Boom birre artigianali nelle Marche
sono già una sessantina le etichette

Boom birre artigianali nelle Marche sono già una sessantina le etichette
di Agnese Testadiferro
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Sabato 26 Agosto 2017, 12:42
Le etichette di birra artigianale nelle Marche stanno aumentando in modo prorompente, con una proliferazione di birrifici agricoli. «Forse ce ne sono un po’ troppi in giro, dati gli incentivi che ci sono, ma non sempre si trovano passione e competenza», afferma Carlo Cleri, docente di degustazione birra e responsabile per le Marche della Guida alle birre d’Italia Slow Food. Ad oggi, di birrifici artigianali marchigiani «se ne contano una sessantina». È passato quasi un anno da quando, «finalmente si ha una normativa in merito». Il legislatore ha infatti delimitato il concetto di birra artigianale chiarendo dubbi e limitando fraintendimenti. Si definisce birra artigianale - così è scritto nel testo di legge - la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Per piccolo birrificio indipendente si intende un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi. «Aver dato una delimitazione ai microbirrifici è un ottimo punto di partenza». Rispetto gli anni passati la tendenza dei piccoli imprenditori marchigiani «è la semplicità. Mentre prima si puntava di più su birre realizzate con spezie o ingredienti particolari, ora c’è più attenzione alle birre a bassa fermentazione che all’apparenza sembrano più semplici – conclude Cleri – Ma, non lo sono perché molto più difficili da riconoscere». Come poter scegliere la birra migliore, dato che «ci sono più birrifici che popolazione»? «Facile: è tutta una questione di gusto personale, ma il mio consiglio è quello di imparare a leggere bene le etichette!».
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