Angela, Raffaella, Sestina, Anastasia
Giovanna e Claudia: le dame della Quintana

Angela, Raffaella, Sestina, Anastasia Giovanna e Claudia: le dame della Quintana
di Laura Ripani
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Domenica 6 Agosto 2017, 13:08
ASCOLI  - «Le donne i cavalier, l’arme e gli amori». Val la pena scomodare Ariosto per immergersi nella giostra della Quintana di Ascoli che celebra oggi la sua festa delle feste. Chi sarà il cavaliere più bravo, d’altra parte, sarà il campo a stabilirlo, non ci vuole poi molto. Ma la Dama, questa leggendaria e leggiadra figura che la tradizione tramanda come la donna più rappresentativa, è una questione di sguardi. Di portamento. Di sorriso e ancor prima di non poche polemiche perché è un classico che mettersi in mostra porta con sé oneri e onori. Le “più belle del reame” sono 6. Una per ogni Sestiere della città che è appunto divisa in sei Arme. Ognuna racconta una storia, vestita come nei bei secoli andati nella città che vanta di avere il centro storico medievale più grande d’Europa. Acconciatura e abbigliamento sono sottoposti a rigorosissimi disciplinari. E non ci si faccia sfuggire un orologio al polso o un accessorio hi tech. Tutto rigorosamente dovrà essere d’epoca. 

Angela Velenosi

Quest’anno la dama che ha fatto più scalpore è quella del sestiere centrale, Sant’Emidio. Angela Velenosi, la “signora del vino”, 10 milioni di euro di fatturato e una vita da globetrotter, però, è abruzzese di nascita. Ché i natali contano in questo gioco - che poi gioco non è - perché il territorio se ne nutre tutto l’anno. «Il mio ruolo, quest’anno, sarà piccolo ma importante - dice l’imprenditrice -: essere la Dama della Rosa Rossa, che tiferà per Enrico Giusti, il valente cavaliere di Sant’Emidio. Con questo titolo si apre una breccia nel tempo, in cui le donne di oggi vengono insignite di un titolo di ieri, sempre con lo stesso obiettivo: onorare la propria città. Ricoprire questo ruolo è un onore grandissimo, che solitamente corrisponde anche ad un richiamo a rappresentare e tutelare il luogo in cui si vive. Io non sono ascolana di nascita - ma ho adottato questa città come mia– : ho deciso di ricoprire questo ruolo solamente per l’affetto che provo nei confronti di Ascoli, e per dire alla mia città: Eccomi. Dopo il terremoto la rinascita di Ascoli passa dagli atti simbolici quanto da quelli concreti. Per questo sono disponibile ad assumermi, assieme agli onori, anche tutte le responsabilità per dare un sostegno non solo al Sestriere di Sant’Emidio ma a tutta la meravigliosa città». Altro che veline ante litteram. Sono donne toste quelle che oggi alle 14 indosseranno con 40° all’ombra pesanti velluti e copricapi. Sacrifici per tutte ma non per loro, per chi sogna ad esempio fin da bambina questo giorno. Neppure fosse il matrimonio, anzi un po’ forse lo è perché a dispetto di qualche anno fa, ora legarsi ad un Sestiere è per sempre. Come il diamante.

Giovanna Marozzi

Ne sa qualcosa Giovanna Marozzi di Porta Romana. Lei che parla di «gioia infinita» quando le hanno comunicato la scelta sa che avrà «tutti gli occhi puntati addosso». Geometra e commessa dell’Oviesse ha cominciato come damigella, sognando «di arrivare a fare la Dama». La determinazione non le fa insomma difetto nonostante la giovane età che, come si è forse capito non è che sia un punto a favore, o comunque non sempre. «Grazia, sorriso e portamento saranno le mie armi» promette. Attesa al Campo. 

Claudia Malavolta

«Un’emozione unica per me che ho amato questo ruolo fin da piccola» è anche quella di Claudia Malavolta. E non conta niente che sia l’apprezzata allenatrice di cavalli a Porta Tufilla o che nella vita faccia la commessa: «Mi sono innamorata di questo sestiere e dei suoi colori, sono tifosissima e ci tengo tantissimo.  Me lo merito, spero di essere all’altezza di un ruolo così importante anche se non c’è una dama che «la fa bene o male», questa non è una gara né si fa per «farsi vedere». Dico di più non è neppure così importante che sia la più bella ad essere insignita della responsabilità né conta l’età, almeno per me: vale la passione con la quale si partecipa alla vita del sestiere e per una donna può sì rappresentare un obiettivo nella vita perché senza la Quintana non si può stare. Insomma, si è capito, il cuore, altro che la bellezza, la passione, altro che le forme. E in qualche caso anche una sorta di carriera interna. Perché anche tra le Dame si scalano le classifiche.

Raffaella Traini

Direttamente da Porta Maggiore arriva Raffaella Traini che s’inorgoglisce di essere «stata proposta dal console». Un premio a chi per anni ha fatto gavetta come commissaria di percorso, fa parte del Comitato. «La Dama è sempre bellissima - ammette -, a prescindere, perché rappresenta la donna più importante». Lei, senza arroganza, per carità annuncia però di voler interpretare il ruolo «con fierezza, sorridendo sempre e lasciando parlare (o sparlare?) chi sul percorso si permette di criticare, assegnando “voti” a dama, abito o movenze. L’architetta sa «che c’è sempre qualcuno che ha il suo ideale di donna» e dunque se ne fa una ragione.   Le altre hanno altri 12 mesi per “rosicare” se proprio ci tengono anche perché le Dame sono ieratiche, pure e colpite da gioia irrefrenabile.

Anastasia Lori

Come Anastasia che in barba a ogni invidia parla «del periodo più bello della mia vita. Lo vorrei cristallizzare. Lavoro, Quintana (e una nuova conoscenza, per scendere nel gossip ndr) mi stanno regalando giornate bellissime. Lei va al bar dei genitori con il fazzoletto di Porta Solestà al collo, e parla di «comunicazione non verbale» che sarà la sua arma vincente durante la sfilata. «Sono personal trainer ma vengo dalla danza. Il mio incedere sarà teatrale, perché per me la Dama è quella capace di esprimere eleganza, che sa sorridere e comunicare la propria felicità». Insomma, nella vita un mestiere tanto moderno ma attratta dall’antico.

Sestina Filotei

Prima chiamata ultima presentata la bancaria Sestina Filotei, dell’omonima famiglia nota per i funghi, scampata al terremoto. «Mi ha coinvolto mia figlia - racconta - che all’età di 3 anni dichiarò di voler fare la Chiarina. Oggi, a 21, gira l’Italia con il sestiere della Piazzarola in questo ruolo. Furono i suoi amici, a Natale 2016, a chiedermi di accettare quando li ospitati a casa per giocare a carte. Il nostro sestiere è stato l’unico sfrattato dal sisma, e sono stata felice di accoglierli. Io stessa che quella tragica notte mi trovavo a Pescara del Tronto, frazione dalla quale provengo, mi sto impegnando con l’associazione 24/08/2016 perché noi residenti vogliamo essere coinvolti nella ricostruzione e far rinascere le nostre realtà. Inoltre voglio lanciare una proposta: che ogni azienda di Ascoli adotti un sestiere per finanziarlo e sostenerlo». Da bancaria, come dirle di no?
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