Madre e figlia, le Puglisi allo specchio
"Che litigate per i primi fidanzatini"

Rosella e Francesca Puglisi
Rosella e Francesca Puglisi
di Simonetta Marfoglia
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Domenica 10 Dicembre 2017, 16:11
Francesca, senatrice della Repubblica e Rosella, insegnante. Madre e figlia, fanesi doc, accomunate dai potenti collanti dell’impegno civico, che per Francesca si è tradotto nella politica da protagonista, e dello sport che le ha portate a essere delle italiche globetrotter sulla scia del padre e marito Santi, tra i più noti allenatori e general manager di basket, Vuelle compresa.
Rosella Monaldi, classe 1945, frequenta l’Isef a Roma quando incontra il marito, Santi Puglisi. Insegnante di educazione fisica alle superiori per seguire il marito ha girato l’Italia, da Catania a Trieste fino a Pesaro e ora vive a Fano.
Francesca Puglisi, è nata a Fano il 7 luglio 1969, ha tre figli e vive a Bologna. Senatrice, è Responsabile Scuola Pd. E’ stata eletta Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Ha iniziato a occuparsi di politica nel 1995.

1. La politica è...?
Madre: Impegnarsi per gli altri, per le giovani generazioni e per il proprio Paese.
Figlia: Ciò che ci permette di lasciare ai nostri figli un Paese migliore, con meno ingiustizie, più uguaglianza e opportunità.

2. L’educazione è necessaria perchè...?
M.:Tutto comincia dall’educazione. Conta la famiglia, ma conta anche una buona scuola. E devo dire che questa alternanza scuola/lavoro mi piace. Le esperienze sono importanti.
F.: Perché è la nostra base, ciò che diventeremo. Ed è per questo che la scuola è importante ed è un cardine del mio impegno politico.

3. La battaglia della vita? 
M.: Le battaglie per mia figlia Francesca, una tosta. Ma anche le mie battaglie scolastiche, sempre dalle parte dei ragazzi. Battaglie furenti, veementi... sapesse le volte che mi sono alzata dagli scrutini sbattendo la porta.
F.: In questa legislatura la battaglia per la riforma 0-6 per garantire ai bimbi gli accessi al nido e alla scuola dell’infanzia, ma anche per salvaguardare la continuità degli affetti per i piccoli in affido familiare. Non si immagina le lettere che ricevo.

4. Da donna che cosa si sente di dire alle altre donne? 
M.: Le donne si sono emancipate ma quando sento certe storie di violenza mi sembra si vivere in un altro luogo. Non fatevi mettere sotto scacco. E denunciate sempre.
F.:Che devono avere fiducia e forza in se stesse e che bisogna dar loro fiducia, soprattutto a chi viene da un’esperienza di violenza domestica. E mai girare la testa.

5. Grazie per chi o cosa? 
M.: Per quello che sta facendo per la scuola e per le donne. Per le sue battaglie iniziate da quando era studentessa e faceva volontariato nei campi nomadi. Quanto mi ha fatto stare in ansia.
F.: Perché senza il suo aiuto non potrei dedicarmi a fare qualcosa di buono per il mio Paese. Grazie per tutte quelle volte che fa la spola da Fano a Bologna per dedicarsi a miei figli, i suoi nipoti.

6. Cosa invece non sopportate l’una dell’altra?
M.: Non ha grandi difetti, però è molto disordinata e anche irruente, parte in quarta e non mi ascolta.
F.: È molto ansiosa perché mette cura in tutto quello che fa. E poi fuma un sacco.

7. Ricordate il vostro primo litigio?
M.: Per i fidanzatini quando era ragazzina. Appena aveva un “morosino” lo portava in casa.
F.: Qualche scontro sui primi amori, ma i miei mi hanno sempre dato grande libertà e sostegno.

8. Un pregio?
M.: Se sbaglia lo riconosce e chiede scusa.
F.: Non si risparmia mai, è nata generosa.

9. Domanda d’obbligo: il vostro rapporto con lo sport?
M.: Lo sport ci ha fatto girare l’Italia, sempre dietro a mio marito. Siamo cresciuti con lo sport e tuttora in famiglia di parliamo tifando.
F: ​Lo sport è qualcosa di famiglia non fosse altro perché ha fatto incontrare mio padre e mia madre facendo scoccare l’amore.
 
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