Lucia Giulia e il vocabolario delle milf
«Siamo una generazione di ingenue»

Lucia Giulia Picchio
Lucia Giulia Picchio
di Camilla Domenella
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Domenica 1 Ottobre 2017, 16:21
«Ero una bambina dislessica e disortografica, ma mi piaceva tantissimo scrivere, molto poco leggere. A 9 anni tenevo i miei diari, scrivevo e scrivevo, di me, delle mie esperienze, parlavo degli alberi e di quanto mi piacesse andare ai giardinetti a giocare. Poi sono cresciuta: il liceo, gli studi, il matrimonio, i figli, il lavoro. Un giorno mi è capitato di ascoltare una trasmissione radiofonica in cui veniva intervistato l’autore di un libro, che diceva ‘io ho sempre desiderato scrivere, ho cominciato con quello che conosco meglio’. Ho capito che quello era il segreto. Ed io cosa conoscevo meglio? Per tutta la vita ho fatto le diete, potevo parlare di quello! Ci ho pensato tutta la notte, e con un gesto mi sono ripresa la mia vecchia passione. E la mia vita».

Una donna determinata
È una donna determinata, Lucia Giulia Picchio, i capelli lunghi e biondissimi ed un fisico tonico che sfida, vincendo, l’anagrafe. Ha più di 50 anni, e sì, la sua forma fisica, fa girare la testa. Se l’è conquistata però: «Ero cicciottella, e così sono sempre stata a dieta, compagna fedele di tutta la mia vita. Questo mi ha spinto però a sviluppare altri lati della mia personalità. Una volta un mio ragazzo mi ha detto ‘vorrei incontrarti a quarant’anni’, devo dire che è stato profetico». È un tono allegro quello che parla all’altro capo della cornetta. Ha le inflessioni distinte di una donna soddisfatta e realizzata. A colpire di lei è infatti la vivacità di una mente brillante, il carattere allegro e intraprendente, le parole ferme e chiare che utilizza con sapienza e con un fascino tutto femminile.

La marchigianità
Sì, perché Lucia Giulia Picchio appare una Donna, con la D maiuscola, ancor prima di apparire scrittrice di libri di successo, professoressa, madre, moglie. Epiteti di second’ordine per questa regina della femminilità (non del femminismo, sia chiaro), che vive a Milano ma che è nata a Recanati. «Sono marchigiana, e io parlo così, col nostro accento, anche ai miei studenti». Insegna Letteratura Francese ai ragazzi delle scuole medie, ma lei ama immergersi in quella passione ritrovata in età adulta: scrivere. «Per me è, è un ragionare su di me attraverso la penna» afferma, con la soddisfazione di chi ha raggiunto veramente un traguardo, senza rinunciare al mondo luccicante della propria femminilità. Di cosa scrive infatti? Di “ciò che conosco meglio”: diete, beauty farm, autoreggenti, ceretta, colloqui con i professori, adolescenza di ritorno, fitness, zumba. Il mondo delle over40 (e non solo) è racchiuso in tanti argomenti apparentemente e volutamente frivoli, un po’ civettuoli, ma sani e spontanei nati e raccontati a partire da esperienze personali e dai confronti con amiche e colleghe over40. «Penso che siano argomenti di utilità anche per le altre donne. Il filo rosso che unisce i miei libri è infatti la figura femminile, con le sue esperienze, con le sue delusioni, con le sue soddisfazioni. Noi cinquantenni siamo una generazione di donne ingenue, tante cose le abbiamo sdoganate tardi. Le trentenni di oggi sono molto più scafate».

L’ultimo libro
Per questo, Lucia Giulia Picchio ha scelto di scrivere il suo ultimo libro “Siamo così. Vocabolario di salvataggio per donne dopo i 40”. «Quello che cambia, insieme all’età e alla vita, è il significato delle parole. Prendiamo per esempio la parola ‘figli’, fino ad un certo momento sei tu la figlia e allora questa parola può rappresentare una gabbia, poi i figli sono i tuoi, e allora ‘figli’, se magari adolescenti, è sinonimo di conflitti, perché ti mettono con le spalle al muro. Così come ‘marito’, la cui idea che ne hai è diversa ai vent’anni e poi ai quaranta. Dopo i confetti arrivano i difetti”. È un compendio di parole, narrate però in prima persona. «Non ti dico quello che è stato quando sono arrivata a ‘zumba’!» scherza questa Carrie Bradshaw che lèvati proprio. Nel suo vocabolario, anche i neologismi “milf, dilf, cougar, la pantera, elegante metafora per indicare la donna matura a caccia di giovani uomini”. Se lei si è mai “beccata” un bel Milf? «Sì, mi è stato detto, ma senza seguito» sorride e asserisce disinvolta. “Vedi, io penso che un uomo non debba innamorarsi di una donna per la sua bellezza, disinvoltura, oppure perché questa è potente o ricca. Penso che invece sia la stima il primo motivo per innamorarsi di una donna: stima per la sua intelligenza vivace, per la sua forza di carattere. Perché la bellezza, la ricchezza, il potere sono transitori, l’intelligenza invece rimane».
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