risultati e a 300 metri sopra il livello del mare siamo riusciti a portarla avanti a livello biologico». I primi riconoscimenti sono dunque arrivati per l’olio: «Abbiamo fatto quasi scuola, molti altri frantoi sono venuti a seguire le nostre prassi, con decanter di estrazione a due fasi, frangitori con geometria variabile, adattabili alle varie tipologie, e controlli di temperatura in tutte le fasi del processo». I grandi risultati sono il frutto di tanti piccoli elementi messi insieme, come per il vino: anche lì ci sono variabili diverse, elementi diversi, ma la filosofia che accomuna questa azienda è sicuramente quella della meticolosità e della continua ricerca.



I vini
Il progetto enologico originale era stato ideato sempre da Egidio, con l’aiuto dell’enologo Giancarlo Soverchia, tra il 2005 e il 2008, quando hanno messo a dimora i primi vigneti, con il subentro di un altro enologo come Roberto Potentini. L’idea è stata fin da subito quella di ottenere vini sani, sia da consumare subito che longevi, particolarmente identitari e legati a questo territorio. Successivamente si avvicina all’azienda anche Mattia, il figlio di Egidio, che si appassiona al punto da diventare anche sommelier, fornendo un contributo fondamentale in questo settore, e creando dei prodotti che possono soddisfare i bisogni della contemporaneità, mantenendo il rispetto delle tradizioni. Molti sono i vini di eccellenza, ma l’attenzione scrupolosa non è solo dedicata ai prodotti da riserva, ma anche all’intera gamma. Una selezione rigorosa, con mono vitigni che devono essere di beva semplice e raccontare il territorio di origine. «Nei vini da riserva, quelli che entrano nell’ottica di bicchieri più importanti e solenni e che vogliono il giusto tempo di degustazione, si nota ovviamente di più la mano della nostra cantina, ma il rispetto del vitigno del territorio rimane imprescindibile».

La lavorazione
La vendemmia è il campo dove viene riposta la maggior attenzione: la raccolta del frutto avviene attraverso scrupolosi campionamenti. «Sottolineerei l’importanza che diamo alla lavorazione in campo - racconta Mattia - che influisce molto sulla qualità, prima ancora di tutta la meticolosità durante la lavorazione, per fare parlare il frutto prima del nostro intervento di lavorazione». Successivamente, per i bianchi vengono utilizzate tecniche moderne come la crio-macerazione che consiste nel congelamento delle uve prima della pressatura. Esistono poi anche pressature soffici che “coccolano” le uve durante una fase così delicata e il sottovuoto con fermentazioni a basse temperature. Per i rossi vengono utilizzati tini in rovere francese da 90 ettolitri, controllando le temperature e cercando di non rompere gli acini, che poi vengono affinati in botti di acciaio o di rovere francese: per i vini giovani viene usato l’acciaio, per quelli più importanti le barrique. Questi procedimenti hanno permesso al Conventino di ottenere numerosi premi come i prestigiosi cinque ori nella guida internazionale Gilbert&Gaillard, sia bianchi che rossi, con passaggio in legno (Brecce di Tufo e Cardomagno) e in acciaio (Famoso nel Convento), un vino realizzato in criomacerazione (Solocrio) e un passito di Lacrima ed Aleatico (Passum). È poi di ieri la notizia della vittoria del Cardomagno a “The wine Hunter Awards 2017” per l’alta qualità.



Il Cardomagno
Consapevole della sua natura e del suo divenire, il Cardomagno è sicuro nell’abbraccio caldo. Di vitigno Sangiovese, il suolo su cui viene coltivato è di argilla e tufo. La maturazione avviene in barrique e tonneau per almeno due anni e l’affinamento dodici mesi in bottiglia. L’analisi sensoriale rivela un colore rosso rubino lucente e profondo. Al naso è prorompente, ricco di note fruttate impreziosite da spezie scure. Un’idea di malva, quindi soffi balsamici, rabarbaro e ricordi di caffè. È caldo, morbido, fresco e sapido. La trama tannica è fitta e perfettamente integrata. In chiusura, frutti scuri e resine preziose.
Info
Temperatura: 18°/20°
Gradazione: 14°
Prezzo: 19 euro
Riferimenti: Soc. Agricola Il Conventino di Monteciccardo, via G. Turcato 4, 61024 Monteciccardotel 0721 910574.
Web: http://conventinomonteciccardo.bio
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