La fascinosa attrice Elsa De Giorgi
che diventò la musa di Italo Calvino

La fascinosa attrice Elsa De Giorgi che diventò la musa di Italo Calvino
di Antonio Luccarini
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Lunedì 17 Luglio 2017, 17:58
Una foto scattata il 4 giugno del 1944 nella centralissima Via Quattro Fontane, quando i soldati americani entrano vittoriosi nella Capitale , accolti con straordinaria esultanza dalla gente di Roma ,ci mostra l’immagine di una donna bellissima -nei suoi tratti di autentico splendore non c’è alcuna traccia, né segno minimo, dei patimenti fisici e morali della guerra feroce che si è appena consumata- mentre compie con fierezza e gioia, affiancata da due distinti signori Vittorio Gorresi e Paolo Monelli, il gesto di consegnare ad un soldato una bandiera tricolore. Sembra la scena di un film e a conferire all’immagine fotografica quel senso di teatralità solenne è proprio quella figura femminile che occupa la scena con misura e grazia esemplari, ma, soprattutto con evidente fierezza, mostrando, così, di sentirsi, non già spettatrice, ma protagonista attiva di quel giorno di gloria. La donna che riesce a definire in questo modo la scena in questione era, manco a dirlo, un’attrice vera, una delle dive più fulgide del nostro cinema di allora. Era infatti Elsa De Giorgi, una nobildonna pesarese –era nata a Pesaro nel 1914 da una aristocratica famiglia di Bevagna, gli Alberti Giorgi- che per la sua bellezza strepitosa ed incontestabile aveva esordito, giovanissima, nel 1933,nel mondo dello spettacolo, con il film diretto da Mario Camerini «T’amerò sempre».
 
Il debutto contro famiglia
Quel debutto sul grande schermo – contro il parere dei famigliari che ritenevano quello della recitazione un mestiere poco dignitoso -era stato consumato come esito della prima delle grandi coraggiose sfide che la donna avrebbe poi portato avanti in tutto il suo percorso esistenziale. E nonostante la bellezza le avesse offerto occasioni professionali straordinarie, giudicando banali e stereotipate e soprattutto condizionate da un regime politico da lei detestato, le scelte artistiche comunemente seguite dalla filmografia dei telefoni bianchi, abbandonò il facile cammino che le si presentava nel mondo del cinema, per avventurarsi in quello più rischioso, ma più coinvolgente, dell’impegno in ambito teatrale. E come nel cinema anche nel teatro aveva voluto sempre avvicinare gli intellettuali veri e non i mestieranti, da Moravia a Simoni, da Monelli a Guttuso , da Cecchi a Bellonci, da Alicata a Pasolini. Corteggiatissima per il suo innegabile fascino e stimata come donna colta e socialmente impegnata, sposò nel 1948 il nobile fiorentino, eroe della lotta partigiana, Sandrino Contini Bonaccossi, riuscendo a fare, delle loro dimore, a Roma in via di Villa Ada e in via Fauro e nella Villa a San Felice al Circeo, non soltanto luoghi di raffinata ospitalità, ma anche punti di riferimento fondamentali per la vita culturale italiana. L’inquieto e vitale spirito del dopoguerra la spinse a misurarsi, dopo il cinema ed il teatro, con la letteratura, nell’ambito della saggistica, della narrativa e della poesia, dove ha saputo dar prove della sicura padronanza di una singolare quanto avvolgente e suggestiva scrittura.


 
Einaudi e “I coetanei”
Nel 1955 l’editore Einaudi decise di pubblicare “I coetanei” il libro che raccoglieva i ritratti da lei tracciati sugli uomini che avevano partecipato alla lotta contro il Fascismo. Il libro valse ad Elsa De Giorgi la vittoria del premio letterario Viareggio. Ma la stesura del libro rappresentò per la vita dell’autrice un’occasione ben più significativa sul piano sentimentale: venne incaricato di curare l’editing del libro Italo Calvino, subito attratto dal fascino della scrittrice.
 
Una relazione travolgente
Da quell’incontro nacque un amore travolgente per entrambi, e nonostante la clandestinità imposta ai loro appuntamenti, fu oggetto di chiacchiere e maldicenze che finirono per devastare equilibri ed affetti preesistenti. Sandrino Contini scomparve per un anno intero senza lasciare tracce di sé, facendosi vivo solo per chiedere in forma perentoria lo scioglimento del matrimonio. Anni di passione ma anche di processi e di scandali anche per la torbida vicenda giudiziaria legata alla collezione d’arte della famiglia Bonaccossi, considerata una delle più ricche del mondo. La storia d’amore tra Calvino e la De Giorgi durata fino agli inizi degli anni ’60, è stata comunque immortalata in un corpus di circa 400 lettere che lo scrittore di “Palomar” inviò alla donna amata da ogni parte di Italia e nelle più imprevedibili occasioni. Quando potranno essere finalmente pubblicate potremo finalmente appurare se esse costituiscono veramente “il più bell’epistolario d’amore di tutto il Novecento” come è stato detto da chi ha potuto leggerle.
 
Elsa De Giorgi (Pesaro 26 gennaio 1914-Roma 12 settembre 1997), è stata un’ importante attrice di cinema e teatro, ma anche scrittrice, costumista, scenografa, regista. Grande amica di Anna Magnani e di Pierpaolo Pasolini, dal 1955 al 1960 è stata amante e musa ispiratrice di Italo Calvino. Fu sposata a lungo con Sandrino Contini Bonaccossi, nobile fiorentino ed eroe della lotta partigiana.
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