Marco Prato sieropositivo: ora tremano gli ex

Marco Prato sieropositivo: ora tremano gli ex
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 2 Marzo 2017, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 19:53
La paura ha il suono di un messaggio che irrompe sullo smartphone. Poche parole, che si rincorrono e ripetono con la sola volontà di scacciare via una minaccia piombata senza nessun preavviso. Da 48 ore una parte considerevole della Roma più trasgressiva, che si trascina nei festini a base di alcol, droghe e sesso, dove l'abbattimento dei limiti comuni rappresenta un traguardo da segnare, è piegata da un solo terrore: «Saremo stati contagiati anche noi?».

Marco Prato, il pierre romano, rinchiuso da quasi un anno nel carcere di Regina Coeli per l'efferato delitto di Luca Varani - il giovane torturato e ucciso in un appartamento al Collatino - è sieropositivo. La notizia diffusa dal settimanale Giallo è confermata dagli esami clinici che Prato ha sostenuto in carcere. Da mesi le condizioni del giovane, secondo quanto riportato dal settimanale, sarebbero precarie e ci sarebbero anche dei documenti che attestano l'instabilità fisica. E da due giorni, ormai, da quando quella che pareva essere soltanto un'indiscrezione priva di fondamento è diventata una certezza, nelle più comuni chat, usate dal mondo omosessuale della Capitale, per procacciare incontri e appuntamenti, decine sono i messaggi terrorizzati scritti da chi con Prato non ha soltanto trascorso una notte in giro per locali. Trema una parte di Roma. Marco Prato è in attesa di giudizio, il processo per il delitto di cui è imputato inizierà il prossimo 10 aprile, mentre il suo complice Manuel Foffo che si è avvalso del rito abbreviato è stato condannato a 30 anni di reclusione. Ma intanto gli inquirenti sono a lavoro per capire se il pierre fosse consapevole della sua condizione clinica. Perché in questo caso rischierebbe una nuova imputazione.

LA SCOPERTA
Che richiamerebbe alla memoria il caso di Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo accusato di aver contagiato non meno di 30 donne in rapporti sessuali non protetti benché fosse conscio del suo stato. Dalle prime indiscrezioni, tuttavia, sembrerebbe che Prato sia venuto a conoscenza della sua sieropositività da dietro le sbarre del carcere. Già due anni fa il giovane si sarebbe sottoposto a un esame per accertare o meno la presenza del virus. L'esito della prova sarebbe stato negativo e dunque il contagio dovrebbe essere avvenuto recentemente. Considerato lo stile di vita condotto da Prato, però, prima di quella notte di efferata brutalità in cui Luca Varani è stato torturato e poi lasciato morire sotto un piumone, molti sono stati gli incontri avuti con altri ragazzi nelle notti bravi di una Roma ancora da capire. Incontri procacciati on-line o durante le serate di Ahperò, l'aperitivo che proprio il pierre organizzava con puntualità in noti locali della Capitale. Le notifiche sulle chat Gay-Romeo e Grindr, le comunità virtuali usate in passato da Prato e da moltissimi omosessuali, sono piene di messaggi di paura e incertezza. C'è chi ricorda di aver usato precauzioni, l'uso costante del profilattico in ogni rapporto, chi invece non ha memoria perché cancellata dall'alcol e dalle droghe e oggi teme per la propria incolumità.

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