Fiorella Ciaboco e Anna: «Ti ruberei
i cappotti». «Ma ridammi quella gonna»

Fiorella Ciaboco e Anna: «Ti ruberei i cappotti». «Ma ridammi quella gonna»
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Lunedì 18 Dicembre 2017, 15:41
Fiorella e Anna, tutta questione di centimetri. Neanche di taglie, ma proprio di centimetri, tanta è la somiglianza tra mamma e figlia. Origini tra Sassoferrato e Jesi: una figlia così uguale ma così diversa, con cui ogni discussione è una gag. Svampite, smemorate e caotiche, Fiorella Ciaboco e sua figlia Anna Guerriero sono l’una la migliore amica dell’altra.

Fiorella Ciaboco, classe 1966 nata a Sassoferrato, studia alla scuola di modellistica a Perugia. Sognava di fare la sarta e oggi ha un suo atelier a Jesi e uno a Milano. È impegnata nel volontariato, con la Fidapa di Jesi ed è presidente del Lions Club Madonnina di Milano.

Anna Guerriero, classe 1999 jesina, studia al Classico scienze sociali: prima a Jesi, adesso a Milano. Di pomeriggio è all’atelier della mamma: fa la modella, l’addetta alle vendite, pr e social media. Ama la cucina, la moda, il francese e i cani, sogna di vivere in Francia.
 
Cos’è la moda?
M - La moda è la cultura del mondo, sono 30 anni che ci credo. È il fenomeno con cui un singolo impone il suo stile alla massa, anche se poi ognuno deve trovare la propria dimensione di moda.
F - Moda è espressione dell’individuo, ognuno esprime se stesso, il suo modo di essere attraverso il vestito, il proprio stile. Non è un fenomeno di massa, ma espressione del singolo individuo.
 
Le somiglio in...
M - Fisicamente, quando avevo la sua età, ero uguale. Poi beh, siamo due svampite, ma io sono più determinata e pretendo tanto.
F - Siamo entrambe disordinate, smemorate, caotiche, chiacchierone, socievoli e viviamo un po’ nel nostro mondo. Ma io sono più ragionevole, diplomatica. Però ammetto che mamma è un grande esempio per me.
 
Il sogno di bambina?
M - Da piccola volevo diventare sarta, a 8 anni tagliavo scarti di coperte di mia madre e facevo abiti per me, mai per le bambole lo odiavo. E ricordo che le forbici non tagliavano mai! Più di 30 anni fa in vacanza a Roma guardavo con ammirazione le sarte in camice bianco dipendenti delle sorelle Fontana.
F - Ho sempre avuto una sola ambizione nella vita, essere felice. È la cosa più importante e lavorare con mamma è l’inizio di una realizzazione che mi rende serena e potrebbe portarmi alla felicità.
 
Seconda generazione: tradizione o innovazione?
M - È lo stimolo per me a non fermarmi, lo faccio per lei. Mi dà forza, energia pensare che Anna sarà il futuro dell’azienda
F - È una questione di maggiori responsabilità, perché non si divide solo lo stipendio ma anche la concezione stessa del lavoro è diversa. Però è gratificante
 
Nei battibecchi  mi accusa di...
M - Mi accusa di essere ...imbarazzante! Io? Quando mai?!
F - Mi dice che sono una strega velenosa!
 
La odio quando fa...
M - Mi fa incavolare da morire quando non arriva puntuale!
F - Mi fa incavolare sempre! Ma soprattutto quando esagera con la schiettezza, dovrebbe essere più moderata e gentile.
 
Quel giorno mi ha fatto uscire di testa
M-  Il giorno in cui le ho chiesto di precipitarsi in atelier che il corriere stava aspettando e lei ci ha messo una vita.
F - Il famoso giorno che dice lei, col corriere che ci aspettava in atelier, ero appena tornata da scuola stavo mangiando e mi ha dato preavviso zero, mica volo!
 
Dal suo armadio ruberei...
M - Se avessi ancora la taglia mi riprenderei la gonna con cui mi sono sposata e che adesso è il suo capo preferito...me l’ha rubata.
F - I suoi cappotti, li adoro, sono bellissimi. Glieli rubo sempre
 
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