L’acqua di Aurora Ponselè: «Bronzo europeo
nel cassetto. Ora voglio i Giochi di Tokyo»

Aurora Ponselè
Aurora Ponselè
di Camlla Cataldo
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Domenica 8 Ottobre 2017, 16:41
«Come si cambia per ricominciare», canta Fiorella Mannoia, esegue Aurora Ponselè, campionessa pesarese del nuoto che negli ultimi tre anni è stata sulle montagne russe. Una rivoluzione. È passata da un bronzo europeo a Berlino nella 10 km alla separazione con il compagno storico (il collega Simone Ruffini) dopo una proposta di matrimonio pubblica accettata, dalla caduta negli abissi alla lenta risalita, con tanto di look modificato. «Ora porto i capelli lunghissimi, nella vita si cambia», ci dice Aurora, il cui nome è già di per sé una rinascita. E la parola “cambiamento” si ritrova spesso nelle sue risposte: «Vengo da due anni di alti e bassi, più bassi che alti, ero in un contesto in cui non sono riuscita a concentrarmi bene, ora sono ripartita più serena». 

Ritrovare la serenità
La famiglia, dice, l’ha aiutata un sacco a ritrovare la serenità. Osserva e rivela: «L’Olimpiade di Tokio 2020 è il mio obiettivo, ritenterò la qualificazione. Ho sbagliato una volta e ci sto riprovando». L’acqua è il suo habitat da sempre, da quando si è buttata nella piscina di Pesaro per la prima volta a 6 anni. «Vedevo i miei cugini ai quali ero molto legata che nuotavano e ho voluto provarci anche io». E’ stata passione a prima vista. Nel 2012, a 20 anni, si è trasferita a Roma. «A Pesaro avrei avuto spazi d’acqua limitati e così ho cambiato città, dopo il diploma all’Agrario». 

Le donne in maggioranza
In casa le donne sono in netta maggioranza: mamma e tre figlie, «poi ci sono papà, il cane Leo e il gatto Pedro: quattro contro tre! Da piccola dicevo che Alessandra, la maggiore, mi faceva da mamma e papà, era molto dura con me e io non capivo. Ora che sto distante chilometri mi riconosco in quello che faceva, la lontananza ti avvicina, è proprio vero… Se le donne hanno una marcia in più? Non credo, è una questione di carattere e di come una famiglia ti ha cresciuto. A me ha trasmesso valori che sento miei, eppure oggi vedo ragazze giovanissime che passano le serate nei bar… Io fino ai 18 anni uscivo solo se papà mi accompagnava e tornava a prendere e adesso so che era giusto così. Lo sport mi ha aiutato tanto e insegnato la disciplina». La sorella di mezzo si chiama Angela e le sue figlie Amelia e Amanda. Sì, tutte le donne Ponselè hanno il nome che inizia con la lettera “A”. «Una cosa che non ho è il senso materno. Mi piace fare la zia, ma non mi sento portata e non mi vedo a essere mamma. Se penso ai vaccini, tutto quello che è successo mi spaventa, la pancia mi provoca un impatto forte e a fatica ho toccato quella di mia sorella incinta. Mi dicono che sono giovane e cambierò idea, ma io non lo credo. Sono un po’ atipica…». Le sue figure di riferimento? Facile. «Federica Pellegrini, fin da quando ero piccola e ancora di più dopo l’ultima vittoria nei 200 stile libero ai Mondiali. L’impatto è stato forte. E come non citare la mia mamma, perché non avrei mai imparato la sensibilità, la dolcezza e la pazienza, se non avessi avuto lei. E ultimamente mi piace un sacco Frida Kalho». Nello sport, le donne spesso hanno più successo degli uomini. «Tante si fanno rispettare e valere, c’è parità tra i sessi. Siamo tutti allo stesso livello, è questo il bello».

«Io rimarrei sempre donna»
Avrebbe voluto nascere uomo? «Assolutamente no, sono felice così e rinascerei donna. Ogni tanto sento e vedo molte persone maschiliste, se ci danno la possibilità di parlare tutto potrebbe cambiare». Ancora la parola chiave, il cambiamento, e non è un caso che sul tema “amore” preferisca sorvolare. «È un tasto dolente ma so che esiste, stop. Io mi sento tanto cambiata». Ben più loquace riguardo la femminilità. «Adoro curarmi, le unghie lunghe con un bello smalto, color carne o nero, quest’ultima è la tinta più femminile che possa esistere. Un trucco leggero ma marcato quando serve, un tacco, il pantalone a vita alta. Il mio capo di abbigliamento preferito? La gonna lunga a vita alta con le balze, in stile francese». 

La solitudine, mia cara
Aurora ama la solitudine, non per niente si trova perfettamente a suo agio nelle acque libere. «È tutta un’altra vita, hai la possibilità di stare da sola, siamo io e il mare. In vasca ci sono le corsie che limitano, ma ci sono nata e mi piace ugualmente». Però… «Il silenzio è la prima cosa che cerco. Leggo, faccio passeggiate, vado in giro per sagre, non sono una che va a ballare ed esce per forza nel weekend. La domenica sono una dormigliona e il mio desiderio è andare un giorno a Misano a seguire il MotoGp». Il commiato più centrato spetta alle note di Eros: «Sarà, sarà l’aurora, per me sarà così, sarà, sarà di più ancora tutto il chiaro che farà».
 
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