Nathalie e Martina: «Mia figlia è
indomita». «Ho una mamma magica»

Nathalie e Martina: «Mia figlia è indomita». «Ho una mamma magica»
di Talita Frezzi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Giugno 2018, 12:12
Dolci, determinate e col cuore grande. Nathalie e Martina, eterea e raffinata la mamma, sportiva e grintosa la figlia. Siamo a Jesi, terra di campioni e di citì e di quasi ministri. Un confronto apparecchiato sul terreno minato di abiti che spariscono dagli armadi, di padelle che volano in cucina e di occhi che si illuminano quando si parla dei loro sogni.
 
Nathalie Vezzali, nata a Reggio Emilia il 5 gennaio 1969, lavora come fisioterapista presso l’ospedale Carlo Urbani di Jesi. Mamma fashion e moderna, ha un amore viscerale per la pittura, in particolare la tecnica ad acquarello, che sogna di coltivare appena avrà più tempo.
 
Martina Pascucci, nata a Macerata nel 1990, sta per compiere 28 anni. Piccola, combattiva guerriera, ha portato avanti la passione per la scherma militando nell’Under20 e adesso girando il mondo come arbitro. Laureata in Economia, vive a Torino con il fidanzato, lavora per un’agenzia che organizza eventi.
 
Tale madre, tale figlia in...
M - Tale madre tale figlia in cucina: qui la genetica entra in campo alla grande. Sia io che Martina abbiamo un vero amore per la cucina e la buona tavola.
F - Io e mamma siamo uguali soprattutto nella dolcezza che ci caratterizza.
 
È una donna competitiva?
M - Definirei mia figlia una vera sportiva, perché sa anche perdere!
F- Competitiva? No, mamma non lo è, ma col suo garbo non permette a nessuno di metterle i piedi in testa.
 
Da piccola avrebbe voluto essere?
M - Il sogno di Marty era quello di entrare in una organizzazione umanitaria per promuovere il progresso e il bene dell’umanità.
F - Mamma mi raccontava che sognava di diventare un medico per fare del bene alle persone.
 
Cosa ruberebbe dall’armadio di sua figlia/madre?
M - Nulla, è sempre lei che attinge dal mio armadio!
F - Fosse per me le ruberei l’intero armadio! Ma se ne accorgerebbe...quindi inizio gradatamente.
 
L’aggettivo che la rappresenta meglio?
M - L’aggettivo che meglio la rappresenta è indomita. Ha una personalità inafferrabile e anche con le avversità segue con coraggio i suoi sogni.
F - È magica, per la sua positività, la forza, la sua lealtà, il suo sorriso e soprattutto per il suo grande cuore.
 
Cosa non sopporta dell’altra?
M - Non sopporto quando entra in scontro e di fronte ad alcune situazioni tira fuori l’arma dell’indifferenza perché colpire chi l’ha ferita non le importa più.
F - Non sopporto quei suoi “Okay????” (anche un pochino acidi, diciamolo) sparati così, durante i suoi rimproveri.
 
Che consiglio le darebbe?
M - Le suggerirei di non permettere a nessuno di farle credere che non è all’altezza di qualunque situazione e che non è in grado di realizzare i suoi sogni, lei può arrivare ovunque se lo desidera davvero.
F -  Le direi con tutto il cuore «mamma, prendi consapevolezza delle tue grandi qualità...basta sottovalutarti!»
 
Quella volta che abbiamo litigato di brutto...
M -Quella volta che abbiamo litigato ho ritrovato mia figlia giovanissima, nel ruolo di madre custode nei miei confronti.
F - Devo dire che nonostante ne abbia combinate parecchie, dalla macchina abbozzata più volte ai vestiti a lei tanto cari che ho smarrito, al mio disordine cronico...i nostri litigi non sono stati mai così belli come quelli tra lei e mio fratello, lui è riuscito a farle buttare set su set di padelle a forza di scaraventarle per terra!
© RIPRODUZIONE RISERVATA