Bruxelles, esplosione a Maelbeek, un testimone in metro: «Uno scoppio e un lampo, poi solo fumo e sangue»

L'esterno della stazione metro di Maelbeek
L'esterno della stazione metro di Maelbeek
di Giulia Aubry
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Martedì 22 Marzo 2016, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 12:48
Nella vita di tutti i giorni Charles Declercq è un critico cinematografico per RCF-Radio, una stazione radiofonica di Bruxelles molto conosciuta. Stamattina si stava spostando nella capitale belga con la metropolitana per lavoro. Quando il suo viaggio è stato bruscamente interrotto da un'improvvisa esplosione alla stazione di Maelbeek, una delle più importanti di Bruxelles.
Declercq ha affidato la memoria di quei tragici istanti a un resoconto fortemente emotivo pubblicato sul proprio profilo Facebook: «Mi stavo tranquillamente recando alla proiezione per la stampa di Batman vs Superman all'Heysel. Ero salito sulla prima della metropolitana per l'esattezza» ha scritto mezz'ora dopo l'accaduto. «Quando la metropolitana è entrata nella stazione di Malbeek ho sentito una fortissima deflagrazione. I vetri sono caduti sulle mie gambe. Ho visto un luce imporvvisa. Poi fumo e grida. Il conducente è arrivato dopo due minuti. Con una torcia ha condotto fuori i passeggeri fino a una finestra... A terra c'erano persone rannicchiate che non riuscivamo a distinguere. Avremmo potuto calpestarle fuggendo. Nella stazione della metro tutto era nero e pieno di fumo. Una donna ha gridato : "c'è un'uscita qui". L'abbiamo seguita. Il cortile che abbiamo raggiunto era pieno di persone insanguinate. Sapendo cosa era successo poco prima a Zaventem ho pensato si trattasse di un attentato. Sono tornato a casa. Sono andato da un vicino. Avevo mal di testa, puzzavo di fumo, non sentivo quasi nulla. Ho preso del paracetamolo. Ho ascoltato la notizia alla radio. più tardi, nel pomeriggio, mi recherò a piedi alla stazione radiofonica».

Raggiunto più tardi al telefono da un collega del quotidiano La Derniere Heure, il giornalista è apparso ancora molto scosso: «Mi scusi, io sono ancora sotto shock e ho pianto per tutto il tempo. Mi sono subito reso conto che si trattava di una bomba perché ho sentito la notizia di Zaventem. Ho visto molte persone coperte di sangue, ma che continuavano a muoversi», ha concluso. Ma il senso era "la prego, mi lasci riposare". Chi ha vissuto un simile orrore non può resistere a lungo.
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