Barbara Capponi al Tg1: «Studio
e competenza: la bellezza non basta»

Barbara Capponi al Tg1: «Studio e competenza: la bellezza non basta»
di Laura Ripani
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Lunedì 26 Marzo 2018, 13:12
Giornalista, avvocato, Miss Comunità Europea, “Laureata dell’Anno” all’Università di Macerata e tanto altro. Con chi si definisce «fondamentalmente timida» come Barbara Capponi, conduttrice del Tg1 delle ore 16,30, il segreto è, forse, insistere. Gentilmente, facendo leva sull’empatia che nasconde, però, una determinazione d’acciaio. Barbara è quella che una volta si sarebbe definita «una brava ragazza». «Eh sì che mi hanno dato dell’antica a Ballando con le stelle» ride di gusto buttando indietro la testa e prendendola con la solita ironia. Ma lei resta sempre composta. Anche quando, recentemente ha affrontato il dolore della scomparsa, in un solo anno, della mamma Tiziana e del papà Filippo “Pippo” Capponi.



Gli esordi
«Sì, credo proprio che sia stato mio padre ad avermi trasmesso la passione per il giornalismo. In casa c’era la macchina da scrivere che lui usava per mandare le sue corrispondenze prima per Stadio e poi, da Pedaso, per il Corriere Adriatico. E anche io ho cominciato qui, da queste pagine e con Franco De Marco che mi chiamò, giovanissima, appena fu aperta, nel 1988, alla redazione del Messaggero di San Benedetto». Una vita fa, come dice lei. È che l’avevano vista ed apprezzata a Tvs Onda Sambenedettese. Con Remo Croci conduceva Derby, la trasmissione sportiva dell’emittente locale. L’aveva scoperta qualche anno prima il talent scout Mimmo del Moro ed era diventata a soli 16 anni prima Miss Marche quindi Ragazza Ingambissime nazionale (il presidente di giuria era Dino Risi con Linda Christian ndr) e infine Miss Comunità Europea, a Reims, in Francia nel 1997. «Quando vinsi il titolo Remo mi venne a prendere con un’auto scoperta e fui accolta nella piazza di Pedaso dal sindaco e dal parroco. Un’emozione grandissima. Ero reduce dall’intervista a Roma, negli studi Rai, con il futuro collega Marco Frittella che allora si occupava di spettacoli mentre oggi è un importante firma della politica». Una predestinata educata dalla famiglia, però, a meritarsi gli onori.



I valori
«La bellezza è un bel biglietto da visita ma deve essere arricchita dallo studio, dalla competenza e della determinazione. Non è mai un ostacolo, sia chiaro, ma da sola non basta». E forse lei ne è uno degli esempi più lampanti. Un po’ sicuramente perché non l’ha mai usata come grimaldello per fare carriera. Un po’ perché gli insegnamenti dei genitori l’hanno condotta a privilegiare altri valori. «Non dimentico mai di essere partita da un paese di 2mila anime, Pedaso, e alle spalle non avevo nessuno che fosse introdotto nelle stanze del potere. Così ancora ricordo quel giorno che presi il mio trolley e, con papà, salii sul pullman che mi portava a Roma. Con il mio carico di curricula, se non ricordo male un centinaio, da lasciare nelle varie redazioni. Funzionava così, mica come oggi che tutto viaggia on line».



Il precariato
Una vita da precaria quella che, all’inizio della carriera, è stata anche per l’attuale volto dell’economia nazionale. «Il mio è stato un percorso tutto in salita - non nega - con tanti ostacoli e sacrifici. Poi però con grande impegno, studio e determinazione, ho superato le difficoltà». “Uno Mattina”, “Donne al Bivio” e poi “La vita in diretta” dove era una delle inviate di punta i suoi primi incarichi. Nessun contratto a tempo indeterminato, per carità, soltanto la passione che l’ha portata a provare e riprovare. Per sei lunghi anni. «Poi mi dissero che c’era un posto nella redazione economia. Niente di meglio per me che, tra gli esami complementari della laurea in giurisprudenza, avevo inserito tantissimi insegnamenti in questo settore».
Era il 2004 e arrivò il primo contratto di natura giornalistica. Per 7 anni ha condotto il Tg del mattino, poi da un anno e mezzo si alterna con le altre colleghe nel gestire l’edizione del pomeriggio. Ma non solo. «Forse l’intervista che mi ha segnato di più è stata quella con Mikhail Gorbaciov: erano gli anni della perestrojka, si respirava un clima di grande apertura. Ancora ricordo quegli occhi e il carisma che emanava. Una grande speranza per l’umanità era quello che traspariva. Lo raggiunsi a Terni, dove partecipava a un convegno, ed era anche il giorno di San Valentino, patrono della città». Bella e brava, competente in economia e ballerina, solo apparentemente la vita di Barbara Capponi può apprire contraddittoria.



La ballerina
«L’esperienza di Ballando con le stelle è stata molto gratificante per tanti aspetti. Innanzitutto è la trasmissione di una signora della Tv come Milly Carlucci e quando mi ha chiamata le ho risposto di sì. Poi ha dato modo di far emergere un lato della mia personalità, quello artistico forse poco noto (ha anche seguito corsi di teatro in gioventù ndr) e poi ogni anno veniva scelta una giornalista: prima di me c’era stata Maria Concetta Mattei». Arrivò alle semifinali: le furono riconosciuti i meriti danzanti ma infuriò la polemica sull’abbigliamento troppo castigato, c’era chi l’avrebbe ovviamente, voluta vedere pià sexy. Il risultato fu la creazione di un fan club, uno dei primi sul web, scatenato nel sostenerla al televoto. «Un’esperienza bella, faticosa e...sportiva - racconta ancora Barbara -: è stato un momento del mio percorso in azienda dove ho voluto mostrare anche questo altro lato».

L’indipendenza
D’altra parte uno dei motti di Barbara è «impara l’arte e mettila da parte». E la sua capacità di apprendimento, ma soprattutto di applicazione con conseguenti risultati, potrebbe essere un esempio da consegnare ai giovani di oggi. Infatti, ha anche l’abilitazione come avvocato con la pratica conseguita nello studio Ciarrocchi e Massucci di Pedaso e si dedica con passione anche allo sport, specialmente il nuoto e la zumba. Ma quello che più conta è che fin da ragazzina, con i contratti da Miss e poi le prime collaborazioni con Tv e giornali «ho sempre avuto la mia indipendenza economica e questo mi ha gratificato molto così come la mia professione». Una donna che, appena compiuti i 50 anni (è del 13 gennaio 1968) è stata sempre legatissima alla sua famiglia d’origine e alla sua terra. Ai suoi nipoti, figli dei fratelli Sabrina e Giuseppe, con i quali a volte si concede anche vacanze all’estero. «La mia fino a oggi è stata una vita piena che mi ha dato tante soddisfazioni». Una donna insomma grata fin da qui primi passi sul palcoscenico dell’asilo con Suor Michelina che la sceglieva sempre per fare da protagonista: una recita, una mostra. «Perché è vero che sono timida - chiude - ma davanti alla telecamera mi sento molto a mio agio». Un’altra delle sue tante incompatibilità sulle quali ha un fiuto speciale affinché abbiano una sintesi.
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