"Tacco 12 e smartphone"
La moda secondo Serena

Serena Salvucci
Serena Salvucci
di Alessandra Bruno
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Domenica 30 Aprile 2017, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 12:43
Camicetta di seta color rosa, pantalone a vita alta, sneakers e borsa di Yves Saint Laurent. Così la p.r. maceratese Serena Salvucci, classe ’80, si prepara a raggiungere Milano, la sua “seconda casa”. È attesa da uno shooting, un servizio fotografico per Manuel Ritz, il brand di Manifattura Paoloni, di cui è consulente di comunicazione. Donna e mamma in carriera: la sua è una favola da copertina. Come quella dedicatale da Vanity Fair quando è convolata a nozze con l’ex cestista Guido Morresi. Al mondo sfavillante della moda, quello che si sogna da bambine sfogliando riviste patinate, Serena, capelli ramati e splendidi occhi azzurri, si è affacciata appena ha potuto. 

Il destino già scritto
«Serena vai a giocare con Giorgio», le ripeteva la vicina di casa della nonna. «Giorgio chi? Giorgio Armani?», la risposta da fashionista in erba. Il destino era già scritto: «Avevo 3 anni- confida con un sorriso- grazie a mio padre, designer di calzature, quell’atmosfera l’ho sempre respirata. Passavo ore nella scarpiera di mia nonna, adoravo i tacchi e pescare dall’armadio di mia madre, lei vestiva Iceberg. Credo che ognuno abbia un talento che si sviluppa fin da subito. Mia sorella disegnava case ed è diventata architetto. Mia figlia disegna animali, quindi chissà». 

Lo shopping è solo complulsivo
La vita privata e lavorativa si abbinano come gli abiti che sa mixare sapientemente, passando dallo stile casual a quello più ricercato, senza esitazione: «Il rapporto con lo shopping è compulsivo- scherza- non prediligo un capo in particolare, amo indistintamente accessori e scarpe. Ma una regola c’è: le borse devono essere firmate E all’interno? Non devono mai mancare occhiali da sole, portafoglio, chiavi e naturalmente lo smartphone». La devozione per il suo lavoro, che l’ha portata in giro per il mondo e negli ambienti cosmpoliti di Milano è la stessa degli inizi: «Il primo stage l’ho fatto a Boston alla Bostonian Shoes , brand che distribuiva Clarks e poi in Spagna per un’azienda di abiti. Poi la specialistica in Sistemi e Comunicazione della Moda a Rimini nella facoltà diretta da Mario Lupano. In quel periodo lavoravo per un’agenzia a Roma, editavamo due free press. Scrissi un articolo sulle subculture, le rivista circolò al Pitti Uomo. Renzo Cognini, a.d della Ecko Unltd, mi chiamò dopo averlo letto. Ero emozionata». Dopo aver insegnato «ora quasi ogni settimana sono a Milano: una città che adoro». Tra le esperienze che l’hanno ispirata «non posso non citare quella con Brosway- dice ancora- con Manifattura Paoloni, una realtà che rispecchia a pieno la mia esigenza di trovare nelle relazioni umane quel famoso motore». Il suo successo più grande è nato due anni fa e si chiama Adele, frutto dell’amore per Guido, conosciuto attraverso il basket, l’altra grande passione di Serena: «Da quando sono mamma- spiega- le priorità sono cambiate, inevitabilmente. Quando aveva tre mesi l’ho portata al suo primo Press Day, finora ha partecipato solo a due eventi. Se non presto troppa attenzione alla mia dieta, al contrario, ho molto a cuore l’alimentazione di mia figlia, mi informo costantemente». 

Il segreto della mamma al top
Il segreto per essere una mamma al top? «Spendere bene il tempo e affidarsi alla famiglia». Lei, accanto, ha il suo uomo ideale: «Mio padre- confida- è stato presidente dell’Abm Macerata per 15 anni, e per due anni le redini sono passate a me. Il primo anno abbiamo vinto il campionato. Guido al tempo giocava in una categoria superiore, ci siamo conosciuti e innamorati. Sei anni fa abbiamo deciso di sposarci. La fatidica proposta me l’ha fatta a Parigi, dopo due mesi che ci conoscevamo. È il mio migliore amico, condividiamo i nostri interessi a 360 gradi. Mi segue anche quando vado a fare shopping, giuro». Al momento cura anche l’immagine di Gianni Renzi Couture: «Il tacco 12 è un accessorio irrinunciabile, le calzature iperfemminili sono un prodotto in cui mi posso esprimere al massimo». Pr del fashion, fino in fondo: e come ti sbagli.
 
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