Cristina e Maria Silvia: «Figlia mia
non ti invidio proprio». «Figurati io»

Cristina e Maria Silvia: «Figlia mia non ti invidio proprio». «Figurati io»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 29 Gennaio 2018, 15:15
Lo sguardo lontano e identico che penetra tutto: passioni e mestieri che si mescolano con arte. La loro. La mamma che comunica, la figlia che progetta. Si ritrovano a condividere lo stesso terreno, territorio, paesaggio. Dall’anima in poi, ma insieme.
 
Cristina Colli, Giornalista, cura progetti e programmi di valorizzazionerealizza e promuove strategie legate a paesaggio, architettura, arte, design
e made in Italy. Sul fronte della ricerca economica e sociale collabora con Consorzio A.Aster. È direttore responsabile della rivista Mappe.
 
Maria Silvia Giulietti Cemak, vive e lavora a Zurigo. Dopo la laurea in Architettura all’Accademia di Mendrisio, in Svizzera, lavora nello studio Vogt Landschaftsarchitekten e si occupa di paesaggio; cura progetti di pianificazione urbana e territoriale. Appassionata di mare, montagna e viaggi.
 
Territorio: spazio da plasmare o culla di radici?
M - È uno stock dinamico di conoscenze ed esperienze che attiene alla dimensione razionale, all’analisi, a una pianificazione che connette programmi, azioni, strategie.
F - Culla di radici, mi affeziono ai luoghi ma il mio lavoro adesso mi obbliga ad avere anche uno sguardo concreto sulla valorizzazione del territorio e le sue continue trasformazioni.
 
Paesaggio: skyline dell’anima o dell’evoluzione umana?
M - È una dimensione poetica, spesso irriducibile dello sguardo, una visione spirituale e intima del mondo.
F - Il paesaggio che abitiamo è disegnato dal lavoro umano, quindi dall’evoluzione. Quando lo amiamo diventa skyline dell’anima. Ma attenzione all’involuzione, questo è il problema.
 
Il vostro nascondiglio segreto è sui colli o sul mare?
M - In macchina, così può essere al mare, sui colli, in autostrada, in traghetto. Un nascondiglio mobile sempre in transito.
F - Se è un nascondiglio segreto, deve rimanere segreto. Comunque anche se mia madre si chiama Colli, io preferisco il mare. Vedendolo poco lo desidero di più. In ogni modo occorre l’acqua.
 
Immaginate di partire con una sportina di sogni.
M - Il mare, qualche piccolo libro di poesia, la racchetta da tennis sperando di trovare un campo in terra rossa e qualcuno che giochi con me. Ovviamente il telefonino.
F - Immagino sempre di partire con poco e invece parto con tutto. Poi torno con molto altro ancora.
 
 
Progetti, per organizzare il momento o per disegnare il domani?
M - Anche un istante chiede progetto, prospettiva, visione. Nei “Dialoghi delle Carmelitane” dice Bernanos: «Non ci sono dettagli ma solo la nostra negligenza». Non sempre siamo all’altezza del compito ma bisogna provarci.
F - Domani devo fare un trasloco di casa. Un esempio coerente di organizzazione del momento e disegno del domani allo stesso tempo.
 
Bellezza: un’evidenza per tutti o un punto di vista?
M - In questo momento la parola bellezza andrebbe abolita per decreto. Abusata e svuotata, più che dall’uso ingenuo dall’uso superbo ed esclusivo dei malintesi paladini della bellezza, quelli che amano la declinazione al passato. Decisamente un punto di vista.
F - Se si dice non è bello quel che è bello ma è bello quel che piace, una ragione ci sarà. Il problema è: chi decide ciò che è bello? Non per sé, che è naturale. Ma per gli altri
 
 
Madre e figlia: scambiandovi i ruoli, qual è la prima cosa che vi viene in mente?
M - Essere la figlia di una madre come me richiede molta solidità, non la invidio.
F - Essere la madre di una figlia come me richiede molta solidità, non la invidio.
 
 
Mai senza di lei.
Dove?

M - Su questa terra, sotto questo cielo, in questo sistema solare. E anche in tutti gli altri.
F - Sono quasi sempre lontana da casa e da lei, ma siamo sempre insieme. La mamma è in ogni dove perché è di casa in noi.
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