L'Olivaio, il suo extravergine è un oro
verde che conquista anche l'anima

L'Olivaio, il suo extravergine è un oro verde che conquista anche l'anima
di Andrea Fraboni
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Sabato 25 Novembre 2017, 14:13
È il rinascimento dell’olio marchigiano. Nonostante le ultime due stagioni di raccolta (soprattutto quella del 2016) non siano state proprio trascendentali. Intanto perché dopo 23 anni per il nostro extravergine è arrivata la certificazione Igp che si va ad aggiungere alla storica Dop di Cartoceto. Ma tutto il movimento dell’olio è in crescita. E in questo panorama in così bella e profumata evoluzione c’è chi continua a fare un extravergine straordinario: in una sola parola L’Olivaio, Frantoio Oleario.

Più di mezzo secolo di storia
Tre generazioni di frantoiani dal 1962. Con un solo imperativo che è venuto crescendo: la qualità. Le colline sono quelle meravigliose che abbracciano Castelleone di Suasa (la sede), Ostra Vetere, Ostra e Offida. Tre i moschettieri che si occupano dell’azienda. Valter Cestini, che ha fatto scattare la scintilla primordiale e che all’inizio ha sudat da solo per l’oro verde, poi affiancato, da pochi anni, dai più giovani Federico Pandolfi e Davide Morganti. Dal cuore di Castelleone e fino all’Ascolano si estendono i 9.000 ulivi di proprietà a cui se ne aggiungono altri 3.000 in affitto. Passione, orgoglio e competenza ma soprattutto un amore spassionato per la terra, quella marchigiana.



Una produzione di eccellenza
Per L’Olivaio sono 5 le linee di prodotti con altrettante etichette: L’Olivaio, (Frantoio, Leccino, Pendolino), Verde (blend Igp), Kryo (biologico), Suasae (Raggia) e lo strepitoso Spalià (Ascolana tenera). E il primo comandamento in frantoio è quello che non ti aspetti: «Pulizia, igiene: solo così si ottengono prodotti di qualità». Il coro del terzetto non lascia spazio a dubbi. «La raccolta di quest’anno è stata anomala - confermano Cestini, Pandolfi e Morganti - ma c’è un ottimo punto di partenza. L’oliva è sanissima, ci sono dei cali di quantità che raffrontiamo solo rispetto al 2015 (-30% ma a macchia di leopardo nelle diverse zone della regione, ndr) perché quella dello scorso anno è stata davvero ai minimi storici. Ma qualità eccelsa». Per far sgorgare l’oro verde utilizzano in frantoio un impianto turco con tecnologia tedesca. E questi sono gli ultimi giorni di lavoro «pazzo e forsennato». Le olive vengono trattate, sono lavate per due volte e lo stesso decanter è di una tipologia che permette ogni sera la sua pulizia completa al millimetro. «È come un sarcofago - confermano - ma è tutto l’impianto che garantisce un lavoro ottimale, con una temperatura di default sempre di 25 gradi». Una cura davvero maniacale per ottenere oli che hanno conquistato il mercato nazionale (65%) ma anche quelli internazionali (35%). «Il lavoro fatto all’interno del frantoio - proseguono Cestini, Pandolfi e Morganti - vale sicuramente il 50% della qualità. Per noi è importante fare bene il nostro olio ma con la stessa cura ormai lavoriamo tantissimo anche conto terzi. La campagna di raccolta è iniziata nei primi giorni di ottobre e ormai siamo agli sgoccioli. E siamo tutti soddisfatti».



Ognuno al suo posto
La formula vincente per L’Olivaio è anche la grande intesa tra i titolari dell’impresa. Valter Cestini rappresenta la figura del “maestro” che ha tracciato il solco, l’esperienza che si è diffusa, la passione che parte da lontano: è il primo controllo della produzione dell’olio, dal profumo che gira in sala capisce al volo che oliva viene trattata. Poi Davide Morganti che si divide dal controllo dei terreni e delle piante fino alla gestione delle macchine del frantoio. E infine Federico Pandolfi, 31 anni, il più giovane della triade, che si occupa con entusiasmo di marketing e vendita, con un sorriso e un entusiasmo contagiosi, che conquistano. Chiaramente il trio è intercambiabile e in simbiosi per ogni ruolo.

Un olio che regala emozioni
L’elenco di premi e riconoscimenti è lunghissimo, quasi monotono. Ma tra le etichette svetta lo Spalià, «la nostra punta di diamante». Spalià è il soprannome di Marco Morganti, padre di Davide. L’olio è monovarietale di Ascolana tenera. Chef partner del prodotto, fiore all’occhiello del frantoio, è lo stellato Errico Recanati del ristorante “Andreina” di Loreto. Spalià sorprende per la grande armonia tra note olfattive e gustative; sentori verdi di erba, pomodoro acerbo e carciofo; colore verde con un notevole contenuto di polifenoli. Per gustarlo al meglio gli abbinamenti consigliati sono con crostacei, legumi, baccalà, carni rosse al sangue, insalate e paste al pomodoro. «L’olivo è parte integrante della cultura mediterranea - concludono a L’Olivaio - e anche se nasce in Medio Oriente, è sulla nostra penisola, che esprime il massimo, dando una qualità di olio eccelsa. Noi nei nostri 55 anni di esperienza ci abbiamo messo la nostra passione e la nostra dedizione per migliorare quello che la natura e la tecnologia ci ha messo a disposizione». Premi a parte, tra i motivi d’orgoglio più eclatanti c’è la doppia fornitura della loro materia prima all’Istituto alberghiero di Senigallia e alla mensa scolastica del Comune di Castelleone. «Semplici, ma queste sono le vere gratificazioni».
 
Info L’Olivaio Frantoio Oleario, via Case Nuove, 25. Castelleone di Suasa. tel. 071966123. web: www.olivaio.it. info@olivaio.it
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